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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 30 agosto 2025

Fonte e segno

La fonte del bene

Nel grembo d’un prato è la fonte perenne.
L’adombran cipressi ben alti e ben folti.
Quell’acqua guarisce le piaghe.
La fonte ne getta tre stille ogni giorno.
N’occorre una brocca a guarire una piaga.
Sta intorno alla fonte la gente aspettando la stilla.

Aldo Palazzeschi

Una fonte guaritrice è una fonte naturale, spesso sacra, alla quale si attribuiscono poteri curativi e miracolosi, legati sia alla spiritualità che alle proprietà delle sue acque.  
Questi luoghi sono importanti nella cultura e nella spiritualità di molte comunità, che li considerano luoghi di purificazione e guarigione, come nel caso della Fonte di Santa Lucia a Fossacesia o delle sorgenti termali scientificamente riconosciute. 
Le sorgenti sono considerate sacre e associate a divinità fin dall'antichità, un elemento centrale nella cultura e spiritualità locale.
 
Nella magia di credenze popolari
ritrova fanciullezze, carri di fieno;
il "segno" di mia nonna, la gente
anche sul mio braccio un tempo...

Il potere del segno guaritore appartiene ai guaritori e segnatori, persone che usano gesti specifici (segni) e preghiere per alleviare sofferenze, sebbene non riconosciute dalla scienza medica. 
Questo potere può manifestarsi attraverso linee sul palmo della mano, un dono ereditato, o come un'abilità intrinseca derivante dall'esperienza del dolore, come nell'archetipo del "guaritore ferito". 
L'atto del guarire e del segnare è spesso legato a pratiche magiche popolari e tradizione orale, tramandata di generazione in generazione. 
Le segnature sono atti ritualistici, come il tracciare segni di croce con la mano o oggetti specifici, accompagnati da formule o preghiere (che ricordo come appena bisbigliate ed indecifrabili anche a un attento ascolto).
(dalla rete)

mercoledì 18 giugno 2025

Doni nuziali

«Sui doni nuziali»

Tre orologi da viaggio
Fanno tictac
Sul camino
Virgola
Ma il giovanotto muore di fame.
Chicago, 1921
«Toronto Star Weekly» (17 dicembre 1921)

Ernest Hemingway

I doni nuziali, o regali di matrimonio,
sono un gesto di affetto e auguri rivolto agli sposi.
Possono essere oggetti materiali, esperienze, o anche donazioni in denaro
(di solito, se si partecipa alle nozze e non si ha un rapporto stretto, per un matrimonio tradizionale, a persona, il calcolo prevede una quota che si aggira tra 100 e i 150 euro). 
La scelta del regalo
dipende dalla relazione con gli sposi, dal budget e dalle tradizioni locali.
(dalla rete)

Con inteso il conformismo
viviamo di gesti studiati;
rimane nel cuore un angolo
di ancestrali fragili emozioni...

venerdì 6 settembre 2024

Ninna e Nanna

La mia Ninna Nanna

Non ho sonno:
mi ronzan nella testa
intorno a fiori neri
di malinconici pensieri,
come insistenti macroglosse,
campane a festa,
forse quelle del mio paese,
così strane così lontane !
Ed ho voglia di piangere :
è tanto
che non ho pianto !
Ma, sotto le finestre, ulula il mare
mugghia e rugge con ira,
m' intorbida la mente,
m' acqueta i sensi
col suo fragore immane.
Ed io mi stringo nel lenzuolo,
mi rannicchio in un canto freddo e solo,
il picchiar del mio cuore più non sento,
e in pace m' addormento.
Come un gracile bambino,
cullato bruscamente da un gigante
nel suo povero lettino.

Corrado Govoni 

Una ninna nanna è una melodia rasserenante cantata ai bambini per farli addormentare. L'idea alla base della ninna nanna è che un canto eseguito da una voce familiare induce i bambini ad addormentarsi. Ninna nanne si trovano nella cultura popolare di tutti i popoli (da wikipedia).

