Nel grembo d’un prato è la fonte perenne. L’adombran cipressi ben alti e ben folti. Quell’acqua guarisce le piaghe. La fonte ne getta tre stille ogni giorno. N’occorre una brocca a guarire una piaga. Sta intorno alla fonte la gente aspettando la stilla.
Aldo Palazzeschi
Una fonte guaritrice è una fonte naturale,
spesso sacra, alla quale si attribuiscono poteri curativi e miracolosi,
legati sia alla spiritualità che alle proprietà delle sue acque.
Questi luoghi sono importanti nella cultura e nella spiritualità di molte comunità, che li considerano luoghi di purificazione e guarigione, come nel caso della Fonte di Santa Lucia a Fossacesia o delle sorgenti termali scientificamente riconosciute.
Le sorgenti sono
considerate sacre e associate a divinità fin dall'antichità, un elemento
centrale nella cultura e spiritualità locale.
Nella magia di credenze popolari
ritrova fanciullezze, carri di fieno;
il "segno" di mia nonna, la gente
anche sul mio braccio un tempo...
Il potere del segno guaritore appartiene ai guaritori e segnatori, persone che usano gesti specifici (segni) e preghiere per alleviare sofferenze, sebbene non riconosciute dalla scienza medica.
Questo potere può manifestarsi attraverso linee sul palmo della mano, un dono ereditato, o come un'abilità intrinseca derivante dall'esperienza del dolore, come nell'archetipo del "guaritore ferito".
L'atto del guarire e del segnare è spesso legato a pratiche magiche popolari e tradizione orale, tramandata di generazione in generazione.
Le segnature sono atti
ritualistici, come il tracciare segni di croce con la mano o oggetti
specifici, accompagnati da formule o preghiere (che ricordo come appena bisbigliate ed indecifrabili anche a un attento ascolto).
Tre orologi da viaggio Fanno tictac Sul camino Virgola Ma il giovanotto muore di fame. Chicago, 1921 «Toronto Star Weekly» (17 dicembre 1921)
Ernest Hemingway
I doni nuziali, o regali di matrimonio, sono un gesto di affetto e auguri rivolto agli sposi. Possono essere oggetti materiali, esperienze, o anche donazioni in denaro(di solito, se si
partecipa alle nozze e non si ha un rapporto stretto, per un matrimonio
tradizionale, a persona, il calcolo prevede una quota che si aggira tra 100 e i 150 euro). La scelta del regalo dipende dalla relazione con gli sposi, dal budget e dalle tradizioni locali. (dalla rete)
Non ho sonno: mi ronzan nella testa intorno a fiori neri di malinconici pensieri, come insistenti macroglosse, campane a festa, forse quelle del mio paese, così strane così lontane ! Ed ho voglia di piangere : è tanto che non ho pianto ! Ma, sotto le finestre, ulula il mare mugghia e rugge con ira, m' intorbida la mente, m' acqueta i sensi col suo fragore immane. Ed io mi stringo nel lenzuolo, mi rannicchio in un canto freddo e solo, il picchiar del mio cuore più non sento, e in pace m' addormento. Come un gracile bambino, cullato bruscamente da un gigante nel suo povero lettino.
Corrado Govoni
Una ninna nanna è una melodia rasserenante cantata ai bambini per farli addormentare. L'idea alla base della ninna nanna è che un canto eseguito da una voce familiare induce i bambini ad addormentarsi. Ninna nanne si trovano nella cultura popolare di tutti i popoli (da wikipedia).
In verità ti dico: Non mi aspetto l’eternità. E so che nessun verso vince la morte. Cerco appena un segno un ritmo che mi ridia l’impercettibile respiro della terra. Forse i capelli di Maria sorella di Marta che m’asciugano i piedi. Perché tutte le poesie sono mortali e quel che resta è forse un profumo di nardo. E niente più.
Les Murray
Quando è intenso un profumo
nasconde il reale odore di cose;
mistificazioni continue, salti
di tempo e di spazio, finzioni...
Il profumo del nardo è un tema ricorrente nella Bibbia.
Il valore dell'olio di nardo era altissimo: quasi quanto lo stipendio annuale di
un lavoratore medio.
È nominato nel Cantico dei Cantici come simbolo
dell'amore fedele, puro e senza misura tra la Sposa e lo Sposo
L’ olio essenziale di nardoè un unguento balsamico noto fin dall’antichità e impiegato come
fragranza e unguento di lusso nella cultura egizia, indiana ed europea.
