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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 28 gennaio 2008

Unicorni di terra e di mare

Marianne Moore,
poetessa poco conosciuta ma dalla sensibilità unica.

Le sue poesie sembrano scritte ad occhi chiusi e portano lontano.

Capire, capire, capire.

Senza che vengano generati equivoci Lei si muove su vaste superfici.

L'invito è quello di percorrere la sua strada ed osservarne non il centro ma gli assolati cigli.

Il suggerimento è quello di leggerla lentamente e sottovoce.

sabato 26 gennaio 2008

STORIA DI UN CEDRO

(Cedro libanotica)

Io sono un cedro.
Più precisamente sono un cedro del Libano.
Vivo in una piccola città di provincia nella quale mi portò qualche strano dispetto di vento...e cominciano a pesare sui rami i miei tanti anni.
Molto spesso mi diverto a cercare con le fronde più alte di toccare le nuvole.
Ed è questa una delle poche reminescenze giovanili che ancora ricordo e che ancora sono uso giocare.
Questa mia non è mai stata una grande città ma è cresciuta con me.
Ho visto case aggiungersi a case, uomini sostituirsi ad altri uomini.
Potrebbero raccontare i miei rami una moltitudine di storie.
Ne so per tutti i gusti e per tutte le stagioni.
Ma sono vecchio e, a volte, la memoria mi tradisce.
Ricordo...
Sotto la mia chioma immagini di Re con le loro scorte ed i loro cortei pieni di bianchi e magnifici destrieri e di lunghe e agghindate carrozze.
Ricordo suoni di fanfare al loro passaggio.
Ricordo rincorse gioiose di teneri, giovani amanti che cercavano riparo ed un tranquillo appartarsi alla mia ombra discreta.
Tra le mie fronde aleggiano ancora parole d'amore ed eterne promesse.
La mia scorza ha visto mutare il paesaggio degli uomini, mutarsi i destini...
Ed il tempo è passato e con il tempo io sono cresciuto slanciandomi al cielo e, sotto di me scorreva la storia dell'uomo.
Ora mi è pesante il respiro per via dello smog e del fumo acre.
Qualche ramo è avvizzito ed intorno al mio spazio è stato eretto un muro a delimitare il giardino di cui sono il custode silente.
Sento ormai vicina la fine ma il tempo che ancora mi manca parrebbe a voi eterno come eterno pare ai miei compagni del prato.
Non ho parole per loro che sono giovani e non possono sapere.
Dei miei vecchi compagni non è rimasto che l'ingrigito scheletro della grande quercia del lato ovest.
Ricordo che tra noi si parlava e si commentavano i fatti degli uomini e di noi piante.
Poi lei si ammalò ed aveva faticosa la linfa.
Cercai più e più volte di difenderla coi rami dagli assalti del vento finchè una folata più forte non riuscì a sradicarla per gran parte delle sue radici già morte.
Fu allora che l'uomo che accudiva al giardino decise per essa una fine pietosa.
Passai lunghi inverni a fissare il camino della casa dell'uomo nella speranza che di lei si fosse salvata almeno la voce e, a tratti credevo di udirla quando il fumo usciva più nutrito e compatto dallo stretto comignolo.
O era solo un'illusione del vento.
Ora sono circondato da giovani piante piene di insipidi pensieri.
Giovani, troppo giovani per sapere che il tempo trascorre ed intaccherà anche la loro forza che ora prorompe imponente e sicura.
Più non parlo al mondo perchè non ho niente da dire.
Per quanto mi riesca continuo a guardare ed aspetto paziente la fine.
Lascio che la terra accolga i miei semi ma spero non germoglino mai.
Non è più tempo di cedri in questa città.
Raccolgo ancora qualche messaggio dal vento perchè il vento tanti ne porta ma il mio udire è turbato da rumori assordanti di traffico e gelide luci.