Che mi cullasse la notte, vorrei
per un sonno tranquillo, sereno;
gli scogli della vita infrangono
i sogni, speranze a lungo riposte
fino ai sospiri segreti, flebili...

giovedì 8 giugno 2023

Profumo di nardo

Sporco di latta

In verità ti dico: Non
mi aspetto l’eternità. E so
che nessun verso vince la morte.
Cerco appena un segno
un ritmo che mi ridia
l’impercettibile respiro della terra.
Forse i capelli di Maria
sorella di Marta
che m’asciugano i piedi.
Perché tutte le poesie sono mortali
e quel che resta è forse
un profumo di nardo. E niente più.

Les Murray
Quando è intenso un profumo
nasconde il reale odore di cose;
mistificazioni continue, salti
di tempo e di spazio, finzioni...
 
Il profumo del nardo è un tema ricorrente nella Bibbia.
Il valore dell'olio di nardo era altissimo: quasi quanto lo stipendio annuale di un lavoratore medio. 
È nominato nel Cantico dei Cantici come simbolo dell'amore fedele, puro e senza misura tra la Sposa e lo Sposo 
L’ olio essenziale di nardo è un unguento balsamico noto fin dall’antichità e impiegato come fragranza e unguento di lusso nella cultura egizia, indiana ed europea. 
La sua provenienza himalaiana e le difficoltà incontrate nella produzione e nel trasporto di questo olio essenziale lo resero una delle spezie più costose e ricercate del mondo antico.
(dalla rete)

giovedì 12 maggio 2022

Sufi, sikke e Dervisci

Movimenti ipnotici che nascondono una simbologia e una spiritualità ricercata e profonda, rendono l’esibizione dei Dervisci Rotanti in Cappadocia (e in Turchia, in generale) un’esperienza emotivamente importante.
I corpi che diventano espressione di danze geometricamente perfette, proiettano lo spettatore in un mondo particolare, in una sorta di viaggio dove scoprirne una doppia natura: quella spettacolare  quella storico-culturale
(dalla rete).

Sotto il sikke del derviscio

Se tu potessi almeno per cinque minuti
Entrare nella mia mente
Diventeresti un passero in mezzo ai campi di grano
Sotto la pietra rossa troveresti
La lingua dei tuoni,
e la ragazza che amo con tre petti
e un fiore su uno invece della mammella,
così come il caos esalta le vene degli eroi,
vedresti tutti i colori del mondo
disegnati con una linea,
porci che giocano a nascondino
in vestiti rosa,
lividi che si contorcono come pesci nella rete,
la parola “colpa” scolpita sul petto del vento…
Cinque minuti nella mia mente
e mi cerchi tuttora.

Andrej Al-Asadu


Nel ricordare una figura cara che ci preme
invochiamo spesso il vento, le circostanze;
sistemiamo cose rotte che amiamo, a cui teniamo
ma non sappiamo mai la semplicità dei gesti...

 

La danza Sufi è anche conosciuta come danza dei Dervisci.
Il termine deriva dal persiano darwish che letteralmente significa sulla soglia della porta, per indicare simbolicamente il Sufi che si trova sulla soglia che divide il mondo terrestre da quello celeste.
La radice devr  significa anche rotazione, elemento caratteristico della danza.
Attraverso il respiro, il suono, il giro ininterrottto, il Sufi diventa un tutt’uno con l’esistenza, ricercando l’armonia e facendo cadere il proprio ego, nufs, fonte di disarmonia cosmica.
Tutto nell’universo manifesta armonia come l’avvicendarsi delle stagioni e la notte che segue il giorno,  in un ritmo costante e sempre presente, che bisogna ritrovare e onorare attraverso musica, canto e danza
(dalla rete)
.

