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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 31 luglio 2025

"Lontana e sola" (Canzone di cavaliere)

In un contesto letterario, come nella poesia di Federico Garcìa Lorca, l'espressione "Lontana e sola" può assumere un significato più profondo, legato al destino, alla morte e alla condizione umana (dalla rete).

Lontana e sola

Ti ho visto guardare lontano,
su un masso, su un monte,
silenzio discreto e quel velo
intuito di pace, tristezza.

Ti ho guardato non visto,
lontana e sola sul sasso
poi si torna al quotidiano
rimangono spazi infiniti.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate
  
è un'espressione che riesce ad evocare sentimenti di isolamento, di distanza e abbandono.
 
 "Lontana e sola" 

Può essere usata per descrivere una persona che si sente emotivamente distante dagli altri oppure che si trova fisicamente isolata.

mercoledì 30 luglio 2025

C'era una volta

C’era una volta
Quota Centoquarantuno l’1 agosto 1916

Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona

Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna 

Giuseppe Ungaretti

Insieme ai grandi temi,
vita, morte, sopravvivenze;
recessi di scuola infranti
da conoscenze postume...
 
C'era una volta  
è una tipica espressione utilizzata come introduzione in numerose fiabe. Formule simili risalgono quasi all'origine della scrittura, essendo già utilizzate quattromila anni fa nei racconti babilonesi, e si ritrovano in tutte le lingue del mondo. 
Nella letterature europee, è attestata da Apuleio, che apre la favola di Amore e Psiche nelle Metamorfosi con «Erant in quadam civitate rex et regina…» e diventa canonica nella letteratura italiana con il "Pentamerone" di Giambattista Basile (1634).
(da wikipedia)
L'espressione "c'era una volta" (once upon a time in lingua inglese) è una formula tipica che introduce le fiabe e i racconti, collocando la storia in un passato indeterminato e fantastico. 
È un modo per iniziare un racconto e sottolineare che si tratta di qualcosa che è successo in un tempo passato e non precisamente definito. 
Pur essendo associata alle fiabe, "c'era una volta" può essere utilizzata anche nella vita di tutti i giorni per introdurre un racconto di eventi passati, magari con un tono nostalgico o enfatico.
(dalla rete)

martedì 29 luglio 2025

Donna e marine


Di amori naufragati pieno 
il grande mare, come relitti
a spiagge assolate e pure
restano irrisolti al cuore...
 
 
Donna che apre riviere

Sei donna di marine,
donna che apre riviere.
L’aria delle mattine
bianche è la tua aria
di sale e sono vele
al vento, sono bandiere
spiegate a bordo l’ampie
vesti tue così chiare.

Giorgio Caproni
 
"Donna che apre riviere" 
 è un'opera complessa 
che utilizza la figura della donna 
per esplorare temi profondi
legati al rapporto tra l'individuo, 
il paesaggio e il mondo interiore.
(dalla rete)

lunedì 28 luglio 2025

Cipressi e palme

Cipressi e palme

O notturni cipressi e sonnolente
Palme, laggiù, sulla deserta china,
A specchio della tersa onda turchina,
Nereggianti sul rutilo occidente;

Mentre nell’alto ciel, dietro la trina
D’una rosata nube evanescente,
Come un profil di vergine languente
Della luna il sottile arco s’affina;

O lente palme, o rigidi cipressi,
Dite, se novo e ignoto vïatore
L’orme pur ora in queste rive impressi;

Perché la nostra visïon di tanto
Dolce tumulto mi rïempie il core,
Perché mi trae sulle pupille il pianto?

Arturo Graf 

I Romani iniziarono ad piantare i cipressi come simbolo di elevazione spirituale. Poi il Cristianesimo diede sacralità alla pianta utilizzandone il legno per la croce di Gesù Cristo. Le sue caratteristiche di sempreverde poi si adattano al luogo funebre.

Commuoversi davanti a natura
che ancora stupisce e riempie
di gocce gli occhi e meraviglia;
siamo preda di insana pazzia... 
 
Le palme sono piante tropicali e subtropicali apprezzate per la loro bellezza esotica, ma alcune specie sono più adatte ai climi miti o temperati e a giardini di dimensioni adeguate (dalla rete).

domenica 27 luglio 2025

Casa

La casa è una costruzione eretta dall'uomo per abitarvi, suddivisa in vani ed eventualmente in piani: casa di città, di campagna; casa colonica; casa esposta a mezzogiorno. 
La casa è l'abitazione di una persona sola o di una famiglia: essere, stare in casa; andare, tornare a casa; cercare casa; star di casa in un luogo, abitarvi (anche fig. : quello, l'educazione non sa neppure dove sta di casa!) (dalla rete).

