...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

martedì 31 ottobre 2017

Epigramma

Epigramma per il cuore

Se il cuore è innamorato
il fracasso che fa.
Io non capisco come mai la gente
non se ne avveda mentre quello va
tambureggiando sospeso nel petto
e non sosti interdetta a domandarsi
qual che si sia e chi fa.

Daria Menicanti
 
 L'epigramma è una iscrizione poetica encomiastica o dedicatoria o, più spesso, funeraria. Più comunemente viene inteso come epigramma un componimento poetico di vario carattere che si contraddistingue per la sua brevità e icasticità (Wikipedia).

Povero cuore mio, sempre
in disputa per affetti e amori;
vorrei poterlo guidare
non solo essere guidato...

lunedì 30 ottobre 2017

Donna amata


(Se la musica è la donna amata)
 

Ma tu continua e perditi, mia vita,
per le rosse città dei cani afosi
convessi sopra i fiumi arsi dal vento.
Le danzatrici scuotono l'oriente
appassionato, effondono i metalli
del sole le veementi baiadere.
Un passero profondo si dispiuma
sul golfo ov'io sognai la Georgia:
dal mare (una viola trafelata
nella memoria bianca di vestigia)
un vento desolato s'appoggiava
ai tuoi vetri con una piuma grigia
e se volevi accoglierlo una bruna
solitudine offesa la tua mano
premeva nei suoi limbi odorosi
d'inattuate rose di lontano.

 

Mario Luzi 

da avvento notturno, 1940

 

l'amore tra mito e i giorni nostri,
cambia, come noi, col tempo;
la bellezza si introspette,
l'ardore scema.
 
Gujil 
 
 
un amore costante, solo, forte
diventa affetto col tempo,
io per me amo un concetto passato
accarezzo quel viso ancora, ogni tanto....

domenica 29 ottobre 2017

Gian Pietro Lucini

Per chi?
 
Per chi volli raccogliere
questo mazzo di fiori selvaggi
stringerli in fascio nel gambo spinoso ed acerbo?
 
Tutti i fiori vi sono di sangue e di lacrime
raccolti lungo le siepi delle lunge strade;
dentro le forre delle boscaglie impervie;
sui muri sgretolati delle capanne lebbrose;
lunghesso i margini che lambe e impingua
il rivolo inquinato dai veleni.
decorso dal sobborgo alla campagna.
Tutti i fiori vi son, che, pei giardini urbani e decaduti,
tra le muffe e i funghi, s’ammalan da morirne,
e gli altri che sboccian sfacciati e sgargianti,
penduli al davanzale d’equivoci balconi meretrici:
tutti i fiori cresciuti col sangue e colle lacrime ai detriti.
Per chi io canto questi fiori plebei e consacrati
dal martirio plebeo innominato,
in codesto sdegnoso rifiuto di prosodia,
per l’odio e per l’amore,
per l’angoscia e la gioia,
e pel ricordo e la maledizione,
per la speranza acuta alla vendicazione?
Ed è per voi, acefale ed oscure falangi,
uscite da un limbo di nebie e di fiumi,
tra il vacillar di fiamme porporine, in sulla sera,
da portici tozzi e sospetti di nere officine?
ed è per voi, pei quali non sorride il sole,
schiavi curvi alla terra, che vi porta,
e rinnovate al torneo dell’armata,
ma non vi nutre, vostra?
ed è per voi, pallide teorie impietosite
di giovani, di vecchie e di bambine
inquiete tra la fède e i desiderii,
tra la tentazione della ricca città
e il pudor permaloso della verginità?
 
Per chi, per chi, questa lirica nuova,
che bestemmia, sorride, condanna e sogghigna,
accento sonoro e composto dell’anima mia,
contro a tutti, ribelle e superbo,
in codesto rifiuto imperiale d’astrusa prosodia?…
 