La sua provenienza himalaiana e le difficoltà incontrate nella
produzione e nel trasporto di questo olio essenziale lo resero una delle
spezie più costose e ricercate del mondo antico.
Movimenti ipnotici che nascondono una simbologia e una spiritualità ricercata e profonda, rendono l’esibizione dei DervisciRotanti in Cappadocia
(e in Turchia, in generale) un’esperienza emotivamente importante. I
corpi che diventano espressione di danze geometricamente perfette,
proiettano lo spettatore in un mondo particolare, in una sorta di
viaggio dove scoprirne una doppia natura: quella spettacolare quella
storico-culturale (dalla rete).
Sotto il sikke del derviscio
Se tu potessi almeno per cinque minuti Entrare nella mia mente Diventeresti un passero in mezzo ai campi di grano Sotto la pietra rossa troveresti La lingua dei tuoni, e la ragazza che amo con tre petti e un fiore su uno invece della mammella, così come il caos esalta le vene degli eroi, vedresti tutti i colori del mondo disegnati con una linea, porci che giocano a nascondino in vestiti rosa, lividi che si contorcono come pesci nella rete, la parola “colpa” scolpita sul petto del vento… Cinque minuti nella mia mente e mi cerchi tuttora.
Andrej Al-Asadu
Nel ricordare una figura cara che ci preme invochiamo spesso il vento, le circostanze; sistemiamo cose rotte che amiamo, a cui teniamo ma non sappiamo mai la semplicità dei gesti...
La danza Sufi è anche conosciuta come danza dei Dervisci. Il termine deriva dal persiano darwish che letteralmente significa sulla soglia della porta, per indicare simbolicamente il Sufi che si trova sulla soglia che divide il mondo terrestre da quello celeste. La radice devr significa anche rotazione,
elemento caratteristico della danza. Attraverso il respiro, il suono,
il giro ininterrottto, il Sufi diventa un tutt’uno con l’esistenza,
ricercando l’armonia e facendo cadere il proprio ego, nufs, fonte di disarmonia cosmica. Tutto nell’universo manifesta armonia come l’avvicendarsi delle
stagioni e la notte che segue il giorno, in un ritmo costante e sempre
presente, che bisogna ritrovare e onorare attraverso musica, canto e
danza (dalla rete).
Perché si parla soltanto di capelli canuti e di saggezza? Quando si va spegnendo l’arbusto della vita, le esperienze non hanno valore. Del resto non ne hanno mai avuto. Dopo la grandinata delle tombe la colonna fu scagliata in alto con irruenza e quattro poeti di stato appoggiarono il dorso alla sua pesantezza, per scriver sulle pagine dei libri un loro bestseller. La fontana è ormai vuota, cicche vi sono sparse e solo titubando il sole scopre il lutto della pietra sconvolta. Qui si potrebbe anche mendicare. Ma gettar via la vita, solo così per nulla, è questo che non voglio
Jaroslav Seifert
“Non bisogna buttare via
il bambino con l’acqua sporca”
è un modo di
dire che si usa per criticare chi, rifiutando qualcosa del passato (un
brutto periodo, un cattivo governo, un amore finito ecc.) finisce con il
voler cancellare proprio tutto di quel passato, magari anche quel
qualcosa di buono che certamente c’è stato e che potrebbe essere
salvato.
questo vivere che per qualcuno è peso, quel rimanere su binari che scartano spesso; siamo fatti di sogni e di incubi profondi, ricuciamo strappi soli e lontani...
Il modo di dire non è italiano: viene dal tedesco "Kind mit dem Bade
ausschütten", documentato già in un libro del 1512 ("Narrenbeschwörung"
di Thomas Murner, dove troviamo la bella illustrazione di una donna che
butta via l’acqua sporca di una tinozza dimenticandosi che dentro c’è
anche un bambino).
In tempi più recenti è stato usato da scrittori
importanti, come per esempio Günter Grass.
