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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 18 giugno 2014

Riva

In riva alla vita

Ritorno per la strada consueta,
alla solita ora,
sotto un cielo invernale senza rondini,
un cielo d’oro ancora senza stelle.
Grava sopra le palpebre l’ombra
come una lunga mano velata
e i passi in lento abbandono s’attardano,
tanto nota è la via
e deserta
e silente.
Scattano due bambini
da un buio andito
agitando le braccia:
l’ombra sobbalza
striata da un tremulo volo
di chiare stelle filanti.
Gridano le campane,
gridano tutte
per improvviso risveglio,
gridano per arcana meraviglia,
come a un annuncio divino:
l’anima si spalanca
con le pupille
in un balzo di vita.
Sostano i bimbi
con le mani unite
ed io sosto
per non calpestare
le pallide stelle filanti
abbandonate in mezzo alla via.
Sostano i bimbi cantando
con la gracile voce
il canto alto delle campane: ed io sosto
pensandomi ferma stasera
in riva alla vita
come un cespo di giunchi
che tremi
presso un’acqua in cammino.

Antonia Pozzi
Milano, 12 febbraio 1931


Luca Mori 2010,
Sentiero montano a Pergola

poi il tempo,
quello che passa,
quello che fa scordare;
ogni tanto
un suono di voce...



riva
s. f. [lat. rīpa «riva del fiume» e per estens., ma non com., anche «spiaggia, riva del mare»]. –

1. a. La zona di terra che delimita una distesa d’acque (mare, lago) o un corso d’acqua: le due r. dell’Adriatico, la r. occidentale del Garda, le r. del Po. In senso tecn., con riferimento al mare, il termine si usa nei casi in cui la zona terminale sia bassa e pianeggiante, di facile approdo, anche se sistemata con manufatti portuali (diversamente da costa e spiaggia). Con riferimento a corsi d’acqua, le rive, parti costitutive del bacino, sono di solito tagliate a picco sul letto, ma possono assumere, col tempo, un aspetto a terrazze (r. terrazzate). b. Con sign. più ristretto, come sinon. di banchina, di proda, di sponda, indica l’orlo estremo della terra o del manufatto portuale: spingere la barca a r.; giungere, venire a r.; toccare la r.; accostarsi a r.; il battello navigava rasente la r., o anche riva riva. In alcune città designa il lungomare (R. Vecchia, R. Nuova, R. Derna, a Zara); a Venezia, il tratto lastricato che fiancheggia i canali o la laguna (R. degli Schiavoni, R. del Carbón, ecc.). In senso fig., poet., giungere a r., essere a r., al termine, al fine: Sì è debile il filo a cui s’attene La gravosa mia vita, Che, s’altri non l’aita, Ella fia tosto di suo corso a riva (Petrarca), sarà giunta al suo termine. c. Con uso estens. può indicare, spec. al plur., una fascia di terreno molto più larga: le r. del lago erano cosparse di ridenti paesi; Roma si estende sulle r. del Tevere; Mia natal patria è nella aspra Liguria, Sovra una costa alla r. marittima (Poliziano).
2.
Orlo, estremità in genere: Noi ricidemmo il cerchio [il 4° cerchio dell’Inferno] a l’altra r. (Dante); dopo un poco si sedette nel primo posto libero in riva al corridoio [del cinematografo] (Palazzeschi).
3.
Terreno in pendio, più o meno ripido e regolare (cfr. ripa): Era lo loco ov’ a scender la riva Venimmo, alpestro (Dante); cercando le mele rotolate in fondo alla r. (Pavese).
4.
In marina, la parte alta, soprattutto dell’alberatura: a riva!, abbasso da riva!, voci di comando per far salire o scendere la gente dall’alberata; avere le bandiere, le vele a riva. In questo senso, la parola deriva dallo spagn. arriba «in alto» (v. a riva).
5.
poet. Luogo in genere, piaggia (nel suo sign. più ampio): sospirando vo di riva in riva (Petrarca); Sovente in queste rive, Che, desolate, a bruno Veste il flutto indorato [la lava], e par che ondeggi, Seggo la notte (Leopardi).
6.
Nome di varî antichi tributi, talvolta corrispondenti al diritto di sbarco e di ancoraggio, talaltra gravanti sulle merci provenienti per via d’acqua o sui cereali o sulle vendite in genere: a Genova si ebbero la r. grossa o rivagrossa e la r. minuta o rivaminuta, che colpivano rispettivamente le vendite di cose mobili e quelle di immobili e navi.
7.
Nel linguaggio teatrale, cinematografico e televisivo, elemento di scena, costituito da uno spezzato basso e di dimensioni allungate, usato per rappresentare muretti, balaustrate e parapetti.

Dim. rivétta, col sign. specifico, nella scenotecnica, di serie di lampade fissate a un supporto orizzontale che si può spostare sul piano scenico in modo da illuminare qualsiasi punto del palcoscenico con luce diffusa dal basso in alto.

Vocabolario TRECCANI 

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