Gian Pietro Lucini
 
 
Gian Pietro Lucini,
nato a Milano nel 1867 e scomparso per una grave forma di tubercolosi ossea a Breglia, sul Lago di Como, il 13 luglio 1914, può essere considerato l’anello di congiunzione tra l’Ottocento e il Novecento italiano: la sua verve di ribelle lo portò ad essere dannunziano e poi antidannunizano, futurista e poi antifuturista, socialista e poi anarchico.
Gian Pietro Lucini nacque a Milano nel 1867, ma visse  lunghi tratti della sua breve esistenza a Breglia, sopra Menaggio.
Un artista capace di mettersi sempre in discussione in virtù di una perfetta adesione dell’Arte alla Vita: “Ma se è vero che l'Arte è rifugio e consolazione delli ammalati inquieti, in cui la salute del cuore e dell'intelligenza contrasta colla morbosità degli altri organi, all'Arte mi affidai come alla sposa ed alla madre, che non tradiscono. Ho avuto ragione. Il mio atto di Vita d'allora in poi si è sempre confuso colla mia espressione d'Arte; la mia Azione è la mia Letteratura”.
Divenne così una voce d’avanguardia, un trait-d’union tra la Scapigliatura e il Simbolismo e il Futurismo, anche se spesso il suo verso si faceva confuso e convulso, come se nella sua penna si affollassero parole e concetti che premevano per uscire tutti assieme.
E questa inquietudine – per certi versi anche aristocratica - è la caratteristica principale del suo dire poetico (dalla rete).
 
per chi?
quante volte ce lo chiediamo
spesso arrancano le vie
spesso ci sediamo stremati...

sabato 28 ottobre 2017

Riflesso...

 
un attimo di cielo e accedo
ai conforti consueti, solidi;
è tempo di ricordi, di passato,
un solo pensiero pervade,
un solo momento di pace...
 
Gujil

venerdì 27 ottobre 2017

Girandole

Le girandole sono delle decorazioni gradevoli e un divertimento per adulti e bambini di ogni età.
Possono essere usate per decorare il giardino se devi dare una festa, o puoi goderti lo spettacolo dei bambini che ammirano colori brillanti che girano vorticosamente (dalla rete).
 
Il giardino dei piccoli
 
Sono stato ieri,
nel giardino dei piccoli
ho sostato un attimo
tra giochi erosi ed immobili;
ogni volta è lo stesso,
nel giardino dei piccoli,
mi soffermo, immagino,
poi torno alla vita di sempre.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 
 

giovedì 26 ottobre 2017

Rete (da pesca)


Rete da pesca
 
La chiarità di ogni cosa che improvvisa ci abbaglia,
i tuoi vaganti silenzi e brillanti scoperte,
delfino scatenato ad afferrare nel loro guizzo i pesci…
I poeti muoiono adolescenti, il ritmo li mummifica,
le voci archetipe cantano fuori chiave;
il vecchio attore non sa più legger gli amici
e tuttavia legge se stesso ad alta voce,
il genio culla a morte l’uditorio.
Deve pure avere fine il verso.
Però il mio cuore è fiero, so di aver allietato la mia vita
intrecciando, disfacendo una rete di corda catramata;
la rete rimarrà al muro quando i pesci saranno già mangiati,
affissa come bronzo illeggibile sul futuro senza futuro.

Robert Lowell

 
 
la rete da pesca,
una delle prime invenzioni dell'uomo.
Nei secoli strumento per la povera gente;
di certo i ricchi non hanno mai fatto i pescatori.
Ora le reti antiche
decorano pareti di case, arredo vintage,
qualcuna giace nell'ombra...
Gujil
 
mare, fiume, lago,
montagne specchiate e il sole;
capolino meraviglioso e respiri,
sentirmi di nuovo bene...

mercoledì 25 ottobre 2017

sottili ricordi affiorano...


 


sottili ricordi affiorano,
il tempo, un velo impalpabile,
sembrano parlarmi di loro,
sembrano strani fantasmi;
nel buio il silenzio è fastidio,
l'orologio ticchetta la vita,
la mia anima arde...
 
Gujil

martedì 24 ottobre 2017

Una lettera...


Una lettera mi basta
per Xia
 
Una lettera mi basta
per andare oltre e
trovarmi a parlare con te
proprio come il vento che attraversa
la notte
e usa il suo sangue
per scrivere un verso segreto
che mi ricorda che ogni parola
è l’ultima
il ghiaccio che hai nel corpo
si scioglie in una leggenda di fuoco
negli occhi del carnefice
l’ira diventa pietra
due file di sbarre di ferro
inaspettatamente si sovrappongono
falene sbattono forte le ali verso
la luce della lampada, segno incessante
che disegna la tua ombra
8. 1. 2000
 
Liu Xiaobo
 
 Una lettera è una comunicazione scritta fatta pervenire ad una o più persone interessate, in un determinato contesto o rapporto o per raccontare fatti avvenuti recentemente.
(dalla rete)

quante lettere, scritte a mano, di pugno,
lettere d'amore, di affetti e amicizia;
ora non si scrive più, si messaggia,
in un crescendo di stupidità infinita...

lunedì 23 ottobre 2017

Jin Ting


Seduto, da solo, sulla montagna Jin Ting

 

Gli uccelli se ne sono andati, volando in stormi
Si allontana, lentamente, una nuvola solitaria
Guardandoci l'uno l'altra ci si stanca
Soli tu e io, montagna Jin Ting.

