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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 30 giugno 2010


La Speranza sul Torrente Notturno

La sera fumosa d'estate
Dall'alta invetriata mesce chiarori nell'ombra
E mi lascia nel cuore un suggello ardente.
Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la
lampada? - c'è
Nella stanza un odor di putredine: c'è
Nella stanza una piaga rossa languente.
Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c'è
Nel cuore della sera c'è,
Sempre una piaga rossa languente.

Dino Campana

martedì 29 giugno 2010

O GIOVINEZZA

O Giovinezza, ahi me, la tua corona
su la mia fronte già quasi è sfiorita.
Premere sento il peso della vita,
che fu si lieve, su la fronte prona.
Ma l'anima nel cor si fa più buona,
come il frutto maturo. Umile e ardita,
sa piegarsi e resistere; ferita,
non geme; assai comprende, assai perdona.
Dileguan le tue ultime aurore,
O Giovinezza; tacciono le rive
poi che il torrente vortice dispare.
Odo altro suono, vedo altro bagliore.
Vedo in occhi fraterni ardere vive
lacrime, odo fraterni petti ansare.

Gabriele D'Annunzio

lunedì 28 giugno 2010

Goodbye Philadelphia

Just like philadelphia
Freedom means a lot to me
In between the place i've been
And where i'm going
I can see america
Trying not to show her age
Even though the winds of change
Keep on blowing
And i would lay your body down and rock your tears away
But it's much too late for now to be like yesterday
And the time is running out and we still have to say
Goodbye
Remember, philadelphia
When the world was young and warm
So in love and living for
Everything new
But i know, philidelphia
The winter wind will slowly take
Your heart and soul until it makes
Nothing of you
And i would lay your body down and rock your tears away
But it's much too late for now to be like yesterday
And the time is running out and we still have to say
Goodbye
Flash a peace sign take a bow
Though we may not know it now
Things are never gonna be the same
Here on seventh avenue
I tip my old top hat to you
I hope you find somebody who
Will love you like i do
'cause i would lay your body down and rock your tears away
But it's much too late for now to be like yesterday
And the time is running out and we still have to say
Goodbye
Goodbye
Goodbye
Goodbye, philidelphia




Proprio come Philadelphia
la libertà significa molto per me
è tra il posto in cui sono stato e
quello in cui sto andando
riesco a vedere l'America
cercando di non mostrare la sua età
sebbene i venti di cambiamento
continuino a soffiare
e mi stenderei sul tuo corpo e
ti asciugherei le lacrime
ma è troppo tardi adesso
tornare a ieri
e il tempo sta scadendo
e noi continuiamo a doverci dire addio
ricorda, Philadelphia,
quando il mondo era giovane e caldo
ero così innamorato e vivevo per
tutto ciò che era nuovo
ma io so, Philadelphia, che
il vento invernale prenderà lentamente
il tuo cuore e la tua anima
finchè non ti ridurrà a nulla
e mi stenderei sul tuo corpo e
ti asciugherei le lacrime
ma è troppo tardi adesso
tornare a ieri
e il tempo sta scadendo
e noi continuiamo a doverci dire addio
mostra velocemente un segno di pace, inchinati,
sebbene potremmo non saperlo
le cose non saranno mai più le stesse
qui sulla settima strada
inclino il mio vecchio cappello a cilindro per te
spero che troverai qualcuno che ti amerà come me
perchè io mi stenderei sul tuo corpo e
ti asciugherei le lacrime
ma è troppo tardi adesso
tornare a ieri
e il tempo sta scadendo
e noi continuiamo a doverci dire addio
addio, addio, addio Philadelphia
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Peter Cincotti

venerdì 25 giugno 2010


Un torrente,
nel suo strepere
si frange
in fresca cascata.
Così la mia mente
vagheggia in ricordi
e rimpianti.
Illusi, lo so
e delusi
ma amai.

Anonimo del 1900
frammenti ritrovati

giovedì 24 giugno 2010

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Tutta l'anima mia, tutte le pure

Tutta l'anima mia, tutte le pure
gioie godute nella giovinezza;
ogni mia più soave tenerezza,
tutte le mie speranze malsecure
nelle loro precoci sepolture,
l'eterna immensurabile tristezza
che il mio cuore dissangua ma non spezza
offerte alle mortali creature.
Anima, come vano, come vano
l'amor tuo, come triste il disinganno!

Sergio Corazzini

mercoledì 23 giugno 2010

Il gelsomino notturno

E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.


Giovanni Pascoli



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martedì 22 giugno 2010


IDILIO DI GIUGNO

O che gaio mattino!
Se tu vuoi nel giardino
Scendere, mia Francesca,
A raccogliere andiamo
Le ciliegie sul ramo
All'aria fresca,
Le ciliegie vermiglie,
Enormi cocciniglie
Tra le fogliuzze appese,
Che fanno rubiconde
Delle piante le fronde
In questo mese.
Colla scala a piuoli
Rubata ai vignaiuoli,
Quest'albero gigante
Io piglierò d'assalto
E cercherò là in alto
Esser galante.


