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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 31 agosto 2017

Vesti

Aspettando le vesti

Il giorno che i dottori e le infermiere
hanno i loro colloqui settimanali coi pazienti,
siedo aspettando il mio turno fuori dello studio,
schiena al muro, gambe raccolte sotto il mento,

giocando con il lembo della mia camicia bianca da
     ospedale.
Hanno preso ogni cosa che a loro giudizio
doveva esser presa – le mie vesti, i miei libri,
la mia musica, come se venir spogliata

facesse parte della cura, come rimuovere il fodero
da una lama che ha fatto strage.
Hanno detto: aspetta qualche giorno, e se fai la
     brava
potrai riavere le tue cose. Avevano preso

il mio diario, la mia parola fatta carne, e penso
a questi dottori che mi conoscono nuda,
mi tengono per la spina dorsale, due dita
sotto il collo, come si tiene un bimbo,

mi cavano l'anima dalle costole,
sfogliano le pagine dei miei pensieri,
come se mi leggessero la mano,
il mio nome sotto di loro come una confessione,

che sono padroni di questa ragazza, che rivendicano
questo mondo di oscurità, leggerezza, morte
e nascita. È nelle loro mani come una sagola di
     salvataggio,
e io mi sento in caduta libera o a pezzi.

Sentono la mia voce mentre leggono
e pensano: Chi è questa ragazza che parla?
Io conosco la fine, a loro lo dice lei.
È l'ultima riga, sia sorgente che termine.

È ciò per cui gli oceani cantano, come si muove
     il sole,
un luogo per i cartografi dove cominciare.
Dietro la porta, niente è detto.
Come sogni, le mie vesti escono dalle scatole.

Leanne O'Sullivan
da " Sogno di nascita"
traduzione di Alessandro Gentili
 

Veste [vè-ste] sostantivo femminile - Sabatini Coletti -
  • 1.- Indumento maschile o femminile che copre l'intera persona; equivale a abito o, anche, a vestito, rispetto ai quali ha significato più generico; (al pl.) nome collettivo degli indumenti esterni indossati: collezione di v. antiche || v. da camera, vestaglia || fig. stracciarsi le v., fare mostra di scandalizzarsi; anche, cadere nella disperazione
  • 2.- estens. Rivestimento: la v. di paglia dei fiaschi
  • Risultati immagini per in veste di significato3.- fig. Aspetto, forma esteriore SIN apparenza: nascondere un interesse privato sotto la v. della generosità || v. editoriale, tipografica, il modo in cui si realizza una pubblicazione, spec. in riferimento al tipo di carta usata, alla rilegatura e sim.: una lussuosa v. tipografica
  • 4.- fig. Titolo, funzione, qualità: parlare in v. di ministro; in v. ufficiale; lo faccio in v. di amico
  • 5.- Espressione linguistica: tradurre in v. poetica un concetto
 
non ho mai amato i vestiti,
qualche camicia colorata si,
no mi sono mai piaciuti i fronzoli;
aspetto ancora approvazioni palesi...

mercoledì 30 agosto 2017

Poesia e riflesso

Due canzoni di silenzio
 
Ascolta come il silenzio
s'è fatto all'improvviso
per il nostro amore
 
orizzontalmente…

Credi solo all'amore
e in nulla più
taci: ascolta il silenzio
che ci parla
più intimamente; ascolta
tranquilla
l'amore che sfoglia
il silenzio…
 
Lascia le parole alla poesia…
Oxford, 1939
 
Vinicius De Moraes
da "per vivere un grande amore"
 
 
l'amore, quello vero,
un tempo, un forse, forse mai;
ricordo i baci, carezze impudiche,
i seni, la lingua, i sospiri...

martedì 29 agosto 2017

Giorni di minime estive #8

ritorni, dopo tempo, finalmente,
nel usuale, nel consueto, risaputo;
mi stanco facilmente a correre,
ho rivisto, per una attimo la luce,
un lampo negli occhi buoni...
 