Ah, il sikke è il loro turbante o cappello.

martedì 8 febbraio 2022

Non buttiamo via

Non voglio gettare via la vita 
 
Perché si parla soltanto di capelli canuti
e di saggezza?
Quando si va spegnendo l’arbusto della vita,
le esperienze non hanno valore.
Del resto non ne hanno mai avuto.
Dopo la grandinata delle tombe
la colonna fu scagliata in alto con irruenza
e quattro poeti di stato
appoggiarono il dorso alla sua pesantezza,
per scriver sulle pagine dei libri
un loro bestseller.
La fontana è ormai vuota,
cicche vi sono sparse
e solo titubando il sole scopre
il lutto della pietra sconvolta.
Qui si potrebbe anche mendicare.
Ma gettar via la vita,
solo così per nulla,
è questo che non voglio
 
Jaroslav Seifert
 
“Non bisogna buttare via 
il bambino con l’acqua sporca”
  
è un modo di dire che si usa per criticare chi, rifiutando qualcosa del passato (un brutto periodo, un cattivo governo, un amore finito ecc.) finisce con il voler cancellare proprio tutto di quel passato, magari anche quel qualcosa di buono che certamente c’è stato e che potrebbe essere salvato.
 
questo vivere che per qualcuno è peso,
quel rimanere su binari che scartano spesso;
siamo fatti di sogni e di incubi profondi,
ricuciamo strappi soli e lontani...
 
Il modo di dire non è italiano: viene dal tedesco "Kind mit dem Bade ausschütten", documentato già in un libro del 1512 ("Narrenbeschwörung" di Thomas Murner, dove troviamo la bella illustrazione di una donna che butta via l’acqua sporca di una tinozza dimenticandosi che dentro c’è anche un bambino). 
In tempi più recenti è stato usato da scrittori importanti, come per esempio Günter Grass. 
Lo stesso modo di dire è presente poi anche in inglese nella forma “don’t throw the baby out with the bath water”. (dalla rete)

mercoledì 19 gennaio 2022

Mercanti della neve (o del freddo)


 

I Mercanti del freddo

 Stanno finendo il loro cammino
i Mercanti del freddo e Gennaio
si riempie di luce e calore.
Nel gelo del cuore un pensiero
balena, come luce dispersa,
si dirada nel buio il dolore.
Passi distratti continuano
le vie consuete, la vita
rimane un sospiro latente.
Incrociarsi veloci di volti
come frettolosi annunci ,
passaggio di treni veloci.
Le cose d'amore ritornano
a brillare nell'ombra
di un fiammifero spento.
Il tempo che scorre, i capelli,
confusi da grigi sfumati,
aspettano dita impazienti.
Aroma di caffè e sogni
infranti nell'alba, ma belli
come il sole di prima mattina
 
Anonimo
del XX° Secolo
da "Le implicazioni sentimentali"
 
 
 La leggenda  dei mercanti del freddo (o della neve) è molto antica e la tradizione vuole che si attribuiscano le abbondanti nevicate ai seguenti Santi:

San Mauro (15 Gennaio) protettore di  tutti gli ammalati e di quelli che corrono seri pericoli. A San Maur (15 gennaio) una fred dal diàvol, a sant’ Antoni (17 Gennaio) un fred dal demoni . Ed e’ proprio Sant’Antonio a mietere una serie infinita di detti popolari: Sant’Antonio, gran freddura, Sant’Antonio dalla barba bianca se non piove la neve non manca, S. Antonio dalla barba bianca, se non nevica non si mangia San Lorenzo gran caldura, l’uno e l’altro poco dura, per San Bastiano (20 gennaio), sali il monte e guarda il piano; se vedi molto, spera poco; se vedi poco, spera assai. , Per San Sebastiano un’ora abbiamo. San Fabian e Sebastian i ven via cun la viöla in man Sant’Agnese (21 gennaio), il freddo è per le siepi. A san Vincenzo (22 gennaio) l’inverno mette i denti- San Vincenz de la gran fredüra, San Lorenz de la gran caldüra: vün e l’ alter poch el düra , Se per San Paolo (25 gennaio) è sereno, abbondanza avremo , De le calendule e de le crescendule no me ne cüre, basta che’ l dé de San Paol no’ l sé scüre.

