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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 30 novembre 2018

Istanti, attimi, momenti

Istante

Per nessuna verità al mondo.
Ma se vuoi,
per un soldo di silenzio.

È un istante che divide a metà il paesaggio.

Un attimo umile,
quando qualcuno respira al posto nostro.
 
Jan Skácel
da "Solo un poeta"
traduzione di Annalisa Cosentino 
 
 
Istante 
[i-stàn-te] sostantivo maschile
- Sabatini Coletti -

  
1.- Momento brevissimo, attimo: è accaduto tutto in un istante; all'istante, sull'i., immediatamente - a ogni istante, a ogni momento e continuamente
loc. cong. nell'istante. che, nel momento stesso in cui

2.-  estens. Brevissimo lasso di tempo:
tra qualche istante avremo il risultato

attimo, breve sospeso di vita,
eppure viviamo di istanti;
le corse prima o poi si fermano
e noi si riprende fiato...

giovedì 29 novembre 2018

Haiku n°1 di Anonimo

Risultati immagini per mare infinito e barchetta

Soli,
nel mare della vita
in balia di correnti.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

mercoledì 28 novembre 2018

Poesia autunnale


Autunno '18
 
Delicati pastelli nei cieli
i fiumi si addormentano e il bosco
prepara le piante al sonno.
 
Colori tendenti al mattino,
senza nubi il cielo è terso,
quando il grigio propone la luce scema.
 
Io cammino, su tappeti di foglie,
gli odori, i profumi e l'umido
sono ancora innamorato di me.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 
I giorni si accorciano, le giornate di pioggia diventano tante, troppe, le ore di luce sono spesso rovinate dal grigio del cielo e si finisce più facilmente per cadere preda di quello che gli esperti anglosassoni definiscono il
"winter blues"
quella sensazione di tristezza tipica della stagione fredda.
 
 Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista
 'European Neuropsychopharmacology',
però, alcune persone possiedono una sorta di scudo di difesa contro questa forma di depressione stagionale:
 in particolare le donne, sembrano adattarsi meglio ai fattori di stress ambientale per evitare questa tipica forma di depressione.
Lo studio sulla depressione legata tipicamente 
alla variazione stagionale o
"Sad"
(tralatro in inglese significa e si traduce con triste) 
(Seasonal Affective Disorder),
 suggerisce che alcuni persone possono evitare questo stato depressivo  mantenendo o addirittura aumentando i propri livelli di serotonina (il cosiddetto "ormone del buonumore") per tutto l'anno, anche se sono portatori di un gene che normalmente aprirebbe la strada al fastidioso ma affascinante processo fisiologico del winter blues (dalla rete).
 

martedì 27 novembre 2018

Sempre parole

Parole coniate per l'occasione
 
La strada presa
per evitare Cavan
mi portò a ovest,
(un’indicazione letta male)
e così a Derrylin
svoltai a est.
 
Sole su ghiaccio,
lanugine
su canne e cespugli,
la gettata del ponte in ferro
in un silenzio d’Avvento
che attraversai,
 
poi accostai,
parcheggiai e sedetti
respirando nebbia
sul,parabrezza.
Requiescat...
Uscii
 
ben avvolto,
in piedi sulla riva
gelata fissavo

l’orizzonte di brina,
la mia prima sosta
del genere dopo anni.
 
E benedii me stesso
in nome di quell’unica occasione
e di ciò che capita per caso,
i chi lo sa
e i che succederà
e i così sia.
 
Samuel Heaney
da District e Circle", 2003
Traduzione di Luca Guerneri
 
 
non mi sono mai mancate le parole,
sempre pronte, vigili, utili;
a volte la gola si stringeva forte,
allora scrivevo, le parole erano lì...
 
 
La parola
è l'espressione orale
o scritta
di una informazione
o di un concetto,
 ovvero la rappresentazione
di una idea
svolta a mezzo e nel presupposto
di un riferimento convenzionale.
In morfologia
la parola è definita
come un elemento linguistico
costituito da un morfema libero
o da una sequenza di morfemi legati
(da Wikipedia).
 

lunedì 26 novembre 2018

Lettere ancora

Lettera

Viene la sera, è vero, silenziosa
piove una luce d’ombra e come
fossero i nostri sensi inevitabili
improvvisi, noi lamentiamo
una più vasta scienza.

