Il giorno dopo la festa del santo Natale, quando tante luci (soprattutto quelle colorate degli addobbi) si spengono e resta nell'aria solo l’eco delle voci gioiose, è spesso il momento in cui la cruda realtà ritorna e si fa sentire con più forza. E' in questa sua poesia toccante e vivida che Giovanni Pascoli affida alla figura di Santo Stefano (primo martire cristiano) proprio questo passaggio sottile: il ritorno al dolore profondo del vivere quotidiano, alla memoria, alla coscienza umana dopo la temporanea illusione della pace natalizia (dalla rete)
Santo Stefano
Il giorno dopo la festa,
quando l’aria è più fredda
e la terra più muta,
passa un pianto per l’aria.
Non c’è canto, non c’è luce.
C’è un bimbo che dorme
e non sa.
C’è un uomo che soffre e sa.
Il cielo è basso e grigio.
La strada è vuota.
Ma il dolore cammina
accanto agli uomini.
È Santo Stefano.
Il sangue dell’innocente
ricade ancora
sulla neve del mondo.
Il sangue dell’innocente
ricade ancora
sulla neve del mondo.
Govanni Pascoli
Il giorno dopo,sempre guardare
nell'anima spenta da feste,
nel cuore, sempre in attrito;
il mondo ancora pieno di luci...

Nessun commento:
Posta un commento