Lo stesso modo di dire è presente poi anche in inglese nella forma “don’t throw the baby out with the bath water”. (dalla rete)
La leggenda dei mercanti del freddo (o della neve) è molto antica e
la tradizione vuole che si attribuiscano le abbondanti nevicate ai
seguenti Santi:
San Mauro (15 Gennaio) protettore di tutti gli ammalati e di quelli che corrono seri pericoli. A San Maur (15 gennaio) una fred dal diàvol, a sant’ Antoni (17 Gennaio) un fred dal demoni . Ed e’ proprioSant’Antonioa mietere una serie infinita di detti popolari: Sant’Antonio,
gran freddura, Sant’Antonio dalla barba bianca se non piove la neve non
manca, S. Antonio dalla barba bianca, se non nevica non si mangia San
Lorenzo gran caldura, l’uno e l’altro poco dura, per San Bastiano (20
gennaio), sali il monte e guarda il piano; se vedi molto, spera poco; se
vedi poco, spera assai. , Per San Sebastiano un’ora abbiamo. San Fabian
e Sebastian i ven via cun la viöla in man Sant’Agnese (21 gennaio), il
freddo è per le siepi.A san Vincenzo (22 gennaio) l’inverno
mette i denti- San Vincenz de la gran fredüra, San Lorenz de la gran
caldüra: vün e l’ alter poch el düra , Se per San Paolo (25 gennaio) è
sereno, abbondanza avremo , De le calendule e de le crescendule no me ne
cüre, basta che’ l dé de San Paol no’ l sé scüre.
San Antonio Abate (17 Gennaio)
protettore degli animali, viene festeggiato con la benedizione degli
animali, il falò e la “busecca” (trippa in brodo con verdure). Poi
abbiamo San Sebastiano (20 Gennaio), il giovane martire milanese viene raffigurato legato e trafitto da frecce.
San Mauro, Sant’Antonio
abateeSan Sebastiano sono chiamatii mercanti della neve (o del freddo) perché se
nel loro giorno fa bel tempo e splende il sole ne approfittano e vanno
al mercato a comperare la neve da spargere sulla terra nei giorni
successivi se non piove a santa Emerenziana il grano è a rischio dove
cade, la neve può fioccare fino al 23 del mese
Santa Agnese (21 Gennaio) patrona delle giovani dei giardinieri e degli ortolani, Santa Agata (5 Febbraio). San Biagio (3 Febbraio)
protettore della gola. I cosiddetti"giorni della merla" solitamente erano i più
freddi dell'anno e portavano copiose nevicate e per questo venivano abbinati ai
Santi Mercanti della Neve. Questi giorni erano considerati dai contadini
come un almanacco, in base al tempo che si verificava nei tre giorni si
ipotizzava come potesse essere il tempo per tutto il resto dell’anno (dalla rete).
Gli ho dato appena un’occhiata
e l’ho sposato
siamo stati caotici
non abbiamo avuto figli
quando mi andava preparavo una minestra
abbiamo vissuto un po’ a caso
abbiamo avuto degli amici casuali
il tempo è trascorso così
e così siamo invecchiati
con un piede nella fossa
per caso siamo diventati un modello
“erano fatti l’uno per l’altra”
… una vita armoniosa
con semplicità abbiamo esalato l’ultimo respiro
Yin Lichuan
La serietà è un atteggiamento di gravità, solennità, persistenza e
serietà nei confronti di qualcosa considerato importante. Alcuni
illustri filosofi e commentatori hanno criticato l'eccessiva serietà,
mentre altri l'hanno elogiata.
amore democraticamente crudele compare dietro cortine di menzogne; ci crediamo diversi eppure amiamo solo se comodamente al sicuro...
La lista delle antiche usanze e’ lunghissima ma tra queste in una
posizione di rilievo nell’ immaginario collettivo popolare ci sono loro,
gli zampognari. Se oggi, infatti, ascoltiamo l’inconfondibile
suono delle zampogne, con molta probabilita’ siamo entrati nella
Novena dell’Immacolata Concezione, e ci si avvicina pertanto al Natale. Nel
nostro immaginario feste natizie e zampognari sono una cosa sola, ma
cio’ che in molti ignorano e’ che le origini della zampogna e degli
zampognari risalgono ad un’epoca nella quale il Natale nemmeno esisteva.
Per capirne le origini bisogna fare un salto nella storia fino ad
arrivare alla Grecia Arcaica. Di fatto la zampogna e’ uno strumento
legato alla iconografia e alla leggenda del Dio Pan (dalla rete).
Lo zampognaro
Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?
“Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”.
Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”.
Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo bastone?
“Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”.
Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente;
se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.