Aver di quella il frutto
appariscente, la bella brama,
e l’ombra perfino, di sussurri
e di giochi, come bimbi.

  Ma io lo so Serena io non posso,
in questi tempi segnati dal segreto
di cui s’invade
la nostra intimità,

vivere adesso se non con tale affanno
e così lieve.

 

Di questo amaro stento già si fa più vero
un sentimento pago di letizia, al modo
che alla sera insieme
andando per le strade
chiare, l’ho visto, d’ombra
e di segreto,
noi siamo tra i perduti lumi
esseri più miti di chi
venuto prima di noi
ebbe solo a soffrire

salvi quasi per caso, e in questo prodighi.

 
I baci sono bellissimi doni.
 
Beppe Salvia
 
 
quante lettere nella nostra vita, in quella dei tempi passati,
ora nessuno più scrive le classiche lettere,
ci sono e-mail, WA et altro.
Eppure se andiamo a rileggere le lettere ricevute
sorge in noi un senso di appartenenza, di gioia;
ora manca nel senso dell'attesa il tempo,
ora è tutto "real time"
forse meglio,
sicuramente diverso...
Gujil
 
quante scritte e mai spedite,
tenute però, custodite e riposte;
le mie lettere, spesso d'amore,
a volte piene di straziante addio...

domenica 25 novembre 2018

Figure


Figura 

Lontano da me
oltre gli edifici di Botafogo
                               e di Tijuca
                    oltre i quartieri di Méier, di Madureira
                              di Bangu
vinta l'ultima casa nella periferia di Rio de Janeiro
                              lontano
                   oltre le spaventose rocce
                   della catena delle Araras
oltre le valli e i campi coltivati
                  municipi e città
lontano
lontano da me
                 nel cuore di San Paolo
                 tu dormi a quest'ora
                 (quattro e un quarto del mattino) 
                 con i tuoi neri capelli.
 
Ferreira Gullar
Risultati immagini per figura
 
figura
sostantivo femminile
[dal lat. figura, dal tema di fingĕre «plasmare, modellare»]
- TRECCANI -
 
- a. Aspetto esteriore d’una cosa:
lo circulo che ha figura d’uovo (Dante);
prender corso e figura di fiume (Manzoni);
un monumento in figura di piramide; un attore in figura di centauro; una bizzarra figura; cambiare, conservare, perdere la propria figura.

- b. In particolare., l’aspetto del corpo umano:
ogni figura d’uomo che vi apparisse, rattristava lo sguardo e il pensiero (Manzoni);
una figura snella, tozza, goffa; è una bella figura d’uomo;
con la figura che ha si direbbe un montanaro;
e del viso: una cara, mesta, dolce, simpatica figura;
la sinistra figura di quel gaglioffo, ecc.
Risultati immagini per figura(in quest’ultimo significato è spesso influenzato dal
francese figure «faccia»; così nella scherma si chiama figura il bersaglio valido costituito dalla parte laterale e superiore, rispettivamente destra o sinistra, della testa).

In ortopedia, mettere in figura, riferito a un arto fratturato o deforme, ripristinare la forma e l’atteggiamento normali
 
sempre lontano le cose belle, volute,
vicino abbiamo la normalità, il quotidiano
che spesso disprezziamo senza capire;
sempre lontano e il tempo diminuisce ancora...

sabato 24 novembre 2018

Sisifo

Risultati immagini per sisifo
 

Un bel mito quello di Sisifo,
sembra un po' la storia di molti,
continuare imperterriti
e sembrare di riuscire a compiere qualcosa
e poi ricominciare di nuovo daccapo...
proviamo a pensare
e scopriremo che i  nostri pensieri,
le nostre assillanti domande,
l'uomo se le fa da sempre
e da sempre cerca
le stesse arcane risposte.
Gujil
 