La casa

L’uomo solo ascolta la voce calma
con lo sguardo socchiuso, quasi un respiro
gli alitasse sul volto, un respiro amico
che risale, incredibile, dal tempo andato.

L’uomo solo ascolta la voce antica
che i suoi padri, nei tempi, hanno udito, chiara
e raccolta, una voce che come il verde
degli stagni e dei colli incupisce a sera.

L’uomo solo conosce una voce d’ombra,
carezzante, che sgorga nei toni calmi
di una polla segreta: la beve intento,
occhi chiusi, e non pare che l’abbia accanto.

È la voce che un giorno ha fermato il padre
di suo padre, e ciascuno del sangue morto.
Una voce di donna che suona segreta
sulla soglia di casa, al cadere del buio.
[21 agosto - 12 settembre 1940] 

Cesare Pavese

Case ora riposano chiuse
in attesa di vita, di voci;
passato dimora e ricorda,
fantasmi di gioie e dolori...

sabato 26 luglio 2025

Ad Anna

Nella mia vita in duplice
forma, cospetto di anime;
le radici dissolte ed aride
bevono ancora nel sogno...

Ad Anna 

Non so più dove ti colsi.
Certo nei prati rilucenti di antichi sogni
distolsi l’oro della tua semente.

Sui rami dei miei nudi inverni
la tua gemma spuntò
come un miracolo
e a nuovo mi vestì la tua speranza.

Le tue carni e l’oro dei capelli
per non sciuparti ho sfiorato
con le mani inasprite dagli anni.

Nata dalla mia speranza d’essere
e di non finire, in te

la mia sostanza umana

ad altri sensi rinasce

a nuova vita.

L’età del silenzio Lalli Editore. 1981

Sebastiano Vasta

venerdì 25 luglio 2025

Fanny Targioni Tozzetti

Fanny, nata Fanny Ronchivecchi, è stata una nobildonna fiorentina, moglie del naturalista Antonio Targioni Tozzetti
Era nota per la sua bellezza, intelligenza e per il suo salotto, frequentato da intellettuali e artisti. 
Leopardi la incontrò a Firenze nel 1830 e se ne invaghì, ma il suo amore fu principalmente unilaterale e mai corrisposto.

Cara Fanny.
Non vi ho scritto fin qui per non darvi noia, sapendo quanto siete occupata:
Ma in fine io non vorrei che il silenzio paresse dimenticanza, benché forse sappiate che il dimenticar voi non è facile.
Mi pare che mi diceste un giorno, che spesso ai vostri amici migliori non rispondevate, agli altri sì, perché di quelli eravate sicura che non si offenderebbero, come gli altri, del vostro silenzio.
Fatemi tanto onore di trattarmi come uno de’ vostri migliori amici; e se siete molto occupata, e se lo scrivere vi affatica, non mi rispondete…
Delle nuove da me non credo che vi aspettiate.
Sapete ch’io abbomino la politica…
I miei amici si scandalizzano; ed essi hanno ragione di cercar gloria e di beneficare gli uomini.
Ma io che non presumo di beneficare, e che non aspiro alla gloria, non ho torto di passare la mia giornata disteso su un sofà, senza battere una palpebra.
E trovo molto ragionevole l’usanza dei Turchi e degli altri Orientali, che si contentano di sedere sulle loro gambe tutto il giorno, e guardare stupidamente in viso questa ridicola esistenza.
Ma io ho ben torto di scrivere queste cose a voi, che siete bella, e privilegiata dalla natura a risplendere nella vita.

Giacomo Leopardi

Sfaccettature dell'amore, occasioni
sono intimità descritte in versi,
prose che, fini a sè stesse,
incantano anime e cuori...

Fanny Targioni Tozzetti fu la donna che ispirò a Giacomo Leopardi il ciclo di poesie "di Aspasia" durante il periodo fiorentino e napoletano. 
Leopardi si innamorò di lei, ma il suo amore non fu corrisposto, e questo dolore divenne centrale nella sua produzione poetica.
(dalla rete)

giovedì 24 luglio 2025

Seduzioni

Con la parola seduzione si indica sostanzialmente un'istigazione alla colpa, al male, con allettamenti e lusinghe.
Nel senso comune con seduzione si intende il fascino, la capacità di suscitare un'attrazione viva o addirittura irresistibile: la seduzione del denaro, della gloria; la seduzione della musica; concretamente: le seduzioni della vita, del mondo, i piaceri verso i quali irresistibilmente siamo attratti (dalla rete).
 
Le seduzioni

Colei che ha gli occhi aperti ad ogni luce
e comprende ogni grazia di parola
vive di tutto ciò che la seduce.