Remigio Zena

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Gaspare Invrea - più conosciuto con lo pseudonimo di Remigio Zena
(Torino, 1850 – Genova, 1917) fu uno scrittore e poeta italiano.

Biografia
Di nobile famiglia (era il rampollo di una illustre casata ligure), ebbe una educazione tradizionalista e religiosa. Nel 1870 si arruolò negli zuavi pontifici, rimanendo a Roma fino al 1870 (anno della Breccia di Porta Pia). In seguitò si laureò in giurisprudenza e fece carriera nella magistratura militare.

Fu letterato per passione e compose pregevoli opere: poesie, romanzi e novelle, in una forma che si rifaceva al naturalismo, alla scapigliatura, al verismo:

Poesie grigie, 1880
Le anime semplici, 1886
La bocca del lupo, 1892
Le pellegrine, 1894
Confessione postuma, 1897
L'apostolo, 1901
Olympia, 1905


Bibliografia Dizionario della letteratura italiana a cura di Ettore Bonora,Milano,Rizzoli 1977

lunedì 21 giugno 2010


Il ladro di ciliegie

Una mattina presto, molto presto del canto del gallo,
un fischiettio mi svegliò ed andai alla finestra.
Sul mio ciliegio- l'alba empiva il giardino-
sedeva un giovane, con un paio di calzoni sdruciti,
e vispo coglieva le mie ciliege. Vedendomi
mi fece cenno col capo, con tutte e due le mani
passando le ciliegie dai rami alle sue tasche.
Per un bel po' di tempo ancora, che già ero tornato al mio letto,
lo sentii che fischiava la sua allegra canzonetta.

Bertolt Brecht
Augusta 10 febbraio 1898- Berlino,14 agosto 1956
(Il ladro di ciliegie da poesie e canzoni Einaudi,Torino)



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venerdì 18 giugno 2010




Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorietante dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere.

Alda Merini


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giovedì 17 giugno 2010


La Fine del Giorno

Come corre, danza e si torce senza ragione
la Vita, chiassosa ed impudente,
sotto una luce scialba!
Poi, appena la notte
Sale voluttuosa all'orizzonte
E placa tutto, anche la fame,
e cancella tutto, anche l'onta,
il Poeta si dice: "Finalmente!
Il mio spirito e il mio corpo
ardentemente invocano il riposo;
col cuore pieno di funebri sogni
mi stenderò supino
e m'avvolgerò nei vostri veli,
rinfrescanti tenebre!"

Charles Baudelaire
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mercoledì 16 giugno 2010




Vivi la vita
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

Madre Teresa di Calcutta
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martedì 15 giugno 2010

Respiro

Passerà,
anche oggi passerà
come fosse una lacrima che scivola e dove andrà?
Forse tra i segni di un sorriso che amaro è ma,
Passerà.

Questo inverno cosa porterà?
Un'altra primavera fragile che non sa come fiorire ancora.
Nell'arco di un respiro è il suo odore.

Passerà,
e come aria passerà, quest'aria che in un fiato si inghiotte già
tra le scorie di un inevitabile passato che tenta sempre di confondere.

Questo inverno cosa porterà?
Un'altra primavera fragile che non sa come fiorire ancora.
Nell'arco di un respiro è il suo odore.

Questo inverno cosa porterà?
Un'altra primavera fragile che non sa come fiorire ancora.
Nell'arco di un respiro è il suo odore.

(Ah Ah Ah)
L'attimo geniale è divino
(Ah Ah Ah)
L'arte della Sua luminescenza
(Ah Ah Ah)
muore senza aiuto di nessuno
(Ah Ah Ah)
ci eccita e fa tremare il cielo!
(Ah Ah Ah)



Passerà,
anche oggi forse passerà davvero e tutto scivolerà via e verrà stemperato dalle solite idiozie quotidiane.
Le difficoltà sono molte e quasi tutte previste.
Nell'inseguire la vita a volte si cade pesantemente a terra e puà essere difficile rialzarsi e rimettersi a correre.
Quando manca il fiato, quando è corto.
Passerà, col tempo e la sofferenza necessaria dalla quale non imparerò, e cercherò negli anni di cancellare i ricordi spiacevoli, anche quelli così connessi con gli altri da diventarne parte inscindibile.
Che altro dire, un buon testo e una bella canzone.

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venerdì 11 giugno 2010

La leggenda dice che questo magnifico brano di Jean Sibelius sia stato ascoltato da miriadi di persone che poi si sono suicidate...non so quanto sia vero ma l'essenza della musica di questo brano è stata ben rappresentata da Bruno Bozzetto nel film Allegro non troppo.

Ripropongo il brano ed il cartone così come da film.