 
Sisifo
 
nella mitologia greca e' il figlio di Eolo, fondatore e primo re di Corinto.
Era discendente di Prometeo e marito di Merope da cui ebbe Glauco e Almo.
Mentre si trovava nei pressi della rocca di Corinto per tentare di risolvere il problema dell'acqua che scarseggiava, Sisifo sorprese Zeus con la ninfa Egina figlia del dio fiume Asopo che aveva rapito.
Risultati immagini per sisifoIl dio Asopo si presento' a lui nelle sembianze di un vecchio chiedendo della figlia.
Sisifo rivelo' di averla vista ma non con chi, a meno che Asopo non avesse garantito l'acqua alla citta' di Corinto.
Asopo acconsenti' e Sisifo gli rivelo' che era stato Zeus a rapirla.
Zeus saputo cio' chiese al fratello Ade di punire Sisifo.
Ade con la complicita' di Ares imprigiono' Sisifo nel Tartaro.
Tuttavia Sisifo aveva imposto alla moglie Merope di non seppellire il suo corpo cosi' usò questa scusa per ottenere da Ade di tornare nel regno dei vivi e permettere cosi' la sua sepoltura.
Tuttavia una volta nel regno dei vivi non torno' piu' negli inferi sfidando cosi' gli dei.
Come punizione Zeus lo obbligo' a trasportare un masso dalla base alla cima di un monte.
Tuttavia ogni volta che giungeva in cima il masso rotolava giu'.
Sisifo era condannato a ricominciare ogni volta senza mai riuscirci.
(dalla rete)
 
Tiziano Vecellio
"Sisifo", 1548 circa,
Madrid, Museo del Prado


Impreparati ad aspettare il tutto
 
Impreparati ad aspettare il tutto
si vive in attesa, nell'ansia sopita,
si cerca nella poca e avara gioia
una ragione che vinca la pressante noia
e ci riporti ogni volta in vita
per sopportare dal dolore al lutto.
 
Impreparati ad aspettare il tutto
si corre un percorso a volte arcigno
volto a raggiungere agognate mete
per sedare la nostra assillante sete
o liberarsi dal gravoso, pesante macigno
che opprime l' anima quando volge al brutto.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 

venerdì 23 novembre 2018

La sorte

6
 
Oscuramente
libri, stampe, le chiavi
han la mia sorte.
 
Jorge Luis Borges
 
 
ancora essenzialità, sintesi,
le attese sono così, crude;
la sorte è segnata, sempre,
probabilmente viviamo di sogni...
 
 
sorte
(Tyche)
vocabolario TRECCANI

Forza che si immagina regolare in modo imprevedibile le vicende umane, senza che la volontà degli uomini possa nulla contro di essa, e il complesso delle vicende e delle condizioni materiali e morali che essa distribuirebbe a ciascuno degli uomini.
La Sorte, come concetto o personificazione, appartiene da sempre a ogni cultura umana, e il mondo greco anche in questo non fa eccezione, con la presenza delle Moire prima e della Tyche poi.
Gli Elleni avevano un termine preciso per identificare il fato: μοῖρα, “moira”, parola che viene dal verbo μείρομαι, “meìromai”, che significa “avere in parte”. I Greci, infatti, avevano un’idea molto particolare del destino: ad ognuno di noi tocca una fetta della sorte umana, che nemmeno gli dei possono cambiare o toccare.
Le 3 Moire infatti, personificate in Cloto, Lachesi e Atropo, controllano addirittura il mondo divino e sono superiori ad esso (interessante come questa gerarchia sia passata al mondo etrusco, dove Tinia, la sorte, è riconosciuta al di sopra delle divinità, e molto meno a quello romano, dove le tre sono dette Parche) (dalla rete).

Tyche Moire sorte letteratura greca
 

giovedì 22 novembre 2018

Sacchetti di plastica

Per sentito dire
 
Con il mio orecchio quest’oggi
ho sentito quattro volte i pompieri.
Stavo seduto al tavolo con il mio orecchio
e mi son detto:
Di nuovo i pompieri.
 
Avrei altresì potuto dire:
Lo sciupìo dei sacchetti di plastica.
Oppure:
Le scarpe necessitano di una riparatura.
Oppure:
Domani è sabato.
Invece ho detto:
Di nuovo i pompieri;
 
ma chi mi ha ben capito
sa
che io intendevo
lo sciupìo dei sacchetti,
le scarpe da portare a riparare,
e il sabato, il fine settimana.
 