 

Li Po

(Li Bo, Li Bai)


 

la poesia cinese riesce a condensare i pensieri,
gli attimi si rivelano assai evocativi
e prevale una pace continua

quella che a noi occidentali spesso manca

Gujil


 


osservare il mondo sottostante,
bella sensazione, provata,
qualche volta vissuta con gioia;
lo sguardo sereno e l'orizzonte...

domenica 22 ottobre 2017

Wstawàc


Alzarsi

 Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
Tornare; mangiare; raccontare.
Finché suonava breve sommesso
Il comando dell’alba:
    “Wstawàc”:
E si spezzava in petto il cuore.

Ora abbiamo ritrovato la casa,
il nostro ventre è sazio,
abbiamo finito di raccontare.
E’ tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
    “Wstawàc”.
 

Primo Levi
11 gennaio 1946
 
 
non ho parole,
terribile, stupido;
uomo animale
perfido e ...

sabato 21 ottobre 2017

Rabbia

La rabbia è una delle emozioni fondamentali, di cui gli umani (e i mammiferi) sono dotati per affrontare in modo adattivo l’ambiente a fini di sopravvivenza.
Identificare, comprendere e imparare a utilizzare le emozioni è una tra le acquisizioni fondamentali per il benessere individuale.
Ci sono tipi positivi di rabbia, che può essere sana e benefica, a seconda del contesto; ma la rabbia è spesso negativa e distruttiva in natura.
La rabbia è un'emozione assai pericolosa ed è molto prevalente; può distruggere le relazioni e la vita.
È un'emozione devastante.
Quando siamo infastiditi per qualcosa, possiamo diventare come un treno senza freni: le persone possono perdere la capacità di pensare razionalmente.
Possiamo venire a capo dei nostri problemi di rabbia ma ci vuole uno sforzo adeguato per farlo! (dalla rete)

 Rabbia
 
Come piena impetuosa prorompe
annebbiando la vista e lo sguardo,
incatenata dal senso borbotta
nell'anima tesa e imbronciata.
La rabbia di sempre, il mio io,
monta senza possibile freno
obnubila il cuore e la mente
divento come orribile cosa.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate

venerdì 20 ottobre 2017

La solitudine di un poeta

Solitudine
 
Orrendo trarre solitari
di questa vita le catene.
A spartire la gioia ognuno è pronto,
ma nessuno a spartire la tristezza.
Solo qui sono come un re celeste,
costretti in cuore i miei dolori,
e vedo, docili al destino,
come visioni gli anni dileguare;
e tornano essi, con dorato,
ma con lo stesso antico sogno;
e vedo una solinga tomba
che aspetta: a che indugiare sulla terra?
Di ciò nessuno sarà afflitto:
s'allegrerà (ne sono certo)
la gente più della mia morte
che non, già, della mia nascita.
 
Michail Lermontov


 
Michail Lermontov
poeta, narratore e drammaturgo russo
(Mosca 1814-Pjatigorsk 1841) 
Figura di spicco del romanticismo, è considerato uno tra i maggiori scrittori del secolo XIX; cominciò a scrivere versi giovanissimo.
Tra i maggiori scrittori romantici del suo tempo, Michail Lermontov ebbe una vita  assai breve.
Figlio di un modesto ufficiale, orfano di madre a 3 anni, venne dapprima educato in casa della nonna materna e studiò poi all'Università di Mosca (1830) che lasciò al primo anno per iscriversi alla Scuola Ufficiali di Cavalleria di San Pietroburgo.
Entrò quindi nella guardia imperiale e condusse una vita vuota in apparenza, improntata al cinismo degli eroi byroniani, di cui assunse quell'atteggiamento provocante che finì col condurlo a una morte insensata. 
Lermontov, due volte confinato (per la poesia scritta in morte di Puškin, 1837, e per un duello col figlio dell'ambasciatore di Francia, De Barante, 1840), fu trasferito in un reggimento del Caucaso dove combatté contro i montanari ribelli, traendo dalle sue esperienze militari anche osservazioni psicologiche e di costume.
Dopo alcuni mesi di licenza premio per la sua condotta coraggiosa nell'esercito, durante il viaggio di ritorno, a Pjatigorsk, la conversazione scherzosa con l'amico Martynov a proposito di una giovinetta di cui entrambi erano invaghiti degenerò in offese. Ne nacque un duello e il poeta rimase ucciso a soli 27 anni.