 
 
 
San Antonio Abate (17 Gennaio) protettore degli animali, viene festeggiato  con la benedizione degli animali, il falò e la “busecca” (trippa in brodo con verdure).
Poi abbiamo San Sebastiano (20 Gennaio), il giovane martire milanese viene raffigurato legato e trafitto da frecce. 

San Mauro, Sant’Antonio abate e San Sebastiano
sono chiamati
i mercanti della neve (o del freddo)
perché se nel loro giorno fa bel tempo e splende il sole ne approfittano e vanno al mercato a comperare la neve da spargere sulla terra nei giorni successivi
se non piove a santa Emerenziana il grano è a rischio
dove cade, la neve può fioccare fino al 23 del mese

Santa Agnese (21 Gennaio) patrona delle giovani dei giardinieri e degli ortolani, Santa Agata (5 Febbraio). San Biagio (3 Febbraio) protettore della gola.  
I cosiddetti "giorni della merla"
solitamente erano i più freddi dell'anno e portavano copiose nevicate e per questo venivano abbinati ai Santi Mercanti della Neve.
Questi giorni erano considerati dai contadini come un almanacco, in base al tempo che si verificava nei tre giorni si ipotizzava come potesse essere il tempo per tutto il resto dell’anno (dalla rete).

domenica 2 gennaio 2022

Seriamente

La vita non dovrebbe essere così seria

Gli ho dato appena un’occhiata
e l’ho sposato
siamo stati caotici
non abbiamo avuto figli
quando mi andava preparavo una minestra
abbiamo vissuto un po’ a caso
abbiamo avuto degli amici casuali
il tempo è trascorso così
e così siamo invecchiati
con un piede nella fossa
per caso siamo diventati un modello
“erano fatti l’uno per l’altra”
… una vita armoniosa
con semplicità abbiamo esalato l’ultimo respiro

Yin Lichuan


La serietà è un atteggiamento di gravità, solennità, persistenza e serietà nei confronti di qualcosa considerato importante. Alcuni illustri filosofi e commentatori hanno criticato l'eccessiva serietà, mentre altri l'hanno elogiata.

 

amore democraticamente crudele
compare dietro cortine di menzogne;
ci crediamo diversi eppure amiamo
solo se comodamente al sicuro...

venerdì 24 dicembre 2021

Zampognari

La lista delle antiche usanze e’ lunghissima ma tra queste in una posizione di rilievo nell’ immaginario collettivo popolare ci sono loro, gli zampognari.
Se oggi, infatti,  ascoltiamo l’inconfondibile suono  delle zampogne, con molta probabilita’ siamo entrati nella Novena dell’Immacolata Concezione, e ci si avvicina pertanto al Natale. Nel nostro immaginario feste natizie e zampognari sono una cosa sola, ma cio’ che in molti ignorano e’ che le origini della zampogna e degli zampognari risalgono ad un’epoca nella quale il Natale nemmeno esisteva. Per capirne le origini bisogna fare un salto nella storia fino ad arrivare  alla Grecia Arcaica. Di fatto la zampogna e’ uno strumento legato alla iconografia e alla leggenda del Dio Pan (dalla rete).

Lo zampognaro

Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
“Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”.
Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”.
Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo bastone?
“Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”.
Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente;
se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.

Gianni Rodari


prevale tristezza, ricordo, tempo,
tornare agli anni del sogno, indietro;
imprese eroiche in scatole di cerini,
piccoli fiammiferai del tempo passato...

lunedì 20 dicembre 2021

Questione di preferenze

 

La depilazione pubica, non è una pratica recente, infatti era presente e comune fin dai tempi antichi: alcuni dei primi rasoi, realizzati in rame, furono usati in Egitto e in India intorno al 3000 a.C.
Le donne egiziane considerarono i peli pubici sgradevoli; le donne romane dell’alta borghesia del VI secolo a.C. usavano pinzette, pietra pomice e prodotti per la depilazione ottenendo così un effetto glabro molto ambito.
L’era moderna della depilazione è spiegata dalle teorie evoluzionistiche della selezione naturale di Charles Darwin nel testo del 1871, The Descent of Man: secondo questa teoria l’homo sapiens ha meno peli sul corpo dei suoi antecedenti perché i compagni meno pelosi erano più attraenti sessualmente
(dalla rete)
.