Gujil
 
 

lunedì 28 agosto 2017

Melagrana

La melagrana
 
Dio così ricco, così vivo, come
una melagrana aperta:
e i chicchi sono gli uomini, compatto
sangue che brilla di color rubino.
Dio terrestre, colore del mattino,
sangue puro, entusiasta, che ribolle
serrato in te nelle tue brevi ampolle,
sangue, color del vino!
1950
 
Lino Curci
da "Mi rifarò vivente"
 
 
Il melograno è una pianta conosciuta e coltivata dall’uomo fin dall’antichità.
Le sue origini esotiche comprendono un vasto territorio che va dall’Iran all’India settentrionale anche se si è diffuso già in tempi preistorici in tutto il bacino del Mediterraneo, come nella regione costiera tunisina, chiamata punica dagli antichi Romani e da cui deriva il nome latino di questa pianta, cioè Punica granatum
Il melograno ha assunto nei tempi una forte valenza simbolica.
I persiani, ad esempio, lo consideravano il simbolo dell’invincibilità.
Nella religione ebraica, la melagrana è simbolo di produttività e ricchezza perché contiene molti semi – circa 600 – ed è nominata numerose volte nella Bibbia come uno dei sette frutti della Terra Promessa.
La melagrana è stata assunta anche a rappresentare la santità per la tipica forma a corona del suo picciolo. 
I chicchi vermigli hanno stimolato la fantasia e la nascita di miti e leggende facendo diventare il melograno simbolo del legame coniugale e di fertilità in diverse civiltà.
Nell’antica Grecia era la pianta di sacra di Venere e Giunone, la dea protettrice dei matrimoni fecondi.
All’epoca dell’Impero Romano, le spose intrecciavano dei rami di melograno ai capelli come augurio  di fecondità.
Proprio per questo motivo è stato adottato come simbolo da diverse popolazioni, come in Armenia o nello stemma della città spagnola di Granada che trae il suo nome proprio dal melograno. 
Dal Vecchio Continente, il melograno fu trapiantato anche nel Nuovo Mondo grazie ai colonizzatori spagnoli che nella seconda metà del XXVIII secolo lo diffusero nel Sud America.
Da qui le sue coltivazioni si estesero in Arizona, Messico e Stati Uniti. 
In Italia la maturazione avviene in autunno, ma grazie al robusto involucro che riveste i frutti, si conserva bene fino al periodo natalizio. 
In passato donare un melograno a Natale e consumarlo insieme alla famiglia nella notte di San Silvestro era un simbolo di buon auspicio per il nuovo anno
Si può credere o meno a queste e ad altre numerose credenze legate al melograno, ma di certo si può esser sicuri delle numerose proprietà benefiche dei suoi frutti (dalla rete). 
 
sul mio balcone, piccolo,
senza frutti quest'anno ma vivo;
il melograno dai fiori vermigli,
un attimo nel caos di ogni oggi...
 

domenica 27 agosto 2017

Giorni di minime estive #7 in sonno agitato

I monaci buddisti dopo ogni pasto riposavano per 10 minuti prima di riprendere le loro attività, ma avevano un piccolo segreto per evitare mal di stomaco e bruciori gastrici tipici a chi si corica dopo mangiato: loro si coricavano sul lato sinistro del corpo! Proprio così, perchè sembra proprio che addormentarsi nella posizione sbagliata favorisca lo scivolamento dell’acido nell’esofago, una ricetta perfetta per una notte agitata e per l’insonnia. Oggi i medici raccomandano di dormire su un piano inclinato, che consente per mezzo della gravità di mantenere il contenuto dello stomaco in esso. Ma anche dormire sul fianco sinistro può fare la differenza (dalla rete).
 
come spesso una notte di ansia,
risvegli, sonni agitati, pensieri;
nel solito crescendo mi perdo,
come una sparuta cosa nel nulla...