La
depilazione pubica, non è una pratica recente, infatti era presente e
comune fin dai tempi antichi: alcuni dei primi rasoi, realizzati in
rame, furono usati in Egitto e in India intorno al 3000 a.C. Le donne
egiziane considerarono i peli pubici sgradevoli; le donne romane
dell’alta borghesia del VI secolo a.C. usavano pinzette, pietra pomice e
prodotti per la depilazione ottenendo così un effetto glabro molto
ambito. L’era moderna della depilazione è spiegata dalle teorie
evoluzionistiche della selezione naturale di Charles Darwin nel testo
del 1871, The Descent of Man: secondo questa teoria l’homo sapiens ha
meno peli sul corpo dei suoi antecedenti perché i compagni meno pelosi
erano più attraenti sessualmente (dalla rete).
Colloquio
Un uomo qualunque mi domandò: che cosa pensi del sesso? Una delle meraviglie della creazione, risposi. Restò disorientato, poiché confonde le cose e s’aspettava che io dicessi maledizione, solo perché prima gli avevo confidato: il destino dell’uomo è la santità. La donna che mi domandò piena d’odio: lei si depila là in basso? lo domandò sorridendo, pensando che così mi poteva meglio assassinare. Magnifici sono il calice e la verga che contiene, peloso o no. Santo, santo, santo è l’amore, poiché viene da Dio, non poiché uso guanto o rasoio. Che cosa può contro di lui l’escremento? Anche la rosa, che cosa può in suo favore? Se “copre la moltitudine dei peccati ed è benigno, come la morte duro, come l’inferno tenace”, riposa nel tuo amore, che starai bene.
Adelia Prado
I peli pubici hanno funzione protettiva e termoregolatrice nei
confronti dei nostri organi genitali e sono uno strumento che il nostro
corpo utilizza per garantire la sopravvivenza della specie e la
possibilità di procreare. Al giorno d’oggi, nonostante la moda sia
incentrata su donne e uomini sempre più depilati, ci sono molti
movimenti femminili che promuovono la presenza dei peli sul corpo e che
non demonizzano il corpo come madre natura l’ha fatto.
ricordo la liscia pendenza del crinale
sul monte, la mia libera scelta di vivere;
condivisioni difficili divergono, deragliano,
in lontananza chiamo ma la mia voce non giunge...
La scelta
di rimuovere i peli pubici deve essere personale, scegli ciò che ti fa
sentire a tuo agio e non farti influenzare da ciò che la società impone!
Non c’è nulla di male se non ti depili! Ora che le donne stanno
riconquistando la libertà di mostrare il corpo al naturale, sempre più
uomini, invece, si avvicinano alla depilazione, parziale o totale (dalla rete).
Vanno del tutto perdute le parole delle lacrime. Quando parla il disordine, l’ordine taccia – è ricca di esperienza la perdita. a dobbiamo essere solidali con l’inutile. Piano piano ritroverà la parola la memoria e a ciò che è morto darà buoni consigli di longevità.
Siamo solidali ora con questa piccola fotografia che è ancora nel fiore del suo futuro: giovani vanamente un po’ abbracciati davanti a una spiaggia anonimamente gioiosa. Nafplio Eubea Skòpelos? Dirai ma dove non era allora mare.
*Dopo la sepoltura, è usanza greca offrire al bar del cimitero ad amici e parenti caffè e cognac di qualità economica. I cognac greci, almeno i più costosi, si contraddistinguono per il numero di stelle segnate sull’etichetta della bottiglia. Qui ci si riferisce a questo cognac economico e quindi “senza nessuna stella”.
Kiki Dimulà
Metaxa
(Μεταξά) è unbrandygreco. È stato inventato nel1888 da un commerciante chiamatoSpyros Metaxas(Σπύρος Μεταξάς) da wikipedia.
Per ottenere questa bevanda si utilizzano tre varietà di uve diverse: uva sultanina, uva savatiano e uva di Corinthe). Una volta ottenuto il distillato, si lascia sviluppare i propri aromi in barili in quercia del Limosino per una durata minima di tre anni. Si aggiunge al brandy uva moscato (di Samo o di Lemno),
delle essenze dipetali di rosa e una serie segreta di piante
aromatiche. Il prodotto ottenuto viene conservato in un barile per un
anno. Prima dell'imbottigliamento, il prodotto passa molti giorni ad una
temperatura inferiore a zero, viene filtrato ed infine viene
imbottigliato.
mi manca un bicchierino la sera, è tempo che non bevo più, tanto; farà bene, sicuramente, ma quello che manca è la sensazione di calore, il sollievo....