 

 
Colloquio

Un uomo qualunque mi domandò:
che cosa pensi del sesso?
Una delle meraviglie della creazione, risposi.
Restò disorientato, poiché confonde le cose
e s’aspettava che io dicessi maledizione,
solo perché prima gli avevo confidato: il destino dell’uomo è la santità.
La donna che mi domandò piena d’odio:
lei si depila là in basso? lo domandò sorridendo,
pensando che così mi poteva meglio assassinare.
Magnifici sono il calice e la verga che contiene,
peloso o no.
Santo, santo, santo è l’amore, poiché viene da Dio,
non poiché uso guanto o rasoio.
Che cosa può contro di lui l’escremento?
Anche la rosa, che cosa può in suo favore?
Se “copre la moltitudine dei peccati ed è benigno,
come la morte duro, come l’inferno tenace”,
riposa nel tuo amore, che starai bene.

Adelia Prado

 

I peli pubici hanno funzione protettiva e termoregolatrice nei confronti dei nostri organi genitali e sono uno strumento che il nostro corpo utilizza per garantire la sopravvivenza della specie e la possibilità di procreare. Al giorno d’oggi, nonostante la moda sia incentrata su donne e uomini sempre più depilati, ci sono molti movimenti femminili che promuovono la presenza dei peli sul corpo e che non demonizzano il corpo come madre natura l’ha fatto.

ricordo la liscia pendenza del crinale
sul monte, la mia libera scelta di vivere;
condivisioni difficili divergono, deragliano,
in lontananza chiamo ma la mia voce non giunge...

La scelta di rimuovere i peli pubici deve essere personale, scegli ciò che ti fa sentire a tuo agio e non farti influenzare da ciò che la società impone! Non c’è nulla di male se non ti depili! Ora che le donne stanno riconquistando la libertà di mostrare il corpo al naturale, sempre più uomini, invece, si avvicinano alla depilazione, parziale o totale (dalla rete).

martedì 12 maggio 2020

Cognac greco

Cognac a zero stelle*


Vanno del tutto perdute le parole delle lacrime.
Quando parla il disordine, l’ordine taccia
– è ricca di esperienza la perdita.
a dobbiamo essere solidali
con l’inutile.
Piano piano ritroverà la parola la memoria
e a ciò che è morto darà
buoni consigli di longevità.

Siamo solidali ora con questa piccola
fotografia
che è ancora nel fiore del suo futuro:
giovani vanamente un po’ abbracciati
davanti a una spiaggia anonimamente gioiosa.
Nafplio Eubea Skòpelos?
Dirai
ma dove non era allora mare.

*Dopo la sepoltura, è usanza greca offrire al bar del cimitero ad amici e parenti caffè e cognac di qualità economica. I cognac greci, almeno i più costosi, si contraddistinguono per il numero di stelle segnate sull’etichetta della bottiglia. Qui ci si riferisce a questo cognac economico e quindi “senza nessuna stella”.

Kiki Dimulà


Metaxa
(Μεταξά) è un brandy greco. È stato inventato nel 1888 da un commerciante chiamato Spyros Metaxas (Σπύρος Μεταξάς) da wikipedia.
Per ottenere questa bevanda si utilizzano tre varietà di uve diverse: uva sultanina, uva savatiano e uva di Corinthe). Una volta ottenuto il distillato, si lascia sviluppare i propri aromi in barili in quercia del Limosino per una durata minima di tre anni. Si aggiunge al brandy uva moscato (di Samo o di Lemno), delle essenze di petali di rosa e una serie segreta di piante aromatiche. Il prodotto ottenuto viene conservato in un barile per un anno. Prima dell'imbottigliamento, il prodotto passa molti giorni ad una temperatura inferiore a zero, viene filtrato ed infine viene imbottigliato.

mi manca un bicchierino la sera,
è tempo che non bevo più, tanto;
farà bene, sicuramente, ma quello che manca
è la sensazione di calore, il sollievo....