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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 31 ottobre 2021

Incisione

Scritto sopra una lama

Lama, fulmin d’acciar, anima tersa
e fredda come un’anima di bianca
sacerdotessa, o lama, dimmi, stanca
non fosti mai di star nel sangue immersa?

Io t’odio, t’odio, eppure a questo orrore
un’invidia di pazzo s’accompagna;
sei piú grande di me, lama di Spagna,
perché tu forse hai penetrato un cuore!

Sergio Corazzini 
da "Dolcezze"

l'incisione su lama (o su qualsiasi altro oggetto) viene praticata con l'obiettivo di rendere durevoli alcune frasi come motti e altro che vengono ritenute importanti e tramandabili nel tempo.

 
incise parole nel freddo acciaio
sono forti, indelebili quasi e sole;
"ricordati" dicono a coloro che leggono,
atmosfera di rarefatta ragione, impavide...


sabato 30 ottobre 2021

Haiku e riflesso

君思ひ
揺れずスマホが
重く成る

Kimi omoi
yurezu sumaho ga
omoku naru

Thinking of you
my messageless phone
feels a bit heavier

Mentre ti penso
questo quieto telefono
un po’ più pesante

Lorenzo Marinucci 

essenza di pensiero, odierno, vero,
rimango stupido, incredulo e solo;
caduche idee si schiantano nel giorno,
possiedo il potere di dire
"va bene così"...

venerdì 29 ottobre 2021

In un amen

Nella ritualità cristiana la parola amen conclude le preghiere e accompagna la liturgia delle funzioni religiose, ma ormai è entrata anche nel linguaggio comune come espressione rimarcare in modo solenne (o ironico) la fine di un discorso (TRECCANI- dalla rete)
 
Amen

Anima, andremo, sì, per vie serene
e lontano, tra i monti, a salvamento:
alle cerule soglie d'un convento
stenderemo sull' erba nostre pene.
Cori sommessi udremo, e cantilene
pie di compagni e favole di vento:
beveremo nei calici d'argento:
faremo un nido delle nostre vene!
Ma passeranno l'albe per la valle
e le notti stellate, come fiumi:
a piedi scalzi, un dì, verrà la morte.
Tremeranno, di brividi, le porte:
crudeli mani accecheranno i lumi:
andrai piano gemendo, anima, sola!

Alberto Tarchiani
da "Piccolo libro inutile"

Amen è un termine ebraico ricorrente nella Bibbia che può essere tradotto con "e così sia", anche se naturalmente la formula racchiude un ventaglio di significati ben più ampio e profondo, soprattutto quando utilizzato in un contesto religioso. Tuttavia, come già accennato, la parola è ormai entrata a far parte della lingua italiana, dove esprime un senso di conclusione (es: «amen, ormai la faccenda è finita») o di brevità («Ti ha fatto male la puntura? No, è stato velocissimo, si è tutto risolto in un amen».

la vita dei se in sè ripone cose
attimi segnati da fugaci fiammate;
ripongo il mio cuore nel gelo dell'anima
e richiudo piano il passaggio, la via... amen

giovedì 28 ottobre 2021

Aforisma, riflesso e telefono

Non usare il telefono.
La gente non è mai pronta a rispondere.
Usa i versi.

Jack Kerouac
  
filtra la luce del giorno
il mattino, potente, come sempre;
le didascalie dell'anima ancora
dicono di me, del fiume, del sogno...
 