Gujil


 
 
 
 

sabato 26 agosto 2017

Australia


Nazione dalle dimensioni continentali, l' Australia è scarsamente abitata, vantando una densità media di appena 2 persone per km².
La popolazione si addensa lungo le coste orientali ove stanno le maggiori città quali Sydney e Melbourne e, in minor misura su quelle occidentali dove è situato il porto di Perth.
Altri numeri per dare meglio un'idea dell'Australia sono i circa 50000 km di costa e i 10000 km di spiagge spesso completamente deserte e la percentuale dell'85% di popolazione che abita sulle regioni costiere, tutti provvisti di una tavola da surf.
L'Australia è famosa a livello economico per l'alto numero di miniere che estraggono ogni tipo di risorsa.
Pochi probabilmente sanno che qui si trova anche il 95% degli opali presenti nel mondo, con Coober Pedy (in Australia Meridionale), il paese forse più famoso al mondo, non solo per gli opali ma anche per la locazione, sottoterra.
Non mancano anche miniere d'oro (questo paese è il 3° principale esportatore d'oro), anche se oramai sono più legate alla visita turistica che all'estrazione in sé. In Australia ci sono inoltre giacimenti di ferro, alluminio e piombo, tra i più importanti e grandi del mondo... (dalla rete)

Australia

Era come te
nella vigna
un giorno di marzo
di vento e di sole.
Di tanto, o padre,
non t'è rimasto
che qualche cartolina
a un angolo,
sul vetro della cristalliera.
 
Franco Costabile
  
 


un passato ormai lontano,
quando fui, quando percorsi;
dettate dal ricordo immagini
riagganciano l'immaginario...

venerdì 25 agosto 2017

Giungla

Giungla è il nome che viene dato a un tipo di foresta tropicale particolarmente sviluppato nelle regioni che si affacciano sull'Oceano Indiano e che sono battute dai monsoni.
Si tratta di una foresta tropicale decidua, in cui gli alberi perdono le foglie nella stagione secca.
Vi si trovano piante pregiate come il teak, il sandalo, l'ebano.
Vi vivono moltissimi animali, tra cui i più numerosi sono gli insetti.
Non mancano i mammiferi, presenti con molte specie arboricole come alcune proscimmie e scimmie catarrine tra le quali l'orango, che vive nella giungla delle isole di Borneo e di Sumatra ma che, come molte altre specie animali e vegetali, è in via d'estinzione Vangala, jangal, jungle, giungla.
In sanscrito si chiama vangala, in hindi jangal, in inglese jungle, in italiano giungla. Un nome esotico che ricorda i romanzi di Emilio Salgari, di Rudyard Kipling o di Edgar Rice Borroughs, l'inventore del personaggio di Tarzan che, in Tarzan e le scimmie, narra di animali feroci, di piante lussureggianti, di avventure incredibili.
La parola giungla è anche sinonimo di qualcosa di intricato, confuso, sottoposto a leggi spietate ("la giungla dei prezzi", "la vita è una giungla") - TRECCANI -.
 


Notte nella giungla – continua a piovere, i tetti gocciolano,
Tremando di freddo ci abbracciamo le ginocchia, commerciamo sguardi.
Il punto azzurro di fuoco di una lampada a olio.
Il secchio per l’urina, quello per gli escrementi.
Il letto pieno di insetti che mordono.
Il Capodanno di un prigioniero, nel 1961.
 
