L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.
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venerdì 8 agosto 2025
Protocollo cittadino #88 (Tramonto) e opacarofilia
lunedì 28 ottobre 2024
Ansimando
domenica 6 ottobre 2024
Morto che cammina
Vi parrà qualche nuova baggianata
Da far mettere un uomo alla berlina;
Eppur, signora, è una cosa provata:
Signora, io sono un morto che cammina.
Me ne ricordo come fosse jeri:
Ero vivo e spavaldo e malaccorto:
Un dì, mentre ne gìa sopra pensieri,
Mi colse freddo e da quel dì son morto.
Morii solo, da me, senza nojose
Querele e a guisa d’un antico saggio;
Morii nel mese in cui nascon le rose;
Morii un mattino del mese di maggio.
Da quel dì mangio e bevo e vesto panni,
E discorro, e talor vado a diporto;
Ma voi non ci credete a quest’inganni;
Ma voi tenete a mente ch’io son morto.
E però, se vi guardo, e se talora
Vi parlo delle mie pene secrete,
E se dico d’amarvi, — oh, mia signora,
Per carità di voi, non mi credete.
Arturo Graf
giovedì 19 settembre 2024
Indicazione
Smettetela di tormentarvi.
Se volete incontrarmi,
cercatemi dove non mi trovo.
Non so indicarvi altro luogo.
Giorgio Caproni
lunedì 12 agosto 2024
Protocollo marino #80 (Solleone)
domenica 4 agosto 2024
Occasione
Occasione
L’occasione era bella.
Volli sperare anch’io.
Puntai in alto. Una stella
o l’occhio (il gelo) di Dio?
Giorgio Caproni
venerdì 19 luglio 2024
Protocollo cittadino #132 (Oggi)
Oggi
mercoledì 6 marzo 2024
Protocollo cittadino #114 (Adesso)
L’avverbio adesso significa in questo momento, nel tempo presente; è sinonimo più familiare e più frequente di ora (a. non posso riceverlo, sono occupato; sembra che a. siano di nuovo amici; a. che abbiamo finito il lavoro, possiamo riposarci; e a. cosa facciamo?). Con un limite di tempo più ampio, può alludere all’età presente: in questo significato è sinonimo di oggi (la moda, la gioventù di a.; questi sistemi a. non si usano più).
Pur essendo un avverbio di tempo riferito essenzialmente al presente, adesso non si usa soltanto per fatti e situazioni che avvengono nel presente, ma anche per fatti e situazioni che sono cronologicamente molto vicini al momento attuale, tanto da essere percepiti come “al presente” anche se avvengono nel passato o nel futuro. Sicché adesso può significare anche un momento fa, poco fa, con riferimento a qualcosa che è passato da poco (sono stato a. da lui; m’ha telefonato proprio a.);
oppure può significare tra poco, tra un momento, con riferimento a qualcosa che avverrà entro un tempo molto breve (a. te lo dico; dovrebbe arrivare a.) -TRECCANI- (dalla rete).
mercoledì 26 luglio 2023
Paolo Buzzi
Il nome di Paolo Buzzi (Milano, 15 febbraio 1874 – Milano, 18 febbraio 1956), figura tra i primi “manifesti” di Filippo Tommaso Marinetti e potremmo tranquillamente inserirlo nella tradizione del filone lombardo che ha iniziato con la Scapigliatura e termina con il Futurismo, assumendo una fisionomia nuova: ottimista e fiduciosa nel progresso. Nato in una famiglia borghese ma con origini legate alle antiche corporazioni familiari, Buzzi
si inserisce in una temperie culturale che vede da una parte, gli
scapigliati contro quell’etica tipicamente borghese, dall’altra l’
azione del primo socialismo e l’energetismo marinettiamo che vuole dare
una voce politica alla civiltà moderna delle macchine.
Sera di uragano
Il cielo è nero fumo che voltola, sfiocca, imperversa
come a un fiato d’incendio. Corron ruote di cenere
per l’infinito campo: gorghi d’ocra e di fuliggine
si riproducono e ripercotono.
Tutto fugge come a un fosco mare.
Le case impallidiscono di spasimi sulle montagne,
mostrano i mille occhi dalle palpebre chiuse,
i lampi sono rosei
come i filari efimeri delle gambe alle ballerine
in passo di finale.
Le folgori son come bisce verdi e violette.
Spesso han vene di sangue a capo, a coda. Sparve
la scena de’ monti lontani.
I monti attigui sono i lontani. S’opaca la distanza.
Eccoli dispariti.
Una dolomia, sola, il chiaro picco mantiene, alto,
in un canto de la nerezza, teso.
Piovon tutte le acque,
a gocce, a schegge, a frecce, a micce ebbre di fuoco.
Gli uccelli fuggono gli occhi accesi dei gatti saliti sulle piante:
i gatti fuggono le spire di bragia delle folgori:
le foglie degli alberi tremano per l’Universo.