Günter Grass
 
Ogni europeo usa in media 198 sacchetti l’anno per circa un massimo di 20 minuti. Il 90% dei sacchetti è monouso, finisce nell’immondizia e nell’ambiente anche per 1000 anni. Per produrli si consumano ingenti quantità di petrolio, hanno una vita breve anzi brevissima, sono difficili di smaltire e non sono biodegradabili. Causano la morte per soffocamento di numerosi animali e disintegrandosi a causa degli agenti atmosferici rientrano facilmente nella catena   alimentare (dalla rete).
 
le voci, nei corridoi, dagli angoli,
siamo preda di maldicenze e lodi;
eppure anche noi cadiamo in fallo,
ci prestiamo a situazioni ambigue...

mercoledì 21 novembre 2018

Vita


Vita

La vita scorre attraverso il mio tempo,
e io, un volto non rasato,
dove le rughe sono profonde, analizzo le tracce.

Pensieri come bestiame,
avanzano sulla strada per bere,
estati perdute ritornano, ad una ad una,

profonda come il cielo viene la malinconia,
per la pianta di carice che fu,
e le nuvole che allora rotolavano più bianche,

eppure so che tutto è uguale,
che tutto è come allora e irraggiungibile;
perché sono al mondo,

e perché mi prende la malinconia?
E gli stessi lillà profumano come allora.
Credimi: c’è un’immutabile felicità.

Lars Gustafsson
traduzione di Enrico Tiozzo
 
 
già la vita, quella che ami, che hai,
quando senti che sfugge è ansia,
quando la vedi spegnersi e scemare
negli occhi di altri che spesso ami...
  
vita
sostantivo femminile. [lat. vīta] -TRECCANI-
 
 - 1. (biol.) [insieme delle funzioni naturali degli organismi viventi: ambiente adatto alla vita] ≈ esistenza. ↔ morte.
2- . [spazio temporale compreso tra la nascita e la morte di un individuo: troncare la vita1] ≈ esistenza....

lunedì 19 novembre 2018

Rifiuti

A ciascuno di noi nella vita è capitato e capiterà di essere scaricati.
Si tratta di un momento davvero difficile da superare ma bisogna saper affrontare il dolore con un poco di razionalità in modo da poter andare avanti e tornare a vivere.
E’ questo che cerca di spiegare il noto scrittore e filosofo Alain de Botton  “Non collegate il rifiuto a tutto ciò che odiate in voi, non pensate che la fine di una relazione sia una dolorosa tragedia: l’unico rapporto che vale la pena rimpiangere è quello a cui vogliono appartenere disperatamente due persone” (dalla rete)
 
quanti rifiuti! tanti, assai,
ne ricordo qualcuno... chissà...
eppure la vita ha portato altro,
percorsi intrecciati ed avvinti...


L'onesto rifiuto
 
Un mio gioco di sillabe t'illuse.
Tu verrai nella mia casa deserta:
lo stuolo accrescerai delle deluse.
So che sei bella e folle nell'offerta
di te. Te stessa, bella preda certa,
già quasi m'offri nelle palme schiuse.
 
Ma prima di conoscerti, con gesto
franco t'arresto sulle soglie, amica,
e ti rifiuto come una mendica.
Non sono lui, non sono lui! Sì, questo
voglio gridarti nel rifiuto onesto,
perché più tardi tu non maledica.
 
Non sono lui! Non quello che t'appaio,
quello che sogni spirito fraterno!
Sotto il verso che sai, tenero e gaio,
arido è il cuore, stridulo di scherno
come siliqua stridula d'inverno,
vôta di semi, pendula al rovaio...
 
Per te serbare immune da pensieri
bassi, la coscienza ti congeda
onestamente, in versi più sinceri...
Ma (tu sei bella) fa ch'io non ti veda:
il desiderio della bella preda
mentirebbe l'amore che tu speri.
 
Non posso amare, Illusa! Non ho amato
mai! Questa è la sciagura che nascondo.
Triste cercai l'amore per il mondo,
triste pellegrinai pel mio passato,
vizioso fanciullo viziato,
sull'orme del piacere vagabondo...
 
Ah! Non volgere i tuoi piccoli piedi
verso l'anima buia di chi tace!
Non mi tentare, pallida seguace!...
Pel tuo sogno, pel sogno che ti diedi,
non son colui, non son colui che credi!
 
Curiosa di me, lasciami in pace!
 