Nguyen Chi Thien
 


come quelle passate, che ricordo,
tra strida notturne, urli;
animali liberi e padroni,
noi storditi dal sonno e dal caldo...

giovedì 24 agosto 2017

Poesia nella corsa


 A cosa mi è servito correre per tutto il mondo,
trascinare, di città in città, un amore
che pesava più di mille valigie; mostrare
a mille uomini il tuo nome scritto in mille
alfabeti e un’immagine del tuo volto
che io giudicavo felice? A cosa mi è servito

respingere questi mille uomini, e gli altri mille
che fecero di tutto perché mi fermassi, mille
volte pettinando le pieghe del mio vestito
stanco di viaggi, o dicendo il tuo nome
così bello in mille lingue che io mai
avrei compreso? Perché era solo dietro a te
 
che correvo il mondo, era con la tua voce
nelle mie orecchie che io trascinavo il fardello
dell’amore di città in città, il tuo nome
sulle mie labbra di città in città, il tuo
volto nei miei occhi durante tutto il viaggio,
ma tu partivi sempre la sera prima del mio arrivo.
Maria do Rosário Pedreira
 
correre, ansiosi, con fretta,
raggiungere, arrivare, fermarsi;
siamo meteore nel tempo,
siamo un respiro, un attimo... 

mercoledì 23 agosto 2017

Giorni di minime estive #6, ancora dormiente


Domenico Morelli
"Giovane donna dormiente"
Genova, raccolte Frugone
Il dipinto venne esposto alla mostra dedicata alle raccolte dei fratelli Frugone in Palazzo Bianco del 1938. E’ qui evidente la predilezione per la tematica orientalistica, come dimostra la scelta del soggetto, avvicinabile alla serie di fanciulle nell’harem o alle diverse odalische raffigurate in dipinti come Il bagno turco e Una donna dell’Oda, entrambi del 1876, o nel disegno a penna Odalisca.
La piccola figura sdraiata sul tappeto arancione (colore molto caro all’artista) è delineata da un tratto sommario che sintetizza le luci, le ombre e i contorni.
L’impatto fortemente emotivo, voluto dal pittore, è raggiunto anche attraverso le scelte cromatiche, come il bianco del lenzuolo che avvolge la fanciulla, ulteriormente esaltato dalla complementarità del blu del cuscino e dell’arancio del fondo (dalla rete).
 
eppure non sono desto ancora!
le immagini pensano, scorrono,
in un crescendo di sevizie mentali
rischio di scorgere il lato sfocato;
lasciamo che il tempo risolva,
lasciamo che ogni cosa si adatti...
 
Gujil
 

martedì 22 agosto 2017

Cielo di pioggia sul mare


quando l'odore della pioggia contrasta il calore della sabbia,
quando è Libeccio...
Mi manca quella sensazione marina,
quello stare raccolti ed insieme.
I ricordi, quelli belli e sereni,
tanti da aver impregnato i muri della piccola casa.
Ogni tanto trasudano e cullano il sonno;
qualche volta prevale tristezza...
 
Gujil

non l'avrei mai detto, mi manca,
la casa, le cose, l'arenile, il calore;
forse ho agganciato quel feeling
che da sempre andavo cercando...
 

Cielo di pioggia sul mare
 
La voce quieta del mare
in questo cielo oscurato
da nuvole di pioggia
ti porta lontane memorie
e meno triste appare
il buio della sera.
 
Nelson Cenci
 
 
 

lunedì 21 agosto 2017

Aspettare

 
Aspettami ed io tornerò

Aspettami ed io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze.
Aspettami quando le gialle piogge
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c’è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami
quando ne avranno
abbastanza
tutti quelli che aspettano con te.

Aspettami ed io tornerò,
non augurare del bene
a tutti coloro che sanno a memoria
che è tempo di dimenticare.
Credano pure mio figlio e mia madre
che io non sono più,
gli amici si stanchino di aspettare
e, stretti intorno al fuoco,
bevano vino amaro
in memoria dell’anima mia...
Aspettami. E non t’affrettare
a bere insieme con loro.

 
Aspettami ed io tornerò
ad onta di tutte le morti.
E colui che ormai non mi aspettava,
dica che ho avuto fortuna.
Chi non aspettò non può capire
come tu mi abbia salvato
in mezzo al fuoco
con la tua attesa.
Solo noi due conosceremo
come io sia sopravvissuto:
tu hai saputo aspettare semplicemente
come nessun altro.