Io vado attenta, perchè vado sola,
e il mio sogno che sa goder di tutto,
se sono un poco triste mi consola.

In succo io ho spremuto ogni buon frutto,
ma non mi volli sazïare e ancora
nessun mio desiderio andò distrutto.

Perciò, pronta al fervor, l'anima adora
per la sua gioia, senza attender doni,
e, come un razzo in ciel notturno, ogni ora

mi sboccia un riso di seduzïoni.

Amalia Guglielminetti

Seduzioni attente e procaci
in ambiti di impensabili luoghi,
poi silenzi che seguono il nulla
di peccati pensati mai compiuti...
 
In psicologia e sociologia, e nel linguaggio comune, per seduzione si intende il processo con cui una persona ne induce un'altra, deliberatamente o inconsapevolmente, a intraprendere una relazione di natura sentimentale o sessuale. 
Il termine deriva dal latino se-ducere e significa letteralmente "portare a sé", "condurre fuori dal retto cammino" (da wikipedia).

mercoledì 23 luglio 2025

Girasole

Il girasole, nel linguaggio dei fiori, è simbolo di allegria, positività e vitalità, grazie al suo colore acceso e al suo comportamento di seguire il sole. 
Può anche rappresentare gratitudine, ammirazione e un amore forte e duraturo.

Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce. 

Eugenio Montale

Pensavo piacessero come
da ricordo di frase buttata
in quell'auto scarna di me;
illusioni, visioni, sensazioni...

Il girasole è uno splendido fiore molto semplice da coltivare sia in piena terra sia in vaso. 
Utilizzato a scopo ornamentale e soprattutto per la produzione di olio e semi, grazie alla sua corolla colorata di giallo intenso, il girasole dona colore, allegria e un tocco di rusticità ad aiuole e terrazzi
Porta felicità in quanto il colore giallo brillante rappresenta gioia e sorrisi, qualità che il girasole incarna; ottimismo, in quanto, guardando il sole, si guarda il lato positivo. 
A causa della sua robustezza è anche simbolo di vitalità e longevità.
Regalare un girasole significa augurare un anno di felicità e prosperità. 
I girasoli rappresentano l'amicizia sincera e la lealtà. 
Se si desidera esprimere  apprezzamento per un amico caro, un mazzo di girasoli può essere il modo perfetto per dire “grazie di esserci”.
Narra una leggenda che il dio Apollo impietositosi, vedendo la ninfa Clizia consumarsi d'amore per lui, la trasformò in "girasole" concedendole di seguire in eterno il suo percorso nel cielo.   
Se nelle civiltà passate il girasole era a simbolo delle divinità, nella cultura occidentale questo fiore iniziò ad assumere significati negativi, come la falsità; si dice che questo è da attribuire al senso di colpa collettivo degli uomini per essere entrati in possesso di un fiore ritenuto divino e per questo sacro. 
(dalla rete) 

martedì 22 luglio 2025

Acqua morta tra poesia e fenomeno

 

Acquamorta 

Acqua chiusa, sonno delle paludi
che in larghe lamine maceri veleni,
ora bianca ora verde nei baleni,
sei simile al mio cuore.

II pioppo ingrigia d'intorno ed il leccio;
le foglie e le ghiande si chetano dentro,
e ognuna ha i suoi cerchi d'un unico centro
sfrangiati dal cupo ronzar del libeccio.

Cosí, come su acqua allarga
il ricordo i suoi anelli, mio cuore;
si muove da un punto e poi muore:
cosí t'è sorella acquamorta.

Salvatore Quasimodo

Nel anima, in fondo, pervade
senso di stagnazione perenne;
acque morte da sempre riparo
a fragili cuori infranti dall'onda... 
 
Per secoli i marinai che navigavano negli stretti fiordi delle regioni più settentrionali del pianeta sperimentarono uno strano fenomeno: in queste insenature spesso le loro navi si ritrovavano improvvisamente bloccate, senza che nessuno riuscisse a capirne la ragione. 
Alla fine del 1800 un esploratore norvegese lo definì “il fenomeno dell’acqua morta” e ne fece una descrizione che permise di avviare i primi studi.
Il fenomeno avviene quando le correnti impediscono il controllo della nave. Soltanto nel 2020, però, il meccanismo è stato chiarito da un team di fisici francesi. 
Perché il fenomeno si verifichi, l’acqua del mare deve presentare strati a diversa densità in contatto tra loro.
Questo fenomeno potrebbe spiegare anche alcuni famosi eventi storici, come la disfatta di Cleopatra durante la battaglia di Azio contro Ottaviano, nel 31 a.C. 
In questa occasione le navi della flotta di Cleopatra rimasero immobili nella baia greca, come se qualcosa le bloccasse.
(dalla rete)