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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 11 giugno 2025

Un fuscello

Fuscello teso dal muro

Fuscello teso dal muro
sì come l’indice d’una
meridiana che scande la carriera
del sole e la mia, breve;
in una additi i crepuscoli
e alleghi sul tonaco
che imbeve la luce d’accesi
riflessi – e t’attedia la ruota
che in ombra sul piano dispieghi,
t’è noja infinita la volta
che stacca da te una smarrita
sembianza come di fumo
e grava con l’infittita
sua cupola mai dissolta.

Ma tu non adombri stamane
più il tuo sostegno ed un velo
che nella notte hai strappato
a un’orda invisibile pende
dalla tua cima e risplende
ai primi raggi. Laggiù,
dove la piana si scopre
del mare, un trealberi carico
di ciurma e di preda reclina
il bordo a uno spiro, e via scivola.
Chi è in alto e s’affaccia s’avvede
che brilla la tolda e il timone
nell’acqua non scava una traccia.

Eugenio Montale 

Un muro, dunque, si erge, lucidamente definito dai critici del poeta ligure come “separazione (invalicabile) da zone edeniche, ovvero da una condizione finalmente felice” – così Alberto Casadei nella sua monografia su Montale -, concreto simbolo che si realizza in una delle immagini più efficaci del ricchissimo paesaggio dipinto dal verso dell’autore ligure, un ostacolo frapposto tra l’io poetico e la sua felicità nel quale vengono ipostatizzate situazioni di prigionia di varia natura – personale, socio-politica, esistenziale, metafisica.

Come ore che passano sempre
in attesa di un cenno, un riscontro;
il timore che frena nel cuore
ed il labbro che freme sul viso... 
 
Un fuscello è un corto ramoscello secco o festuca di paglia; fig. : sembra un fuscello, è come un fuscello (anche: ha le gambe che sembran fuscelli), di persona magrissima. Ramoscello sottile e corto di legna secca; festuca di paglia; secco come un fuscello, di persona assai magra; ha le gambe che paiono fuscelli; fare d'un fuscello una trave.
(dalla rete)

venerdì 1 dicembre 2023

Amalia e Guido

Non è durato a lungo l’amore Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, poeti entrambi.
Sbocciato nell’Aprile 1907, si era già consumato verso la fine del 1909 anche se continuarono a scriversi lettere fino alla morte prematura di lui nel 1916. (dalla rete)
 
 Notturno 

Ma tu non odi un timido picchiare,
un ticchetto tenue a' tuoi vetri?
Ascolta un poco: alcuno par che impetri,
e fuori è buio, e le stelle son rare.

Tutte han varcato le rondini il mare,
che temon dell'inverno i giorni tetri.
Questa, innanzi che il gel tutta l'impietri,
cerca rifugio: essa non può emigrare.

Essa è ferita, e il sangue si raggruma
goccia a goccia sul suo piccolo cuore,
e il sangue è rosso fra la bruna piuma.

Socchiudi: fuori infuria la bufera,
ma presso a te che morbido tepore...
Ah! tu non apri, e la notte è sì nera...

Amalia Guglielminetti

Nelle lettere che si scambiano, tra recriminazioni e ritrosie, c’è tutta la storia di un amore che non fu. Si videro pochissimo, più spesso si scrissero. “Neppure il foglietto rosso che mi portava le vostre scuse ha potuto consolarmi. – scrive Amalia dopo la buca al parco Valentino – Ho dovuto lasciar sgorgare tutta quell’amarezza accumulata goccia a goccia, minuto per minuto in umiliazione e in tristezza. Ora sto un poco meglio, ma bisogna ch’io non vi pensi, ch’io non mi ricordi per non soffrirne ancora.” Invece pensa a lui continuamente e continuamente spera di ottenere un altro incontro.
 
 Notte di buio e pioggia,
Dicembre arriva con il freddo;
i giorni tetri dell'inverno e
Amalia forse pensa a Guido... 
 
Dominato dall’idea della morte imminente, cui inutilmente cercò di sfuggire, Guido Gozzano era convinto di non potersi aprire alla vita. Promise debolmente, tornò sui suoi passi. Amalia sa di averlo già perso, se mai era stato suo. Si domanda se non lo abbia spaventato con il suo carattere troppo focoso e usa qualche stratagemma per indurlo a presentarsi agli appuntamenti, ma lui non si fa vedere. “Verrete mercoledì: non mi chiederete perdono, non ci daremo delle spiegazioni, non ci diremo niente. Lasceremo solo le nostre anime un poco vicine e le nostre mani un poco congiunte prima di lasciarci per tanto tempo.” 

martedì 26 settembre 2023

Mare

Mare

M'affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l'onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.