Cedro del Libano - Cedrus libani

Classificazione, origine e diffusione
Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Gymnospermae
Classe: ConiferaeFamiglia: Pinaceae
Il Cedrus libani (Cedro del Libano) è originario dell'Anatolia meridionale, della Siria e del Libano. Allo stato spontaneo spontaneo si trova lungo i pendii rocciosi e calcarei esposti a settentrione, tra i 1.300 e i 3.00 metri s.l.m., con clima nevoso e freddo in inverno ed estate secca. Oggi nel suo ambiente originario se ne trovano pochi esemplari, mentre è molto diffuso nei parchi e nei giardini di tutta Europa dove è giunto nel XVII secolo.
Il Cedro di Cipro (Cedrus brevifoglia (Hook f.) Henry) presenta foglie cortissime.

domenica 20 gennaio 2008

Quadri nella mia Vita

Sempre ad Arles Van Gogh, in una lettera a Bernard, scriveva tra l'altro:
"... il paese mi pare bello come il Giappone per la limpidezza dell’atmosfera e gli effetti di colore gaio. Le acque fanno nei paesaggi delle macchie di un bel smeraldo e di un blu ricco tal quale si vede nei "crépon".
I tramonti arancio pallido fanno sembrare blu il terreno. I soli sono di un giallo splendido. Eppure non ho ancora visto il paese nel suo splendore abituale dell’estate. Il costume delle donne è grazioso, e la domenica soprattutto si vedono sui viali delle combinazioni di colore molto spontanee e ben riuscite..."
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Accludeva alla lettera lo schizzo di uno studio di un ponte levatoio contro un enorme sole giallo.

Alla sorella Vincent scriveva:
"... Qui non ho bisogno di giapponeserie, perchè mi dico sempre che qui sono in Giappone e che di conseguenza non ho che da aprire gli occhi e dipingere diritto davanti a me ciò che mi colpisce..."

La prima tela realizzata con il soggetto del ponte di Langlois è quella con le lavandaie in riva al canale conservata a Otterlo: un paesaggio che ha come riferimento le stampe giapponesi, pensato con nette campiture di colore e con una chiara suddivisione dello spazio.
A Theo inviò un acquerello fatto dal dipinto perché ne vedesse i colori, con il titolo "Le pont de l’Anglais", sbagliando l’esatto nome per via della grammatica olandese.
E più di un secolo dopo, proprio un giapponese, Akira Kurosawa, ricostruirà questo stesso ponte di Langlois sul set del film "Sogni", per farlo attraversare dal protagonista, ancora un giapponese incantato da Van Gogh.


Posso solo aggiungere che in uno dei miei "peregrinare" francesi ho cercato per ore e chilometri tracce di quel ponte per poi scoprire che era stato distrutto e mai ricostruito...peccato! Resta comunque la sensazione che ho raccolto e che si ritrova pennellata nel quadro, con gli stessi toni, le stesse luci e d i medesimi colori.
Se provo a chiudere gli occhi quasi ci riesco e mi pare di vederlo davvero quel ponte.
Ah...Jeunesse...jeunesse!!!

sabato 12 gennaio 2008

Francobolli sul cielo

Sagome di case
francobollli dentellati
su un cielo color busta.
Missive di città
lettere dal grigio
da spedire chissà dove
chissà a chi.
Amore che non conosco
vivi di certo al mare
dov’è sole anche ora.
Magari spazzato dal vento
magari caldo e terso.
O forse contempli con occhi
mai incontrati
nuvole torbide e tempesta
che rimesta l’onda
la confonde di buio.
Come la pietra del mio anello.
Pietra di temporale
pietra di luoghi lontani
Materia di luce e acque
materia di terre
dono di mio fratello
quando partimmo per la periferia
e trovammo gemme
nella sabbia del parcheggio.

Il mio amore forse guarda il mare.
Io guardo il cielo e le briciole di pietra.
A ognuno il suo tesoro.


10 gennaio 2008
silvia messa

martedì 8 gennaio 2008

Quadri nella mia Vita

Giovanni Segantini

"Sul Balcone,1892",
"Autoritratto a 20 anni, 1878"

le mie possenti montagne, riflesse nelle acque pure delle sorgenti a tintinnare cascate che sfiorano muri di case, baluardi a confine della mia pace.

Lui lo sapeva e così viveva dimesso dipingendo di cose di sempre, umili e care.