Konstantin M. Simonov
Traduzione di Angelo Maria Ripellino
 

aspettare, attendere,
due verbi colmi di sensazioni,
ansie, gioie, scrutare orizzonti;
io, per me, preferisco le cose...
 
 aspettare
verbo transitivo
 [lat. exspĕctare «aspettare», incrociato con aspĕctare «guardare attentamente»] (io aspètto, ecc.). –
-TRECCANI-
 
1.- Essere con la mente e con l’animo rivolti a persona che deve arrivare o a cosa che deve accadere; si costruisce di norma con un compl. oggetto: a. un amico; a. il ritorno dei genitori; a. una lettera, una chiamata al telefono; a. l’occasione propizia (e determinato da un avverbio o da complementi: a. tranquillamente il treno; l’aspettava alla finestra; t’ho aspettato fino a mezzanotte); o anche con un verbo introdotto da di, a o che: aspetto di conoscere l’esito; aspetta a dirlo; aspettavo che desse sue notizie; con accezione partic., farsi a., tardare a venire: quanto si fa a. il direttore, oggi!; anche di cose: oggi il treno si fa a.; i guai, le disgrazie non si fanno a.; prov., chi ha tempo non aspetti tempo, non ritardi l’azione, non perda le occasioni favorevoli. Modi fig.: a. il Messia, persona o cosa che non verrà; a. la Provvidenza, non far nulla per aiutarsi, per togliersi d’impiccio. Include spesso idee accessorie, come il desiderio, la speranza, l’inquietudine, l’ansia: ho aspettato invano il suo ritorno; quanto tempo abbiamo aspettato questo giorno!; a. una ricompensa, una parola di riconoscenza, una notizia.
2. -a. Rinviare il compimento di un’azione subordinandolo ad altro fatto: aspetto che smetta di piovere per uscire. b. Stare fermo fino a che non sopravvenga qualcuno o qualche cosa: a. l’autobus; l’aspettarono dietro il muro e quando lo videro gli saltarono addosso. Con senso sim., anche assol.: di’ all’autista che aspetti; aspetta!, férmati! Quindi, con varie costruzioni sintattiche, o assol., indugiare, ritardare a fare una cosa: Quivi di riposar l’affanno aspetta (Dante); aspetta a giudicare, a decidere; la morte non aspetta; che cosa aspetti?, a chi non si risolve a fare ciò che deve. c. Talora, più semplicem., stare per avere, per ricevere: sua moglie aspetta un bambino; a. gente a cena; a. un’eredità; fig. (con mutamento di soggetto): non s’immagina quello che l’aspetta, ciò che gli sta per capitare. d. Ripromettersi o sperare di avere, di ricevere, di ottenere qualche cosa: Donne, da voi non poco La patria aspetta (Leopardi). Con sign. più ampio, spec. con la particella pron., prevedere (per lo più con speranza o con timore) che una cosa avvenga: tutti s’aspettavano una gratifica per Ferragosto; si aspettava una lode ed ebbe invece un rimprovero; non mi aspettavo un’accoglienza così affettuosa; mi aspetto che tu vinca; si aspettava una crisi di panico da quando aveva deciso una volta per tutte di andare in pensione (Claudio Piersanti); sono cose che càpitano quando nessuno se l’aspetta; da un tipo come lui c’è da aspettarsi di tutto (o anche, non c’è da aspettarsi nulla di buono); me l’aspettavo, purtroppo; questo, da lui, non me lo sarei mai aspettato!; c’era da aspettarselo!; prov., chi la fa l’aspetti, chi fa un torto o una cattiva azione a qualcuno, deve prevedere di subirne a sua volta da quello stesso o da altri.

domenica 20 agosto 2017

Tristezza


Tristezza
 
Stamattina gli uccelli si sono radunati
davanti alla mia finestra.
Cantavano tutti assieme
senza mettersi d’accordo.
Li udivo appena,
sotto le lenzuola
e questa tristezza che mi prende la notte.
Indifesa, in posizione fetale,
desidero la vastità
che talvolta mi gonfia
come una colomba.
 
