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Ludovico Lipparini "Commiato" |
Del suo primo esitar non va disciolta
pur sul tacersi la tentata lode,
chè, Sorelle, con duolo intimo l'ode
colei che si godea d'ombra raccolta.
Per senno scarso e per malizia molta
chi poco intende, assai sogghigna e gode.
Vigilava uno spirito custode
muto, il mister di vostra bianca accolta.
Pur, d'ogni velo fatta impaziente,
anime acerbe, macerate, rôse,
io vi snudai con mani violente.
Perdono io trovi. E se la mia parola
ghirlanda temeraria vi compose,
possa il suo ardire umiliar me sola.
Amalia Guglielminetti
Etimologia dal latino commeatus, da commeare andare e venire, congedarsi, composto da cum con e meare passare.
In espressioni come “prendere commiato” o “dare commiato” questa parola emerge con un significato di carattere rétro:
qui il commiato è il permesso di allontanarsi, la licenza di partire.
Ma questo significato non esaurisce il commiato; infatti esso è passato a
indicare la separazione
stessa, il momento del saluto, e il piccolo rito che li accompagna.
In
questo senso, ripulito da formalismi gerarchisti, il commiato esprime
tutta la sua intensità: è la situazione in cui si fa esperienza dell’impermanenza e dell’essere passeggero dei fatti umani - come suggerisce l’etimo; è l’addio.
(dalla rete)
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