Ecco sospira l'acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?

Giovanni Pascoli

Abbraccia tutto lo sguardo sognante che fa intuire al lettore il poeta quel mare che ha di fronte. L'immagine finale del ponte è sicuramente una metafora anche se indefinita e imprecisata. Lo scopo della vita? le strade che vengono scelte e percorse? Con tutta probabilità questo ponte vorrebbe superare l'ansia del poeta nei confronti dell'ignoto. 
Il mare sembra comunque rifugio sicuro.
 
Lunghe camminate e sabbia
che scorre come clessidra
immaginaria e fugace nel vento
di un pallido sole marino...
 

venerdì 7 gennaio 2022

Sospiratamente

Non perdete tempo a sospirare
dietro a cose straordinarie, impossibili;
non aspettate sognando
che vi spuntino ali angeliche.
Non disdegnate d’essere un fioco lumicino,
non tutti possono essere stelle …
Ma illuminate qualche angolo oscuro,
facendo luce lì dove siete.
L’umile candela ha la sua funzione
al pari dello splendido sole,
e la più umile azione diventa nobile
quando è compiuta con dignità.
Forse non sarete mai chiamati
a illuminare lontane regioni oscure,
perciò assolvete la vostra quotidiana missione
brillando lì dove siete.

Max Heindel
da “Insegnamenti di un Iniziato”

 


però, a pensarci, ci piace spesso sospirare,
sembra he il mondo così ci veda e accarezzi;
siamo sempre preda di cose più grandi di noi,
siamo fuscelli in balia di tempeste interiori...
 

sospirare
-TRECCANI-

Il sospirare, come il corrispondente "sospiro" (v.), designa la tensione, il desiderio mai integralmente appagato di un amore destinato a non essere fruito in una dimensione terrena.
Ma mentre in Rime LXVIII 13 'l viver mio (omai esser de' poco) / fin a la morte mia sospira, le sofferenze inflitte da Amore sono così intense da condurre all'annichilimento (secondo un serrato gioco dialettico tra Eros e Thanatos ricorrente anche in Rime dubbie VIII 14 Dunque, Giannin, quando questa superba / convegno amar fin che la vita spira, / alquanto per pietà con me sospira; XIII 13 sì alto chiama voi quand'ei sospira, / ch'altri direbbe: " Or sappiam chi l'ancide ", e XVII 6 Tu ch'a far questo l'aiuti e conforti, / però che sospirando si disfaccia / ... sì che 'n tal guisa n'ha' già quasi morti), in Rime LIX 8 de li modi sui / cotanto intende quanto l'om sospira (" l'uomo può intendere i modi di Amore, ciò che fa Amore, a seconda di quanto sospira; cioè soltanto chi è innamorato può rendersi conto di ciò che fa provare ", Barbi-Maggini) e, in via negativa, in XCVI 10 Donna non ci ha ch'Amor le venga al volto, / né omo ancora che per lui sospiri, l'emissione dei gemiti svela l'estrinsecarsi di una nobile aspirazione e la voce assume una connotazione altamente positiva, essendo propria di pochi privilegiati.

giovedì 5 novembre 2020

Carme

A chi donerò questo prezioso novissimo
libretto ancora lucido di pomice?
A te, Cornelio, a te che alle mie cose
attribuivi un senso fin dagli anni
in cui, unico fra noi, tu affrontavi
la storia universale in tre libri
cosí colti e tormentati, mio dio.
Valga quel che valga, il libretto
è tuo:
musa, vergine mia,
fa' che mi possa sopravvivere.

Publio Valerio Catullo

Le liriche del manoscritto sicuramente non furono  pubblicate dall'autore, ma raccolte dopo la sua morte in un Catulli Veronensis Liber (Libro di Catullo, Verona) che comprende 116 carmi per un complesso di circa 2 300 versi (dalla rete).

lasciare qualcosa dopo di noi, indelebile,
uno scrittto, una cosa, un sondabile segno?
Si cerca ristoro nelle parole di altri, nei versi
piccoli incentivi alla vita, piccole gioie...