Cecilia Casanova
  
 Tristezza
Quando si subisce una perdita si prova tristezza.
Si può trattare dell’allontanamento di una persona o la perdita di un oggetto a cui si era particolarmente affezionati. Può accadere dopo la separazione da un amico o da una persona amata, per la perdita del lavoro o della propria salute.
La tristezza è un’emozione che permette di superare queste perdite e di comunicare agli altri il nostro bisogno di essere confortati.
Nella parte relativa alla fronte si nota che gli angoli interni delle sopracciglia si alzano verso il centro.

Le palpebre superiori tendono ad alzarsi negli angoli interni.
Gli angoli della bocca risultano abbassati e con l’intensificarsi della tristezza le labbra risulteranno tremanti e il labbro inferiore sporgere in avanti (dalla rete).
 
come non capire, non condividere,
quando il respiro è sospiro,
quando le lacrime premono forte;
"missing you... so much..."

sabato 19 agosto 2017

Cerchio


Cerchio

Non sogni, umani suoni.
Idee girano, mai spendono.
Intenzione di spazi, la terra.
Mare fondo, immagini, acque.
Miracolo non guasta continuo giro terso.
Scheletri di gesso, memorie.
Acquista forma, Materia: catalogarla.
Per questo s’è inventato l’uomo.
Passiva coscienza dei colori.
Est troppo giallo, senza motori.
L’argento di una curva sottile già decade.
Tubi con indicazioni matematiche salgono.
 
Sebastiano Carta 
 


un tondo siamo noi, soli,
cerchiamo altri cerchi, uguali,
a fonderci come anelli di catena;
non sempre gli anelli reggono...

 
cerchio
 /'tʃerkjo/ (ant. cerco)
sostantivo maschile
[lat. circŭlus; la forma cerco è il lat. circus]
-TRECCANI-
 
- 1. (geom.) [la superficie piana racchiusa da una circonferenza] ≈ Ⓖ (ant., fam.) tondo. ‖ circolo, circonferenza.
- 2. [striscia di metallo o legno per stringere le doghe di botti, tini e sim.] ● Espressioni: fig., dare un colpo al cerchio e uno alla botte [non prendere partito tra due posizioni] ≈ barcamenarsi, destreggiarsi, (fam.) tenere il piede in due scarpe.
3-. [termine generico per indicare tipi diversi di monili ornamentali] ≈ anello, bracciale, braccialetto, corona, ghirlanda, orecchino.
4-. (estens.) a. [qualsiasi cosa che abbia forma circolare, o che racchiuda cingendo qualche altra cosa, anche fig.] ≈ circolo, circonferenza, circuito, giro, orbita, perimetro, [del pneumatico] cerchione. b. [tracciato circolare indicante le coordinate della sfera terrestre, degli astri e sim.] ≈ circolo, meridiano, parallelo, orbita, [di astro] disco. c. [traccia circolare di luce, di ombra e sim.] ≈ alone, tondo. ‖ zona.
5-. a. [insieme di persone disposte in tondo] ≈ ‖ assembramento, capannello, crocchio, gruppo. b. [insieme di persone con le quali si hanno rapporti sociali, culturali e sim.] ≈ [→ CERCHIA].
6-. (crit.) [ciascuno dei ripiani circolari in cui è distinta la voragine dell'inferno dantesco] ≈ ‖ girone.
 
 

venerdì 18 agosto 2017

Giorni di minime estive #5

il silenzio, dopo orrore e morte,
nei visi scavati di foto artefatte,
negli occhi di chi cercava la gioia;
mi trovo sperso in un mondo così...
 