 
Un telefono (dal greco antico: τηλε-, tēle-, «lontano» e φωνή, phōnḗ, «voce») è un dispositivo di telecomunicazione di tipo elettrico/elettronico dotato di un microfono e di un ricevitore che permette a chi lo utilizza di comunicare (parlare e ascoltare) a distanza verso chi utilizzi un dispositivo analogo. Evoluzione tecnologica sono i telefoni cellulari e gli smartphone, questi ultimi consentono di navigare su Internet, in quanto le schede SIM da essi utilizzati possono utilizzare il traffico dati (da wikipedia).

mercoledì 27 ottobre 2021

Protocollo cittadino #49

In un attimo appare tutto chiaro
le infinite arguzie sono riposte inutilizzate
siamo schiavi di un contesto che stringe
ci riteniamo folli poeti, fini narratori
eppure nel leggere mani e cuori crediamo
chiromanzie, influssi, congiunzioni astrali.
Vorrei tornare alla semplicità di allora,
quella alle soglie di una decisione dura
condizionante, delineata e sola;
le via della gialla gru, i pettini di tartaruga
e i sogni notturni, masturbazioni continue
e crisi affrontate nel suono di musiche
che ancora mi piace ascoltare.
In fondo rimango quello che ero
e ciò non mi dispiace ancora...
 
Gujil
 
L'arguzia é la prontezza o sottigliezza nell'esprimersi, 
(sia a voce che nello scrivere)
arguto è quindi colui che lo sa fare.

martedì 26 ottobre 2021

Haiku autunnale

 

Ancora la bellezza sintetica e struggente di un haiku giapponese a descriverci la stagione che stiamo passando, i colori ci sono anche di notte.

 

Luna di metà autunno.
Anche il cavallo
ama la strada di notte.

Murakami Kijō

 

colori infiniti si posano sugli occhi,
i verdi stingono, i gialli spingono foglie;
il mio autunno trasale in tripudio di toni 
velati da lievi tristezze di chi mi circonda...

lunedì 25 ottobre 2021

Sulla soglia... (che ancora varcai)


 
Vincent Van Gogh
“Sulla soglia dell’eternità” di van Gogh è stato realizzato nel maggio 1890, mentre si trovava all’ospedale di Saint-Rémy-de-Provence per delle cure psichiatriche.
 
Quel che mi duole non è

Quel che mi duole non è
Quello che c’è nel cuore
Ma quelle cose belle
Che mai esisteranno.

Sono le forme senza forma
Che passano senza che il dolore
Le possa conoscere,
O sognarle l’amore.

Come se la tristezza
Fosse albero e, una ad una,
Le sue foglie cadessero
Tra il sentiero e la bruma.

Fernando Pessoa

l'autunno sta passando senza ch'io veda
nell'attimo di volo non scorgo le rondini;
le mattine sul fiume rintracciano cose,
pensieri si staccano come inutili scaglie ...


Il dipinto ad olio è basato su una precedente litografia; le sue dimensioni corrispondono a 80 x 64 cm, ed oggi è conservato al Museo Kroller-Muller di Otterlo, in Olanda.
Il signore raffigurato è un veterano di guerra di nome Adrianus Jacobus Zuyderland. Quest’uomo molto probabilmente era stato conosciuto dall’artista qualche anno prima durante le sue cure di convalescenza, e solo in un secondo momento divenne modello per quest’opera.
Il dipinto pone al centro una figura seduta, con il corpo ripiegato su se stesso e le mani chiuse a pugno, pronte a nascondere il suo volto. Un uomo ormai anziano e privo di forze, sul punto di non essere più capace di reagire ai propri stati d’animo, un peso interiore che lo schiaccia e non basterebbe strapparsi la pelle di dosso per arrivare a prenderlo e a gettarlo via.
La sua posizione lascia intravedere una situazione tragica, piena di sofferenza e di devastazione, una condizione di impotenza dinnanzi il proprio dolore.
(dalla rete)

domenica 24 ottobre 2021

Giorni di minime #73

Quando le circostanze esprimono insicurezze
cerchiamo nelle cose del tempo risposte,
siamo animali di affetti, di sensazionali risvolti
in attimi di nebbia mattutina, nel sole;
sbalestrati come migratori perduti nella tempesta
sbattiamo ali posticce, cerchiamo scuse plausibili.
Nel profofndo siamo perfettamente consci,
razionali esseri pensanti analizziamo attimi
perpetuiamo errori risaputi e sparuti eppure,
in ogni dove del muscolo che batte rimane
un germoglio, un seme che deve attecchire.
Quando prevale il cuore non si sà come fare,
può essere tutto giusto o sbagliato, indeciso,
così ogni istante, ogni momento, diventa sosta
ma la riflessione si infanga e si blocca, in noi,
che siamo spesso ossimori, eterni indecisi...
 