 Nikolai Pavlovich Ulyanov
"ritratto di Mikhail Lermontov"

solo, quante volte, nel cuore,
eppure in quei momenti libero,
da vincoli, da situazioni, da cose
risapute e amate, oppure tristi...

giovedì 19 ottobre 2017

Di grotte

La grotta
 
China su di me i capelli
fanno una grotta intorno
 
al volto in oscurità ove
gli occhi non si vedono
 
quasi mi dice è un gatto
mi odia dice perché le
 
faccio trapelare la voglia
e sibila come un felino
 
offeso più che tenera
con le mani sotto la mia
 
nuca mi solleva la bocca
all’oscura grotta d’amore.
 
James Laughlin
The Cave
da Quello che la matita scrive,
Trad. di Mary de Rachewiltz
Guanda, 1970
 
 
Una grotta, nel suo significato più ampio, è qualsiasi tipo di vuoto sotterraneo, sia naturale sia artificiale ovvero una cavità più o meno estesa del terreno sottostante il suolo (ambiente ipogeo).
Dal punto di vista etimologico la parola grotta (francese grotte, tedesco Grotte, spagnolo gruta, ma si usa comunemente cueva) deriva dal latino volgare grupta, corruzione del latino classico crypta, a sua volta prestito greco (da κρύπτη, kryptē) dal significato di "(luogo) nascosto".
L'ambiente ipogeo è ampiamente studiato nell'ambito della speleologia (da Wikipedia).
 
asciutti, all'interno di un abbraccio,
sensazioni dimenticate, delicate;
in un attimo rivedo un ragazzo,
intorno un oasi di pace, fresca...

mercoledì 18 ottobre 2017

Eloquente

Sequenza di suoni eloquenti
 
Sequenza di suoni eloquenti tendenti a splendore poesia
è questo e questo e questo
E ciò che giunge a me in qualità di innocenza oggi

che esiste perché io esisto e perché il mondo esiste
e perché tutti e tre possiamo correttamente cessar di esistere

Juan Larrea
 
 

Luigi De Cesare
"Il silenzio eloquente"
eloquente
e·lo·quèn·te - aggettivo

Fornito di una grande facilità di parola e conoscenza della lingua, congiunte a una forza di persuasione ed efficacia non comuni: un predicatore e.; discorso e., convincente per gli argomenti svolti e avvincente per la forma espositiva.
•fig. Di significato evidente, senza bisogno di commento. "un gesto e."
Origine Dal lat. elŏquens -entis, p. pres. di elŏqui ‘esprimere, esporre’ (dalla rete)

 i suoni, le note, la musica,
dove finisce l'ascolto, lontano;
a volte un' eco distratta trapela
e il mio cuore ancora sussulta...

martedì 17 ottobre 2017

Conoscenza



Chi conosce
il dolore del bocciolo
quando si apre?
 
Abbas Kiarostami
 
La conoscenza è la consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni ottenute attraverso l'esperienza o l'apprendimento (a posteriori), ovvero tramite l'introspezione (a priori) (da Wikipedia).
 
chi conosce sa,è un potere enorme, grande;
a volte si pensa di sapere,
allora è un disastro...

lunedì 16 ottobre 2017

Riguardo mio padre

 
 a un anno dalla morte di mio padre
 faccio mia questa poesia,
descrive un attimo,
uno solo
ma basta.

 Gujil
 

Riguardo mio Padre
 
Riguardo mio padre, rivedo
qui il suo giorno, fu l'ultimo;
addossato il peso degli anni
in un respiro sempre più lieve
partì come vecchio bastimento
alla volta dell'ultimo scalo.
 