Gujil
(Barcellona 17 Agosto 2017)
 
 

giovedì 17 agosto 2017

Preghiera


Preghiera
 
Anima mia, leggera
va’ a Livorno, ti prego.
E con la tua candela
Timida, di nottetempo
fa’ un giro; e, se n’hai il tempo,
perlustra e scruta, e scrivi
se per caso Anna Picchi
è ancora viva tra i vivi.

 
Proprio quest’oggi torno,
deluso, da Livorno.
Ma tu, tanto più netta
di me, la camicetta
ricorderai, e il rubino
di sangue, sul serpentino
d’oro che lei portava
sul petto, dove s’appannava.

 
Anima mia, sii brava
e va’ in cerca di lei.
Tu sai cosa darei
se la incontrassi per strada.
 
Giorgio Caproni


La preghiera è una delle pratiche comuni a tutte le religioni.
Essa consiste nel rivolgersi alla dimensione del sacro con la parola o con il pensiero; gli scopi della preghiera possono essere molteplici: invocare, chiedere un aiuto, chiedere una grazia, chiedere perdono, lodare, ringraziare, santificare, o esprimere devozione o abbandono.
La preghiera è solitamente considerata come il momento in cui una persona 'parla' al sacro, mentre la fase inversa è la meditazione, durante la quale è il sacro che 'parla' alla persona.
La preghiera può essere vocale o mentale, personale o comunitaria, libera oppure liturgica; solitamente quest'ultima forma si ritrova come preghiera scritta (o comunque tramandata in qualche modo).
La preghiera può essere distinta anche in privata o pubblica: la prima viene fatta dai fedeli a nome proprio, la seconda viene fatta a nome della comunità (come l'ufficio divino dei cattolici, che viene recitato non in nome proprio, ma in nome di tutta la Chiesa).
Una delle forme di preghiera più diffuse è il canto devozionale
(da Wikipedia).
 
pregare serve a noi, dentro,
per colmare il senso di impotenza,
quello forte di solitudine:
serve a noi, solo a noi...

mercoledì 16 agosto 2017

Vele


Demò
"Vele"

Vele
 
Due vele, a pena nate e di sorpresa,
sull'orizzonte, agli occhi chiari che apre
il mattino del mondo nel mio viso,
son l'evento che instaura un tempo albare.
E se il silenzio mi riduce a un lieve
giuoco come un vel d'acqua fra due pietre,
m'è bastato, perché mi sia la vita
candida, quella coppia aerea d'ali
apparsa d'improvviso fra due cieli.
Il passato s'esilia. Antichi lutti
del mio cuore si sciolgono nell'ora
come il sale nell'acqua che s'acciglia.
 
Aldo Capasso

 
Luciana Guandalini
"Vele"
La vela è una superficie di tela o di sottile ma robusto materiale sintetico, di forma tale che utilizzando la forza del vento genera propulsione.
Il suo funzionamento si basa sull'interazione fra il vento (e la sua direzione) e uno o più elementi fissi o mobili presenti sul mezzo di trasporto che fa uso di tale sistema di propulsione.
La vela è sempre stata usata come sistema di propulsione in acqua di navi ed imbarcazioni.
In tempi recenti e a fini commerciali, la vela è stata sostituita da altri sistemi di propulsione, come i motori a combustione interna.
Tuttavia l'azienda SkySails produce vele che aiutano la propulsione di navi a motore permettendo di risparmiare carburante.

Demò
"Vele"

L'uso della vela continua comunque ad essere vivo a fini sportivi e ricreativi, estendendosi anche ad altre tipologie di mezzi e sistemi di trasporto, fra cui aeromobili (deltaplano, aliante, parapendio), slitte e sci, surf, quadricicli, barche a vela (da Wikipedia).

 
come due vele nel mare,
quello della vita, aspro,
due vele insieme, stessa scia,
uno dietro l'altra fino al naufragio...