Gujil

sabato 23 ottobre 2021

Colloquio

 

Quando ti avrò raggiunto sulla sponda del fiume di luce
e tu mi chiederai che ho fatto tant'anni senza di te,
io ti risponderò: "Ho continuato il colloquio".
Tu riderai per dolcezza tutto il riso de' tuoi bianchi denti,
e cingerai le mie spalle col tuo gesto securo di despota.
E lungo i prati di viole che fioriscono solo pei morti
continueremo il colloquio.

Ada Negri


Parole che non riescono a formarsi incrinano
la rima di labbra tristemente chiuse;
siamo preda di indescrivibili turbinii,
siamo anime perennemente compatibili...
 
Salvador Dalì
"Studio per un colloquio sentimentale"

venerdì 22 ottobre 2021

Protocollo cittadino #48

 
In autunno la temperatura diminuisce, come anche le ore di luce; questo fa sì che quasi tutte le foglie producano sempre meno clorofilla (pigmento verde). 
A questo punto i pigmenti di carotene riescono ad affiorare, colorando le foglie di sfumature gialle ed arancioni.
(dalla rete)
 
cominciano le foglie a ingiallire
su alberi, nei viali, nei boschi;
la mia città mi dice che ancora esiste,
nel cuore, col cuore, un angolo aperto...
 

giovedì 21 ottobre 2021

Pioggia e autunno

L’inizio dell’autunno porta con sé un cambiamento di clima, di incombenze, di abitudini che in molti genera malinconia. Anche i poeti, interpreti privilegiati dell’animo umano, descrivono con note di tristezza questa stagione in cui la natura sembra avviarsi alla morte. La voce di Ada Negri si scosta da questa lettura, cogliendo con sensibilità femminile il fondo del sentimento umano.

Pioggia d'autunno

Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia
che s’imbeve di te sin nelle fibre
che l’uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo; e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l’inverno: che fra breve
quella foglia cadrà, fatta colore
della ruggine, e al fango andrà commista,
ma le radici nutrirà del tronco
per rispuntar dai rami a primavera.

Vorrei, pioggia d’autunno, esser foglia,
abbandonarmi al tuo scrosciare, certa
che non morrò, che non morrò, che solo
muterò volto sin che avrà la terra
le sue stagioni, e un albero avrà fronde.

Ada Negri 

tra i mille vorrei s'inerpica il desiderio
che induge sul pensiero latente, remoto;
fragili speranze infrangono mille colori
spazzate foglie volanti, lente sul cuore... 

L’osservazione della natura è quella di sempre, dalla pioggia al cadere delle foglie. Ciò che muta è lo sguardo, fissato non sulla morte ma sulla speranza della rinascita. Domina in esso l’attaccamento a ciò che permane, la certezza della vittoria della vita al di là delle apparenze, sia nei ritmi immutabili del creato, sia nel cuore volubile dell’uomo (dalla rete).

mercoledì 20 ottobre 2021

Riflesso, poesia e beccheggio

 
si dimensiona il sogno e prevale
sentenza che mai pronunciai,
ridicole scuse naufragano inermi
nell'inquieto mare del mio beccheggiare...

tutti i vicini pensano
che noi siamo
strani.
e noi pensiamo
lo stesso di loro.
e facciamo
tutti
centro. 