Io m’abbandono
a tutti i fiumi oscuri di me stesso che straripano.
Paolo Buzzi
Tra le liriche più originali ed interessanti di Buzzi figurano: Versi liberi (1913), che al programma dell’anarchico ed egotista Lucini del verso libero andava sostituendo la marinettiana parola in libertà, e L’elisse e la spirale (1915).
Tra i fondatori della rivista Poesia (1905), è uno dei maggiori esponenti della poesia futurista.
Tra i volumi di versi: Poesie leopardiane (1898). Aeroplani (1909), Versi liberi (1913), che chiude la fase dichiaratamente futurista della sua produzione, cui seguono forme più tradizionali, Bel canto (1916), Popolo, canta così! (1920), Poema dei quarantanni (1922), Canti per le chiese vuote (1930), Poema di radioonde (1940), Atomiche (1950).
Tra le opere narrative, il poema in prosa L'esilio (1906) e il romanzo sperimentale L'Ellisse e la spirale, “Film + Parole in libertà” (1915); tra quelle teatrali, Sintesi sceniche (1917).
(TRECCANI - dalla rete)
lunedì 5 settembre 2022
Poesia e riflesso
Non è finzione né invenzione
Non è finzione né invenzione
che tra affondo e risalita
necessita restar sospesi
nel buio di un fondale.
Ma qui noi siamo emersi,
nel cerchio del tuo letto
lo stagno ha un sogno esteso
e tu radice hai nel buio
mio caldo e nel mio seno.
Due lacrime – umido nell’umido –
avrei voluto darti, ma la gioia
è pianto breve e vedi amor mio,
ora che un po’ di me il limite
amo, mi fletto al tuo confine
di bianco e melograno.
Sei natura e splendore
nei tuoi angoli acuti
e di te conosco stanze
larghe d’improvviso.
Ami di me quello che
a nessuno ho permesso.
Tu di me conosci la segreta luna
ed io di te disvelo il sole ombrato
(pure notte e nebbie di te io amo)
Ora di me angelo e custode,
espugni dal silenzio
il liquido mio gelo.
Non rimproverarmi gli anni negati
io non ti imporrò le assenze
di memoria che ormai non so colmare.
Ritroverai in una piazza senza platani
il ricordo di un momento che al tempo
torna breve.
Mi germini nel petto e
mi germogli sangue.
Nei nostri nomi
ripetuti per conferma
s’appiana ogni rivolta.
Vengo a te mancante
e forse mi perdoni.
Ti dico che sei angelo
di corpo e sangue e
l’ala che mi stendi
su occhi e bocca
non è farmaco né medicamento
ma pura verità che si fa vera.
Aspetterò il tuo ritorno nuda
sul bianco del ricamo,
dalle finestre a guardare
il tuo passo
che nel ventre mi sale.
Rallenterai il venire per
farmi soffrire d’attesa,
aprirai la porta, aprirai la bocca,
riceverai il mio pianto, la mia gioia
e il dileguato silenzio.
Mai più dirò che sono qui per te,
mai più saprai quel che volevo dirti.
Eppure non c’è parola che non
potrei donarti, né ansa di me
in cui tu non possa trattenerti.
Se tu sei su di me o su di te io,
nessuna ombra più ci tormenta.
Saremo, tu lo sai,
la somiglianza di
una unità che non
s’interrompe mai.
Mariella De Santis
Insieme per finire un percorso,
la solitudine di un altro livello;
strade si incontrano e deviano
lnel nostro furioso andare...
domenica 10 luglio 2022
Fotografo
La vetrina del fotografo
Non dovete aggiungere altro
credo di conoscerli
quei segreti così terreni
esposti alla luce dei volti
le occhiate fuori dalla cornice
i desideri in formalina
nel nascondiglio bianco
di una fotografia.
Il sì è un chissà ora che siete spose
e aspettate il battesimo di sangue
e sperma della prima notte
o avete nostalgia di altre notti
gli incontri che non dite al confessore
e che vi lasciano quasi un sorriso
sotto vetro nel primo piano più riuscito.
Canio Mancuso
In una fotografia riaffiora e irrompe
una marea compressa e antica;
le ribalte del palcoscenico della vita
si sono per un attimo appassionate ancora...
lunedì 6 giugno 2022
Quel tempo lì...
Quel tempo lì, scaturiva da un orifizio
(io lo chiamo così, ma in realtà erano infiniti
gli orifizi, e invisibili)
come scaturisce ogni tempo
e anche questo tempo, quello di questi istanti,
scaturisce nello stesso modo
e è lo stesso tempo,
poi si spandeva come un liquido sulla terra piatta
mentre nello stesso istante altro ancora scaturiva
e io avevo dietro
quello che un istante prima era avanti.
