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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 29 settembre 2017

Giulio Gianelli


Giulio Gianelli
(Torino, 7 ottobre 1879 – Roma, 27 giugno 1914)
è stato un poeta e scrittore italiano appartenente alla corrente letteraria del crepuscolarismo del primo decennio del Novecento. È ricordato per la sua personale visione sui generis del crepuscolarismo, che si discosta sia dall’ironia sofisticata di Guido Gozzano, sia dal patetismo effuso di Sergio Corazzini, caratterizzandosi per un intenso spirito religioso, per la carità verso il prossimo e per l’amore verso la natura. È conosciuto soprattutto come l’autore di diverse novelle e racconti per ragazzi, tra i quali spiccano: Tutti gli angioli piangeranno (1903), Mentre l’esilio dura (1904), Intimi Vangeli (1908) e Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino (1911). Figlio di Pietro Gianelli, ingegnere poi emigrato e scomparso in Argentina, e di Gennarina Bauducco, deceduta nel 1883, alla morte della madre, ancora bambino, verrà iscritto in un collegio.
 Una volta conseguita la Maturità classica, non sarà in grado di sostenere le spese per gli studi universitari ma frequenterà comunque le lezioni del poeta e critico Arturo Graf presso l’Università degli Studi di Torino, divenendo amico, in quel periodo, di noti futuri esponenti della scena letteraria e culturale italiana, quali, ad esempio, Guido Gozzano, Giovanni Cena e Nino Oxilia. Dopo aver collaborato con diverse riviste, quali ad esempio:
L’artista moderno, Il momento, Studium e La riviera ligure, Giulio Gianelli presterà a Torino la propria opera nel Comitato di difesa dei fanciulli, ispirato alla figura di Don Bosco.
Si trasferirà a Roma nel 1908, per poi collaborare con Il corriere d’Italia ed Il popolo romano.
Nel 1909, aderirà al movimento per l’alfabetizzazione dei contadini dell’Agro romano, promosso da Giovanni Cena e Sibilla Aleramo, mentre, nello stesso anno, parteciperà attivamente ai soccorsi delle vittime del Terremoto di Messina.
A Messina salverà due giovani orfani sopravvissuti che porterà con sé a Roma e dei quali si prenderà cura per tutta la vita: Mario ed Ugo Morosi.
Nel 1911, entrambi i ragazzi compariranno come protagonisti della novella Storia di Pipino nato vecchio e morto bambino, realizzata in quell’anno da Giulio Gianelli per la rivista L’Avvenire e pubblicata, in seguito, sotto forma di volume, dalla casa editrice de Il Momento, quotidiano cattolico fondato nel 1903 dall’allora Arcivescovo di Torino, Cardinale Carlo Richelmy. Tra il 1911 ed il 1914, Giulio Gianelli pubblicherà una serie di piccoli racconti sul giornale Buon augurio, edito dall’Ospizio dei piccoli derelitti di Milano, oltre a ritornare in Piemonte più volte, in visita agli amici di un tempo. Morirà a Roma nel 1914, per le conseguenze di un attacco di tisi, pochi giorni prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale (dalla rete).
 
Val Salice
 
Autunno, sì gentil melanconia
ricevo dai tuoi ultimi tesori,
che questa valle che tu baci e indori
luogo d’eternità parmi che sia;
 
dove, a chi giunge dopo lunga via,
odo cantar da un angelo tra i fiori:
«Ecco alfine la patria, esuli cuori,
cessate il pianto della nostalgia».
 
Vedo, qua e là, delinearsi forme
dal non vivere fatte più leggiadre,
che senza suono avanzano e senz’orme,
 
ciascuna avvolta nel suo proprio nimbo
di moriente sol... Io, come un bimbo,
con immenso desìo cerco mia madre.
 
Giulio Gianelli
 
Val Salice, ameno luogo piemontese nei pressi di Torino
 in cui il poeta amava stare, in compagnia della natura
e delle cose terrene,
anche qui: "le piccole cose"  quelle crepuscolari
che danno gioia agli occhi e al cuore.
Gujil
 
valle nel cuore, verde,
scorre un fiume, coi ricordi;
una vita trascorsa assieme,
una vita che riposa in pace...

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