Charles Bukowsky

  

beccheggiare 
-TRECCANI-
v. intr. 

derivazione di becco,
per la somiglianza col movimento dell’uccello che becca]
(io becchéggio, ecc.; aus. avere).
Oscillare nel verso della lunghezza, detto di un’imbarcazione,
e per estens. di un aeromobile, o anche di una locomotiva
(v. beccheggio).
(dalla rete)

martedì 19 ottobre 2021

Giorni di minime #72

 
è stato così facile dimenticarmi,
la luce che abbagliò ora è crepuscolo
come i miei monti, il mio mare ed il fiume
che scorre in un unico senso, da sempre
giù, nel profondo, giù in fondo, sappiamo
confusi in un perpetrare afinalistico di mosse
convinti di avere ragione, di sapere.
Percorriamo labirintiche strade di cui
apprezziamo solo il gelo e l'indifferenza,
non siamo più in grado di amarci,
come dovremmo, come sapremmo fare 
e così si langue nel medesimo mondo
fatto di stupide frivolezze e obiettivi
che anche raggiunti svaniscono subito;
siamo preda di eventi e sconfitte
e non vediamo traguardi nascosti,
piccole gioie di vita a portata di mano
ma a cui rinunciamo perchè siamo così,
stupiti e stupidi in fondo, giù in fondo...
 
Gujil

lunedì 18 ottobre 2021

Poesia, riflesso... amico (a M.B.)?

Soffitta

Vieni, compiangiamoli quelli che stanno meglio di noi.
Vieni, amica, e ricorda
che i ricchi han maggiordomi e non amici,
e noi abbiamo amici e non maggiordomi.
Vieni, compiangiamo gli sposati e i non sposati.
L’aurora entra a passettini
come una dorata Pavlova,
e io son presso al mio desiderio.
Né ha la vita in sé qualcosa di migliore
che quest’ora di chiara freschezza,
l’ora di svegliarsi in amore.

Ezra Pound 

 
Con la sua Soffitta, Ezra Pound
pone l'accento su un aspetto fondamentale dell'amicizia:
si può essere felici con poco o nulla,
purché legati da un sentimento sincero.

 volesse il cielo che fosse...
spero in un nuovo amico oggi,
insieme, sui fiumi, nei monti,
a risvegliare torpori lontani nel tempo...

domenica 17 ottobre 2021

Silenzi, riflesso e poesia

Diceva Elias Canetti
”Ci sono alcuni che nel silenzio
raggiungono la loro massima cattiveria”
.

Un silenzio determinato e severo, a volte, può risultare più umiliante e devastante rispetto un giudizio verbalizzato.  

“L’uso del silenzio è senza dubbio una delle forme più subdole di abuso emotivo, un’arma invisibile per evitare il confronto diretto e gestire così la relazione in modo manipolatorio”
(dalla rete)

costretto nel ruolo mi adeguo,
non sentirai i miei pianti, l'angoscia;
e "Ricordati di brillare sempre", io 
mi rifugio nelle pieghe del tempo...

 Silenzio

Da quando ti ho persa, sono ossessionato dal silenzio;
i suoni le lor piccole ali agitano
un attimo, poi all’onda s’abbandonano
dalla stanchezza, che dondola senza rumore.
Sia che per strada la gente
passeggi con monotono brusio
o sospiri il teatro e sospiri
con un profondo respiro roco,
o agiti il vento un groviglio di luce
sul fiume nero, profondo,
o gli ultimi echi della notte
facciano rabbrividire l’aurora,
io avverto il silenzio che aspetta
di poter bere tutto ancora
nella sua estrema totalità svuotando
il rumore degli uomini.

David Herbert Lawrence

sabato 16 ottobre 2021

Lettera d'amore

Il tuo amore è per me come la stella della sera e quella dei mattino: tramonta dopo il sole e sorge prima di esso.
Come la stella polare che non tramonta mai, e intreccia sopra le nostre teste una corona eternamente viva.
Prego gli dèi che mi concedano di non veder mai oscurato il cammino della mia vita.
La prima pioggia di primavera sciuperà la nostra passeggiata: ma rinverdirà le piante, e fra poco noi potremo rallegrarci del primo vento.
Non abbiamo, finora, mai goduto insieme di una così bella primavera: Dio voglia che essa non si muti in autunno.
Addio. Verso mezzogiorno verrò a prendere sue notizie.
Addio, cara, buona.

