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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 19 gennaio 2025

Impiccagione

A Will Davies

C’erano due uomini da impiccare
Da impiccare per il collo fino a farli morire
L’aveva detto un giudice
Un giudice con in testa un tocco nero.
Uno dovettero reggerlo in piedi
Sopra la botola del carcere di contea.
Aveva la bava alla bocca e la saliva gli colava sul mento
E cadde addosso al prete che gli parlava fitto fitto all’orecchio
In una lingua che non capiva.
Mi rallegrai quando gli calarono il sacco nero sul viso.
L’altro era un negro
Impettito e dignitoso come il portiere del Blackstone
«Signornò. Non ho niente, da dire.»
Fu un gran brutto momento anche per me,
Avevo il voltastomaco
Pensavo che fosse Bert Williams quello che stavano per impiccare.

Ernest Hemingway 

L'impiccagione è un metodo di esecuzione capitale che infligge la morte attraverso la sospensione del condannato a una corda stretta intorno al collo. In medicina, l'atto che provoca la morte da impiccagione prende il nome più generico di impiccamento.
L'impiccagione è rimasta in voga come uno dei principali metodi di esecuzione della pena di morte dal medioevo al secolo XIX, con applicazioni fino a metà del XX e persistenza in alcuni luoghi anche nel XXI.
Laddove possiede una tradizione in epoca contemporanea, specie negli ordinamenti di common law, l'impiccagione può essere regolamentata quanto alle tecniche di esecuzione, alla lunghezza della corda e della caduta (cioè alla misura della forza cinetica da applicare, tenuto conto del peso del condannato), soprattutto al fine di provocare la morte istantanea.
L'impiccagione è un impiccamento giudiziario, esegue sempre una legittima condanna a morte e si distingue perciò dall'impiccagione inflitta arbitrariamente. Può essere pubblica o tenersi senza la presenza di spettatori: il secondo caso è quello del private hanging praticato nelle carceri statunitensi, entrato in vigore in molti degli States man mano che essi abolivano l'impiccagione pubblica.
(da wikipedia)

La morte come spettacolo,
punizione per i deboli di cuore;
lo spunto rimane precluso,
come l'anima, l'etereo in noi...

martedì 30 agosto 2022

Spino nel cuore (note sul dolore interiore)

Il dolore viene definito dall’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata ad un danno tissutale, in atto o potenziale, ovvero descritta nei termini di tale danno”.
 
 Mi sopravviveranno colorati fiori di campo
o le sempreverdi foglie del nespolo?
Potrà il ricordo restare sepolto ma vivo?
Le lastricate strade del dolore si, quelle...
 
A determinare il dolore, quindi, non sono solo le modificazioni dovute al danno fisico ma anche l’interpretazione personale della gravità di quel danno. Fattori come le passate esperienze, la percezione di riuscire a farvi fronte, le paure ad esso connesse, il sostegno sociale e altri, determinano il modo in cui il dolore viene vissuto e la nostra reazione.  Le due esperienze, sensoriale ed emotiva, si rinforzano creando un circolo vizioso.
 
Lo spino bianco

Le lunghe bacche rosse splendono
intatte quando l’ottobre entra,
i cieli sono i più azzurri
dell’anno, ma freddi e brevi,
porta pace lo spino
gli agnelli bianchi brucano foglie
e frutti, dormono al ceppo
ma quando viene la bruma
nera e spessa
e scolora le bacche, cascano secche
spegne malva e falasco
fa l’acqua nera
escono allora le anime dai rami
girano come fuochi quasi spenti
ma solo chi è malvagia lascia lo spino
se c’è uno che passa
quando annotta
dovrà seguirla
e perdere la strada.

Umberto Piersanti
(Urbino, 1941)

 

"La sofferenza interiore può talvolta assumere l'aspetto di un autentico Dolore dell'Anima. Esso sembra infatti pervadere le nostre emozioni allo scopo di far emergere in noi quanto di più autentico sia custodito nel nostro Sé. 
Sentiamo solo la discreta compagnia di questo dolore, il suo silenzio. E’ come se in quel momento potessimo “vedere attraverso” il nostro dolore. Come se sentissimo che la sua funzione ha uno scopo. Uno scopo che va al di là delle nostre possibilità del momento, ma che riguarda comunque noi stessi nella maniera più profonda.  
Questo è un dolore che non fa rumore. 
Lo viviamo con dignità e con rispetto per noi stessi.  
Tendiamo a custodirlo nel nostro cuore perchè siamo consapevoli di non poterlo dividere con gli altri. Confidiamo che qualcuno, in qualche modo, ci possa aiutare. Ma è un dolore che richiede lo stare soli
Soli con il nostro cuore.
(Andrea Biasioni, dalla rete)

mercoledì 2 febbraio 2022

Processo

Dopo mezzanotte

Tu sei come giorno di primavera col tempo azzurro
E del maggio nella tua anima porti i poemi,
Con la gioia i pensieri piantati in te fioriscono
Vivaci come farfalle e profumati come fiori.
Amo ricordare i tuoi sguardi amorosi
Celati nella palpebre, come pratoline nell’erba,
E la tonda risata, che ti fa brillare i denti,
Bianchi come polpa di mela in rossa cornice.
E quando verrà un mesto autunno senza di te,
Quando la tristezza colmerà il mio cuore ammutito,
Mi vengano in sogno, in bianche vesti di primavera,
I baci solari: le tue piccole efelidi

Hawad

 

.l'immagine balla come impazzita negli occhi,
la mente non ferma l'istante, lo amplifica;
ricucire un cuore provato è dolorosamente diverso,
il tessuto resiste all'ago insensibile della ragione...