Quel giorno a Soglio (Val Bregaglia) c'erano sole e luce...lui era con noi?


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lunedì 7 gennaio 2008

Proemio


Assorto...

... per quanto strano vi possa sembrare...

...il Nulla che ti sfiora non ti avrà...

hai pianto ogni tua lacrima, ma ora
è tempo di tornare a casa,
soldato.

La guerra non è finita, ma tu
hai lasciato sospese le balze dell'eterno,
perché non c'è lotta, non c'è contro,
non c'è vincere né perdere,
mai.

Voi, resti di un'altra era,
abbiate ciò che il vostro tempo saprà perdonarvi,
gli Eroi sono altrove,
oltre la terra di Nebbia.

Qui
si distende l'immoto oltre noi,
e ciò che non fu
colma galassie,
tempi che sono e non sono.




Non importa,
e quando l'avrai capito,
quando l'ultima punta spezzata
avrà compiuto l'insulto,
allora libero
d'ingannare il nonnulla
spiccherai,
specchierai dall'alto
sull'ombra del corso roccioso
che serba i ruderi
del rancore sommesso.

Non portarmi i resti
del tuo prorogare,
non capirei.

domenica 6 gennaio 2008

La lettera

Pianissimo

Ti scrivo e la lampada ascolta.
L'orologio aspetta a brevi colpi;
chiuderò gli occhi certamente
e mi addormenterò di noi due...

Dolce è la lampada, ho la febbre;
si ode solamente la tua voce...
Il tuo nome mi ride sulle labbra,
la tua carezza sta nelle mie dita.

Ho la dolcezza di un tempo; in me
singhiozza il tuo povero cuore;
in sonnoveglia non so proprio
se ti scrivo, o se invece sei tu...


Henry Barbusse, Pleureuses, 1895

sabato 5 gennaio 2008

Quadri nella mia Vita

Mulino di Flatford, John Constable, 1817
----- o -----
Ci leggo solo pace e tranquillità in un tempo sospeso nello spazio ad inseguire le nuvole, i riflessi del sole nell'acqua e le immutabili regole della natura. mi piace lasciarmi trasportare da questo paesaggio quasi in una sorta di gioco di chiaroscuri...ed immagino un riposo nell'erba tagliata di fresco a respirarne i profumi.

mercoledì 2 gennaio 2008

CANTO SERALE


Io vedo, su per la ripida
china del tetto, vedo già il sole
a scaglie, lungo le tegole
ispide, che oltre il colmo

sale, lascia l'inutile
clivo del senso, ma lo rapisce,
in alto, il cielo ancora
dorato, il ciel della sera,

e nella luce, dove le rondini
ancora per poco, volando
e rivolando sconvolgono
il filo tessuto con calma

dall'ora sovrana, solo
resta lassù a ricrearsi
delle smaglianti sue immagini,
solo le crea, solo alla supplice

prece che ascende da noi
fedeli alla pace consente
la notte, consente l'indomita
requie notturna sui tetti.


Carlo BETOCCHI, - "Dalla verde persiana" in "L'Estate di San Martino"

martedì 1 gennaio 2008

INCIPIT

Dopo la notte arriva sempre un momento di riflessione...non ho più l'età per fare certe cose ma mi piace pensare di avere iniziato un nuovo anno con segni di continuità e ricerca del tutto.
Le cose si dipanano in fretta quando si ha voglia di pensare.
Io penso molto ma non sempre la positività riesce a prevalere il contesto, il concreto ed è un affannarsi di sensi perplessi ed erronee convinzioni che premono cercando di uscire e guadagnare spazio, liberarsi insomma dal mio essere quotidiano.
Chissà, le sfere del sapere ruotano ancora nelle case dei segni ma ci credo sempre meno e non sono più capace di trarbne presagi e profezie...solo sabbia negli occhi che dà del bruciore.
Il mio cucciolo dorme ed io resto a vegliare e spero il nemico non arrivi mai, dovesse succedere non saprei come fare e cosa mettere in moto.
Comunque veglio e mi carico di responsabili equilibri, cercando di non cadere rimango aggrappato alla cornice del quadro...speriamo che il chiodo nel muro continui a reggere.