Eppure era bello sedersi a un lato
e fare finta di niente di tutto questo movimento,
immaginare tutto immobile, e accanto
come qualcuno che riposava accanto a me
e io potevo far finta che non ci fosse,
che io potessi muovermi, e lui stesse fermo,
e io potessi finalmente riposare,
o anche dormire, e lei fosse una donna
con una grande gonna, e stesse ferma sui campi,
bella nel tramonto con il sole basso
e rosso, bella nella notte
e nella mattina luminosa, bianca.
(Inedito)
Claudio Damiani
giovedì 30 settembre 2021
Pogo
Si tratta di un opossum antropomorfo che vive nella palude di Okefenokee in Georgia.
È stata pubblicata negli Stati Uniti dal 1948 al 1975.
La striscia è caratterizzata da una satira sociale e politica accoppiata a uno stile grafico piuttosto tipico dei cartoni animati comici, che la rese molto popolare.
È considerata un classico del fumetto statunitense.
Con il passare del tempo, la striscia perse la sua originaria impostazione, virando in una satira feroce ed implacabile della scena politica degli U.S.A.
Inoltre, durante la sua gestione di Pogo, Walt Kelly ebbe la geniale idea di candidare il simpatico opossum, ogni 4 anni, alla carica di Presidente degli Stati Uniti d'America, con tanto di esilaranti campagne elettorali nelle strip e tour promozionali nelle università. Questa iniziativa, incarnata nello slogan I Go Pogo, contribuì a trasformare l'opera di Kelly in una delle icone della controcultura americana.
Pogo è spesso mostrato mentre conduce una barchetta il cui nome, scritto sulla fiancata, cambia da striscia a striscia.
Kelly era solito in questo modo introdurre nelle vignette pubblici saluti ad amici e ammiratori.
Fino al 1954, Pogo continuò ad esistere in due formati, come striscia quotidiana e come comic book sempre edito dalla Dell, che presentava una sorta di raccolta e rimontaggio delle strisce giornaliere, ma la versione in albo fu interrotta per volere dell'autore che voleva dedicarsi solo alle strip.
Kelly cominciò ad avere problemi di salute nel 1971, per poi morire due anni più tardi, il 18 ottobre 1973, per complicazioni dovute al diabete.
Fino al 1973, anno della sua morte, Kelly si è dedicato interamente alla realizzazione della striscia che è considerata un classico dei fumetti.
Pogo proseguì fino al luglio 1975, curato da Stephen Kelly, figlio di Walt.
(da wikipedia)
giovedì 26 agosto 2021
Giorni di minime #66 (sgranare)
Sgranare
mercoledì 17 marzo 2021
Il nostro afterglow
afterglow
1.- riverbero del tramonto.
2.- (fig) sensazione piacevole, ricordo piacevole: she basked in the afterglows of her success si cullava nei piacevoli ricordi dei suoi successi passati.
3.- (El) bagliore residuo, postluminescenza.
4.- (of radar) persistenza dell'immagine.

Il sole dei vecchi
è un sole stanco.
Trema come una stella
e non si fa vedere,
ma solca le acque d'argento
dei notturni favori.
E tu che hai le mani piene
d'amore per i vecchi
sappi che sono fanciulli
attenti al loro pudore.
Alda Merini
sabato 12 dicembre 2020
Vertigine, aforismi e amore
sfida, pianto di gioia, verità.
Ed è subito «era».
Maria Luisa Spaziani
rimane la gioia di condivisione;
restiamo animali di sensi e paure,
abbiamo un arbitrio assai volubile...
L’amore dà le vertigini,
ma la sua vertigine,
per quanto intollerabile,
è di una delizia infinita.
Hubert Aquin
Il termine vertigine definisce una illusoria sgradevole sensazione di movimento del corpo o dello spazio circostante
dovuta a un conflitto tra le informazioni provenienti dai recettori
periferici o a una erronea interpretazione centrale di esse. In sintesi,
qualsiasi percezione di movimento in assenza di reale movimento.
Questa sensazione può essere appena percettibile o può essere così grave
da comportare difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio e nello
svolgimento delle attività quotidiane.
(dalla rete)
domenica 8 novembre 2020
Pandemia
Francis Turner
Non potevo correre o giocare
da ragazzo.
Da uomo potevo solo sorseggiare dalla coppa,
non bere -
perchè la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Ora giaccio qui
confortato da un segreto che nessuno tranne Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe, e di pergole dolci di viti -
là quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary -
baciandola con l'anima sulle labbra
all'improvviso questa prese .
Edgar Lee Masters
malattia come catarsi? rinascita?
si muore, altro che storie da scrivere;
in questi momenti così bui prevale
solo tristezza, solo mutevole astio...
Una pandemia (dal greco
pan-demos, "tutto il popolo") è la diffusione di una malattia epidemica in
vaste aree geografiche su scala globale, coinvolgendo di conseguenza gran parte
della popolazione mondiale, nella malattia stessa o
nel semplice rischio di contrarla. Tale
situazione presuppone la mancanza di immunizzazione
dell'uomo verso un patogeno altamente pericoloso (da wikipedia).