Guido Gozzano
da "I colloqui", 1911
 

domenica 18 novembre 2018

Non trattenetemi

Risultati immagini per non trattenermi
Lasciami, non trattenermi
 
Lasciami, non trattenermi
nella tua memoria
era scritto nel testamento
ed era un golfo
di beatitudine nel nulla
               o un paradiso
di luce e vita aperta
senza croce di esistenza
che sorgeva dalle carte
ammuffite nello scrigno.
E lei non ne fu offesa,
le nascevano, ne sentì prima rimorso
e poi letizia, impensate latitudini
nelle profondità del desiderio,
ecco, la trascinava
una celestiale oltremisura
fuori di quella ministoria, oh grazia.
Si scioglievano
l’uno dall’altro i due
e ogni altro compresente,
si perdevano sì,
               però si ritrovavano
perduti nell’infinito della perdita –
era quello il sogno umano
della pura assolutezza.
 
Mario Luzi

 


La poesia presentata oggi nel blog è tratta dal libro di non recente pubblicazione
 “Lasciami, non trattenermi. Poesie ultime”,
a cura di Stefano Verdino
(Garzanti Libri, Milano 2009).
 Il libro raccoglie le ultime poesie inedite di Mario Luzi.
Il testo “Lasciami, non trattenermi”, non soltanto dà il titolo alla raccolta, che comprende settantuno componimenti, ma vi occupa la posizione finale, a sigillo dell’intera opera del grande poeta novecentesco (dalla rete).
Una persona che la vita ha saputo scriverla e mostrarla a tutti noi, con le sue contraddizioni ed un pensiero sempre proiettato alla fine del percorso, a quel traguardo che nessuno vorrebbe mai raggiungere ma che ci viene incontro e toglie ai nostri occhi e ai nostra abbracci le persone che abbiamo davanti.
Poi, si sa, ci piaccia o meno, toccherà anche a noi.
Gujil
 non trattenermi, mai col ricordo,
lascia che vada, che dimentichi e viva,
così vorrei fosse, sapessi la formula,
volessi qualche volta di più...
 

sabato 17 novembre 2018

Mandorle

La mandorla
è il segreto che si svela rompendo il guscio, che protegge il seme.
Essendo nascosta, incarna l’essenza spirituale, la saggezza, la sapienza.
Ecco perché alcuni riti sacri prescrivono di nutrirsene.
Avendo una forma ovoidale , essa è collegata alla matrice, come simbolo di fecondità, di nascita primordiale dell’universo.
Rappresenta un spazio chiuso, protetto, e delimita lo spazio sacro separandolo dallo spazio profano: protettrice che separa il puro, l’originario, dall’impuro (dalla rete).

5
 
Oggi non ride
il mandorlo dell’orto.
È il tuo ricordo.
 
Jorge Luis Borges
 
anche vicini al freddo, soli,
haiku pieni di effetto, strali
alla coscienza vigile di tutti;
ogni uomo ha in sé l'essenziale...
 
Vincent Van Gogh
"Ramo di mandorlo in fiore"
1890, olio su tela
Ramo di mandorlo in fiore o
Ramo di mandorlo fiorito
è un dipinto a olio su tela (73.5x92 cm) realizzato dal pittore Vincent van Gogh a Saint Rémy nel 1890. La tela fu un regalo che lo stesso pittore fece al fratello Theo Van Gogh e alla moglie Johanna Bonger per la nascita del loro figlioletto, di nome Vincent Willem.
L'opera è la rappresentazione di un ramo di mandorlo fiorito, dai petali bianchi, quasi perlacei, che si stagliano in un cielo blu, dalle sfumature turchesi. Come simbolo di vita, Van Gogh scelse i rami del mandorlo, uno dei primi alberi in fiore che, nel soleggiato sud, in quel febbraio annunciava l'imminente primavera.
La posizione dei fiori e la precisione delle linee indicano che fonte di ispirazione per il pittore impressionista fu l’arte dell’incisione giapponese, mentre il soggetto simboleggia
L'opera fu sicuramente ispirata dalle stampe giapponesi, probabilmente la prima di una serie che Vincent non riuscì a terminare perché sconvolto da una crisi.
Il quadro oggi è esposto al Van Gogh Museum di Amsterdam nella sezione 1889-90 Saint Rémy (da Wikipedia).