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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 1 aprile 2016

Scoglio di Quarto

Scoglio di Quarto
 
Breve ne l'onda placida avanzasi
striscia di sassi. Boschi di lauro
frondeggiano dietro spirando
effluvi e murmuri ne la sera.

Davanti, larga, nitida, candida
splende la luna: l'astro di Venere
sorridele presso e del suo
palpito lucido tinge il cielo.

Par che da questo nido pacifico
in picciol legno l'uom debba movere
secreto a colloqui d'amore
leni su zefiri, la sua donna

fisa guatando l'astro di Venere.
Italia, Italia, donna de i secoli,
de' vati e de' martiri donna,
inclita vedova dolorosa,

quindi il tuo fido mosse cercandoti
pe' mari. Al collo leonino avvoltosi
il puncio, la spada di Roma
alta su l'omero bilanciando,

stiè Garibaldi. Cheti venivano
a cinque a dieci, poi dileguavano,
drappelli oscuri, ne l'ombra,
i mille vindici del destino,

come pirati che a preda gissero;
ed a te occulti givano, Italia,
per te mendicando la morte
al cielo, al pelago, a i fratelli.
 
Superba ardeva di lumi e cantici
nel mar morenti lontano Genova
al vespro lunare dal suo
arco marmoreo di palagi.

Oh casa dove presago genio
a Pisacane segnava il transito
fatale, oh dimora onde Aroldo
sití l'eroico Missolungi!

Una corona di luce olimpica
cinse i fastigi bianchi in quel vespero
del cinque di maggio. Vittoria
fu il sacrificio, o poesia.

E tu ridevi, stella di Venere,
stella d'Italia, stella di Cesare:
non mai primavera piú sacra
d'animi italici illuminasti,

da quando ascese tacita il Tevere
d'Enea la prora d'avvenir gravida
e cadde Pallante appo i clivi
che sorger videro l'alta Roma.
 
Giosué Carducci
"Odi Barbare"
 

Il quartiere di Genova Quarto, comune autonomo fino al 1926, fu compreso nelle annessioni che portarono alla creazione della Grande Genova voluta dal regime. Anticamente denominato Quarto al Mare, il centro cambiò nome in Quarto dei Mille dopo la Spedizione dei Mille del 1860, in ricordo dell’impresa.

A celebrazione di questa è il monumento realizzato dallo scultore Eugenio Baroni e inaugurato da Gabriele D’Annunzio nel 1915 sullo scoglio di Quarto; la posizione del monumento fu scelta in base alle caratteristiche ideali di spazio e imponenza della propaggine di roccia su cui si erge, ma il vero scoglio di Quarto, da cui i volontari partirono nella notte del 5 maggio al seguito di Garibaldi, si trova a breve distanza ed è molto più modesto e meno visibile.
Una scaletta scende dal piano stradale fino allo scoglio, dove una lapide commemorativa segnala il punto esatto della partenza. Nella stessa toponomastica circostante si riscontrano nomi che ricordano lo storico evento (via dei Mille, via 5 Maggio). Nei dintorni (via Sartorio) si trova anche Villa Spinola, in cui Garibaldi soggiornò prima della partenza.
Oggi il quartiere ha caratteristiche residenziali, ma fino a tutto l’Ottocento Quarto – come d’altronde Sturla e Quinto – conservava per lo più l’aspetto antico: ville con parco, piccoli borghi, chiese, vaste zone coltivate ad orto.
L’urbanizzazione, specie quella del secondo dopoguerra, ha fuso i singoli insediamenti in un tessuto costruito senza soluzione di continuità.
La parte collinare del quartiere, a nord di Corso Europa e anticamente disabitata, è stata completamente alterata dalla speculazione edilizia che ha realizzato gli insediamenti oggi denominati Quarto Alto. Tra le altre cose Quarto ospitava l’imponente struttura dell’ospedale psichiatrico cittadino, oggi ormai ex e in via di riconversione (dalla rete).​​
 
come quando, bambini, giocando,
sereni al suono del mare,
infine il ricordo, la speme,
quanto di bello c'è stato...

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