Nel 1991, i ricercatori giapponesi hanno riconosciuto per la prima volta la cardiomiopatia takotsubo, nota anche come cardiomiopatia da stress o sindrome del cuore spezzato
La condizione è caratterizzata da improvviso dolore al petto e mancanza di respiro ed è spesso innescata da un evento tragico, come vivere un incidente d'auto o ricevere notizie emotivamente difficili. I ricercatori dell’Istituto Cardiologico di Minneapolis hanno studiato la storia medica di 200 pazienti di cardiomiopatia takotsubo al fine di identificare indizi sintomatici e comprendere meglio la dinamica di un “cuore spezzato”.
Quando sentiamo mal di cuore, ad esempio, stiamo sperimentando una miscela di stress emotivo e sensazioni indotte dallo stress nel nostro petto: oppressione muscolare, aumento della frequenza cardiaca, attività dello stomaco anormale e mancanza di respiro. 
In effetti, il dolore emotivo coinvolge le stesse regioni cerebrali del dolore fisico, suggerendo che i due sono indissolubilmente connessi.
Il motivo di tutte queste prove è di sollevare la preoccupazione che quando permettiamo ai nostri cuori di farsi male, ci ammaliamo.
Esiste davvero qualcosa chiamata malattia psicosomatica. 
Una volta che diventiamo emotivi o stressati, diventiamo vulnerabili e persino più malati, specialmente se la nostra immunità era già fragile. Purtroppo, non ci sono soluzioni rapide per il mal di cuore. Ma quando pratichiamo la delicata arte della meditazione e tiriamo fuori momenti di riflessione silenziosa, allora possiamo iniziare a gestire i nostri pensieri ed emozioni su una base coerente. 
Possiamo quindi essere meglio attrezzati per affrontare le sfide quando si presentano (dalla rete).

sabato 3 luglio 2021

Poesia e riflesso

La buona voce

Sei solo. D’altro più non ti sovviene.
E d’altro più non ti sovvenga mai!
Sul tuo cuore fluisca l’oblìo lene.
Ti sien dolci questi umili sentieri.
Ancóra qualche rosa è ne’ rosai.
Sarà domani quel che non fu ieri.
Domani prenderà novo coraggio
e nova forza l’anima che teme.
A la prima rugiada, al primo raggio
non s’alza l’erba che il tuo piede preme?

Gabriele D'Annunzio

la frescura mattutina e il verde,
ancora penso, ancora mi sento vivo;
il fluire di visioni arranca un indistinto
torpore, che copre, come amante...

giovedì 1 luglio 2021

Sequenziale

Nei cicli ripetitivi quando elaboriamo il dato nel tempo presente noi aspettiamo il futuro che ci viene incontro ma che è il passato; i 3 vertici del triangolo temporale (passato, presente e futuro) si congiungono in un punto solo nello stesso attimo del presente, che esiste solo nella consapevolezza che c‘è e si compie ma nella pratica non sussiste: il presente è la soluzione di continuità cioè l’evanescente divisore tra il futuro e il passato.
L’inconscio ma potentissimo fascino delle sequenze ripetitive è che noi immersi in quelle eventualità, ma perfettamente rilassati perché informati, finalmente siamo padroni del tempo
.
Spesso nei casi di vera e propria musica ripetitiva (cioè definita esclusivamente da cellule soniche che si ripetono), sono comunque introdotte nello scorrere di questi cicli sonori nel tempo delle micro variazioni che “dinamizzano” questi brani: l’esacerbata stasi sensibilizza il fruitore che è così indotto a concedere importanza a qualsiasi minima variazione che succede (dalla rete).
 
Sequenziale
 
Pendii assolati orientano
percorsi obbligati, sentieri battuti,
ripidi montani si stagliano
come difficili approdi.
La lunga sequenza dei fatti
incespica le mie sicurezze
in un confuso viavai pigolante
io piagnucolo, rido, rifletto.
Musica sequenziale ribatte
colpo su colpo, assale,
ripete risaputi motivi,
non è più facile ascoltare.

Anonimo
del XX°Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"
 

E così ecco la seduzione che esercita la musica sequenziale, ogni volta che il Riff è riprodotto, esso acquisisce un valore diverso: in prima istanza l‘attenzione dell‘ascoltatore è catturata proprio dall‘immediata reiterazione della cellula melodica-ritmica, in un secondo tempo è confortato dalla prevedibilità dell‘evento sonoro, quindi facilitato nel seguire il brano, infine si abbandona al suo incedere inesorabile... (dalla rete) 

Un esempio calzante potrebbe essere il Bolero di Ravel?

 

lunedì 25 maggio 2020

Guarigione

La guarigione

Ma alle porte del ciel spiò il domani
madonna Primavera, vïolette
sciolte recando nelle cave mani.

E colei che soffriva si godette
un poco di quel riso mattinale
che vestiva di fior tutte le vette.

E un'erba o un fiore buono pel suo male,
mossa a pietà, la bella maliarda
forse le insinuò sotto il guanciale.

Come un'inferma in cui vita riarda
a poco a poco, io errai quasi leggiera
per gli orti rosa, quasi già gagliarda cantando:

 – Grazie, monna Primavera!

Amalia Guglielminetti

La guarigione è quel fenomeno fisiologico
di mutamento
che, dallo stato di malattia,
riconduce  a quello di salute

speriamo sia di auspicio questa poesia,
Amalia amava la vita malgrado Guido;
oggi 25 volte ricordo il giorno fausto,
un ricordo, un pensiero in un abito verde...