Riguardo mio padre, i suoi occhi,
la voce velata dal pianto, il mio nome
poi fu subito nulla, ne piansi,
lo vidi scemare nel cielo ottobrino,
ora che guardo gli specchi
spesso in me lo rivedo.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 
 

domenica 15 ottobre 2017

Fin de siècle

Fin de siècle
 
(in francese ['fɛ̃ də'sjɛkl] che significa "fine di un secolo")
è stato un movimento culturale, diffuso in particolare nell'Europa centrale, che si può collocare, storicamente, fra il 1880 e l'inizio della prima guerra mondiale.
Questo periodo è noto nei paesi di lingua tedesca con l'espressione Jahrhundertwende.
Esso corrisponde a un periodo avvertito dai suoi protagonisti come l'espressione del crollo di un sistema di valori e di un modello di vita, e, allo stesso tempo, come l'alba di una nuova epoca.
L'origine del termine "fin de siècle" è francese, perché i francesi - basti pensare a Paul Verlaine e al suo sonetto "Languore", o comunque, agli altri simbolisti - sono stati i primi artisti ad aver raggiunto una sensibilità tale da avvertire questi profondi mutamenti, caratteristica fondamentale di quell'Europa che stava pian piano procedendo verso una nuova realtà storica: il Novecento e le sue avanguardie.
Il movimento culturale proprio della fin de siècle ebbe varie espressioni anche nell'estetismo, nel decadentismo e in altre correnti culturali più limitate, e nell'insieme preparò la nascita del modernismo.
 
 
Fin de siècle
 
I
 
 Oh signora come sei argentea
con questo vestito chiaro brilli come una stella
e sulle spalle hai una stola come una nube
e sotto la nube scintilla una perla.

 
Oh signora come sei dorata
quando la sera in piedi alla luce di una candela
con un gesto leggero come la carezza del vento
aggiusti davanti allo specchio i tuoi capelli rossi.
Oh signora come sei nuda
quando giacendo in questo letto rosa
i indichi con un gesto che è giunto il momento
per me di entrare nel tuo giardino.
 
Ryszard Kapuściński
da “Taccuino d’appunti”, 2004
 

Fin-de-Siecle Male Ethos:
William Reynolds Stephens
“Languid & Collapsing Women”
Summer, 1891



mi sono sempre sentito un po' antiquato,
forse antico e vecchio nei pensieri;
eppure amo ancora, crepuscolare dentro,
le "buone cose di pessimo gusto"...

sabato 14 ottobre 2017

Cielo


Cielo

Cielo, parola grande
quanto il mare
che ci lasciamo dietro, che scordiamo
.
 
Juan Ramón Jiménez
da "Diario de un poeta reciencasado" (1917)
  
Cielo
sostantivo maschile - pl. -i
dizionario Garzanti

1.- lo spazio in cui si muovono gli astri e la Terra; la massa d’aria, l’atmosfera che circonda la Terra: cielo coperto, nuvoloso, sereno; la volta del cielo |color del cielo, azzurro, celeste 
2.- parte di volta celeste che si trova sopra un orizzonte locale, sopra una città, una regione: il cielo di Lombardia, così bello quand’è bello (MANZONI P.S. XVII) |sotto un altro cielo, in un altro paese | in aeronautica, la zona aerea sovrastante una località 
3.- nell’antico sistema astronomico tolemaico, ciascuna delle sfere celesti: cielo della Luna, di Marte
4.- in diverse religioni, la sede della o delle divinità; in particolare, nel cristianesimo, il paradiso come sede di Dio e dei beati (in questo significato anche plurale); Dio stesso, la provvidenza divina: il regno dei cieli; pregare il cielo | (prov.) raglio d’asino non arrivò mai in cielo, le offese degli sciocchi o degli ignoranti non colpiscono le persone intelligenti o moralmente superiori |salire al cielo, morire (con riferimento a chi si ritiene sia stato in vita buono o innocente, così da meritare il paradiso)
|voglia il cielo, volesse il cielo, si usa per esprimere un desiderio: volesse il cielo che la legge fosse davvero uguale per tutti! |lo sa il cielo, si usa per rafforzare, confermare un’affermazione, oppure con riferimento a qualche cosa che non si sa e che si pensa non sappia nessuno: lo sa il cielo se è vero!; lo sa il cielo che non è così; lo sa il cielo dove si nasconde!
 5.- parte superiore di un ambiente chiuso; volta, copertura: il cielo dell’automobile
 
Etimologia: ← lat. elu(m).
 
sopra di noi, di me,
azzurro o cupo grigio,
agitato e pieno di cose
ali che sembrano barche...