Johann Wolfgang von Goethe
lettera a Charlotte Von Stein

 

le lettere d'amore giacciono nei cuori,
cuori in disfatta, vicini, lontani, oltre;
sentimenti affollano, affondono, irridono,
poi scema l'ardore, si riduce il lume...
 
Johann Wolfgang von Goethe si trasferisce a Weimar per fare il precettore del duca Karl August.
Era il 1774.
Incontra Charlotte von Stein e comincia un’intensa amicizia, soprattutto epistolare, che dura 12 anni.
La donna ebbe una grande influenza sull’autore di I dolori del giovane Werther, tanto che egli ospitò suo figlio Fritz per educarlo e farla felice. 
Charlotte, amica di Friedrich Schiller e Karl Ludwig Knebel, è stata un amore di Goethe un amore affettuoso, platonico mai realizzato.
Johann Wolfgang Goethe e Charlotte Von Stein si conobbero il 7 novembre del 1775, quando il poeta tedesco fu ospitato dalla famiglia di lei nel loro castello di Kochberg,nei pressi di Weimer. 
I due ebbero per dieci anni una relazione solo platonica, ma non per questo meno profonda. Si scrivevano di continuo lettere d’amore, piene di poesia e affetto, tanto che oggigiorno Charlotte von Stein è considerata dai critici come una delle fonti di maggiore ispirazione per lo scrittore di Francoforte (dalla rete).

venerdì 15 ottobre 2021

Giorno di Ottobre

 
 
“Ogni ruga sui nostri volti
è una storia vissuta
con coraggio, orgoglio, sorriso, pianto, amore.

Sono come le parole d’un libro aperto sfogliato dal tempo
davanti agli occhi del mondo.” 

Alda Merini

 

non abbiamo mai visto le cose noi
con occhi diversi, lontani, nel tempo;
salute e malattia, gioia e tristezze
come la storia del mondo, come noi...

giovedì 14 ottobre 2021

Haiku e stato d'animo

Una lieve pioggia cade,
senza rumore, sul muschio –
quanti ricordi del passato!

Yosa Buson

come caduto è il silenzio, ora,
tra noi, in uno schianto di luci;
rivedo ancora un mare e le onde,
come un relitto affondo la rena...

 

Una
lieve pioggia

è una pioggia minuta che viene giù lenta e sottile
-TRECCANI-

anche ≈ acquerella, acquetta, (non com.) acquicella, (non com.) acquolina, annacquata, annaffiata, pioggerella, pioggerellina, pioggiolina, spruzzata.

mercoledì 13 ottobre 2021

Nè mai ti dirò cose che sai... Anonimo

 
 "Nè mai ti dirò cose che sai..."
 
Infinitesimi istanti additano
errori, conclusioni affrettate,
in un dirupo di sogni ti vedo
"Nè mai ti dirò cose che sai"

Perifrasi interrote dal buio,
le notti, la luna, gli amori,
si fonde un perpetuo sentire 
"Nè mai ti dirò cose che sai"
 
Imbrunisce il giorno, in fretta,
come vita scorre alle spalle,
rileggo il tuo sguardo di ieri
"Nè mai ti dirò cose che sai"
 
Affluisce al cuore l'immagine
di tante speranze riposte
in dolorosi congedi, in istanze
"Nè mai ti dirò cose che sai"
 
Rincorro la bruma, le spezie,
profumo, indeiscente frutto,
misteriose giornate alchemiche
 "Nè mai ti dirò cose che sai"
 
Tu annaspi sensi, ragioni
che posero base, che sono,
bella come le cose proibite
"Nè mai ti dirò cose che sai"
 
Anonimo
del XX° Secolo
da 
"Le implicazioni sentimentali