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giovedì 10 giugno 2010


Filastrocca dei mesi

Gennaio con febbraio fa il paio
febbraietto freddo e maledetto,
marzo è pazzo,
aprile dolce dormire,
maggio è paggio,
giugno la falce in pugno,
luglio canta il cuculo,
agosto moglie mia non ti conosco,
settembre la notte al dì contende,
ottobre chi vuole si copre,
novembre all'inverno si arrende,
dicembre, davanti ti ghiaccia
e dietro t'offende.

mercoledì 9 giugno 2010


SALUTO

Nulla, spuma, vergine verso
A non designar che la coppa;
Tal si tuffa lungi una frotta
Di sirene, il dorso riverso.
Noi navighiamo, o miei diversi
Amici, io già sulla poppa
Voi sulla prua ch'apre alla rotta
Flutto di folgori e d'inverni;
Un'ebbrezza bella m'ingiunge
Senza temer beccheggio lungo
Di levar alto questo salve
Solitudine, scoglio, stella
A non importa ciò che valse
La cura bianca della vela.


Stephane Mallarmé

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martedì 8 giugno 2010

Due sognatori

C'era una volta un uomo che faceva bellissimi sogni tutte le notti. Poi si alzava e.... ma facciamo un esempio.
Una mattina il signor Proietti si svegliò e chiamò la moglie:
- Presto, vestiti, andiamo in campagna.
- E dove?
- Perbacco, ma sul Lago Maggiore, nel nostro nuovo villino.
- Villino?
- Insomma, sei proprio tonta: quel villino con un bel portico davanti e un pergolato d'uva in giardino.
- Te lo sei sognato per caso?
- Appunto, me lo sono sognato. e ora voglio andarci a passare una quindicina di giorni.
La signora Proietti ebbe un bel protestare: dovette rassegnarsi a fare le valigie per andare in campagna.
Prima di sera avevano fatto il giro di tutto il Lago Maggiore, compresa la sponda svizzera, ma del villino sognato nessuna traccia.
- Vedi,- disse la signora Proietti,- era soltanto un sogno.
- Non capisco,- borbottò il signor Proietti,- possibile che abbiano rubato un villino intero, compreso il portico e il pergolato?
Una volta il signor Proietti sognò di parlare correntemente il bulgaro. Corse in libreria, comprò due pacchi di libri scritti in bulgaro e giunto a casa cominciò a sfogliarli ansiosamente.
- Strano,- dovette ammettere poco dopo,- non ci capisco piú una parola. Da quando mi sono svegliato sono passate soltanto due ore: possibile che in due ore si possa dimenticare totalmente una lingua straniera?
Il signor Proietti continuò così per anni a scambiare i suoi sogni con la realtà, finché una mattina - dopo aver sognato di volare con l'ombrello - si gettò da una finestra del primo piano appeso al parapioggia di sua moglie e si ruppe una gamba.
Guarì in poche settimane. Guarì dalla frattura della gamba e dalla sua fede nei sogni, contemporaneamente. Sognava ancora, ma appena sveglio cercava di dimenticare quello che aveva sognato. Sognava anche a occhi aperti, ma appena se ne accorgeva si scuoteva tutto, come fanno i cani quando escono dall'acqua e vogliono asciugarsi il pelo.
Dimagriva, diventava triste, non parlava più con nessuno. suo figlio, che al principio della storia era un bambino, e non ne avevamo parlato per non complicare inutilmente le cose, crebbe, si fece un bel giovanottone, allegro, studioso, sportivo, una perla di ragazzo. Ma, per il padre, egli era troppo sognatore.
-Ah,- diceva il ragazzo,- come sogno un bel viaggio! Vorrei fare il giro di tutta l'Europa, dal Portogallo agli Urali.
- Svegliati,- lo ammoniva il padre.- non fare come me.
Il giovanotto, invece di svegliarsi, fece la valigia e partì con l'autostop, e quando tornò aveva girato davvero tutta l'Europa.
- Ah,- diceva poi - come sogno di andare sulla Luna!
- Svegliati,- gli diceva il padre,- non confondere i sogni con la realtà. Certe confusioni sono pericolose.
Il giovanotto, invece di svegliarsi, continuò a fare confusioni, e ne fece tante che alla fine diventò astronauta, andò sulla luna e anche più lontano.
Il signor Proietti, però, parlando di lui, diceva sempre: - Un gran bravo figliolo, ma è troppo sognatore. Se ne accorgerà, se ne accorgerà.

Gianni Rodari


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lunedì 7 giugno 2010



Giugno

Eri più bello a primavera!
All'orto disse un dì la capinera.
Con quei fioretti tutti bianchi e rosa
sembravi il lieve velo di una sposa.
Risponde l'orto: Ho cose nuove in pugno:
le mostrerò a giugno.
Un dì, all'alba, l'orto si destò;
di rosso le ciliege pitturò,
diede il colore giallo alle albicocche,
empì di dolci succhi avide bocche:
mise fiocchetti viola al prugno:
era arrivato giugno.

G. M. Noventa

venerdì 4 giugno 2010



Bellezze

Il campo di frumento è così bello
solo perché ci sono dentro i fiori di papavero e di veccia;
ed il tuo volto pallido perché
è tirato un poco indietro dal peso della lunga treccia.

Corrado Govoni