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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 18 ottobre 2014

Fuoco fatuo e Jeune ménage

I fuochi fatui sono fiammelle solitamente di colore blu che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come i cimiteri, le paludi e gli stagni nelle brughiere. Il periodo migliore per osservarli è nelle calde sere d'agosto.
Si tratta di fiammelle derivate dalla combustione del metano e del fosfano dovuta alla decomposizione di resti organici.
Le leggende sui fuochi fatui sono moltissime. Nell'antichità si ritenevano la dimostrazione dell'esistenza dell'anima. Alcune popolazioni nordiche invece credevano che seguendoli si trovasse il proprio destino.
L'ossidazione del fosfano e metano, prodotto dalla decomposizione anaerobica del carbonio organico, può provocare una luce splendente dovuta a chemiluminescenza.
Sono deboli luci fluttuanti simili a fiammelle, visibili di notte sul terreno, di colore blu (ma vengono riferite anche di colore giallo, verde e rosso). Il fatto che si osservino solo di notte è frutto non del fatto che compaiano solo in questo periodo del giorno, ma della difficoltà estrema a vederle in caso di presenza di altre fonti di luce. La loro origine è ancora un mistero, verosimilmente però sono dovute ad un fenomeno chimico dovuto alla fosfina (fosforo di idrogeno).
Ciò spiegherebbe la presenza di una fiamma definita “fredda” dai testimoni oculari, fenomeno parzialmente ottenuto in laboratorio dal CICAP (comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale).
Un’ipotesi alternativa riguarda la decomposizione di materiali organici (metano e fosfano), il che ne spiegherebbe la presenza frequente presso paludi e cimiteri. Una interessante descrizione che è stata data di questi fenomeni è la seguente, e se ne ricava un quadro di estremo mistero e interesse:
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Nell’aspetto, in genere, il fuoco fatuo somiglia ad una fiamma; vista da vicino il colore pare bluastro, rossastro, verdastro o giallastro, sfumante nel purpureo ma mai di un bianco puro.
Talvolta la fiamma assume una posizione fissa, brillando con forza vicino al terreno o a pochi piedi sopra di esso; altre volte, può mostrarsi in rapido movimento, talvolta salire in alto, a mezz’aria, e ancora separarsi in fiamme più piccole che sono state viste avvicinarsi, allontanarsi e ricombinarsi.
 
Miti e leggende
Il nome italiano, fuoco fatuo, non esprime certamente la fantasia usata da altri popoli per descrivere questi fenomeni, nome legato a volte a leggende davvero curiose.
In inglese, per esempio, i nomi usati per indicare questo fenomeno sono Will-o’-Wisp, o Jack-o’-Lantern, nomi che nascondono storie degne di essere raccontate, esempi di tanti altri nomi e altre storie che però si assomigliano un po’ tutte.
Il termine Will-o’-Wisp è diffuso in alcune zone dello Shropshire, nelle Midlands (Gran Bretagna) e si basa sul racconto del malvagio fabbro Will che giunto alla fine della sua vita ebbe da San Pietro la possibilità di redimersi ma, essendone incapace, fu condannato a vagare sulla Terra per sempre con in mano un carbone luminoso per scaldarsi e cercare la via della redenzione.

Will se ne servì invece per attirare in una trappola le persone che vedevano quella luce, portandole ad entrare in foreste fittissime e in terribili paludi, da dove non riuscivano più ad uscire.
Il termine Jack-O’-Lantern risale invece all’Irlanda, e la storia racconta dell’alcolizzato Jack che fu costretto a vagare – anch’egli- per l’eternità con una lanterna, escluso come era sia dal Paradiso che dall’Inferno, avendo non solo avuto cattivi comportamenti, ma avendo addirittura tentato di ingannare il diavolo.
Le storie in Gran Bretagna si assomigliano tutte riguardo alla caratteristica di malvagità della luce stessa o di chi la porta con sé.
Nelle tradizioni di molti Paesi Nordeuropei, Scandinavia in primis, troviamo la “lanterna” in mano a un folletto che accende una fiamma in corrispondenza dei luoghi dove ha nascosto dei tesori, quindi dando la possibilità alle persone di arricchirsi.
In Francia il fuoco fatuo si chiama Feau Boulanger (fuoco rotante) o Feux Follet” anima perduta per non aver ricevuto il battesimo in tempo.

Per aiutare queste anime occorre pregare per farle uscire dal Purgatorio, oppure gettare un mantello dove l’anima possa andare e ripararsi, o ancora lasciare un coltello nel terreno e permettere all’anima stessa di suicidarsi.
Secondo altre culture (slave e gaeliche) gli esseri portatori dei fuochi sono quelli morti per cause sconosciute.
In Giappone i fuochi sono segno di sfortuna per chi li vede, il loro nome è Hitodama (sfera umana) (dalla rete).



Giovani sposi
 
La stanza è aperta al cielo blu-turchino;
Niente spazio: cofanetti e madie!
Fuori il muro è pieno di stalloggi
In cui vibrano le gengive dei folletti.
 
Di certo sono intrighi di spiritelli
Questo sperpero e questi vani disordini!
È la fata africana che provvede
Alla mora, e alle reti negli angoli.
 
Entrano in molte, madrine scontente,
In lembi di luce nelle credenze,
E restano lì! la coppia si assenta
Poco seriamente, e non se ne fa niente.
 
Il marito ha il vento che lo burla
Durante la sua assenza, qui, tutto il tempo.
Anche gli spiriti dell'acqua, malefici
Cominciano a vagare nelle sfere dell'alcova.
 
La notte, l'amica oh! la luna di miele
Coglierà il loro sorriso e riempirà
Di mille fasce di rame il cielo.
Poi se la vedranno col topo scaltro.
 
- Se non arriva un pallido fuoco fatuo,
Come un colpo di fucile, dopo i vespri.
- Oh spettri santi e bianchi di Betlemme,
Incantate piuttosto il blu della loro finestra!
 
 27 giugno 1872
Artur Rimbaud
 
 

Nicostrato. Scena di anakalypsis,
fra due giovani sposi sul letto nuziale.
Terracotta, 150-100 a.C.
Dalla necropoli di Myrina (Turchia).
Musée du Louvre

 
 Jeune ménage
 
 
La chambre est ouverte au ciel bleu-turquin,
Pas de place : des coffrets et des huches !
Dehors le mur est plein d'aristoloches
Où vibrent les gencives des lutins.

Que ce sont bien intrigues de génies
Cette dépense et ces désordres vains !
C'est la fée africaine qui fournit
La mûre, et les résilles dans les coins.

Plusieurs entrent, marraines mécontentes,
En pans de lumière dans les buffets,
Puis y restent ! le ménage s'absente
Peu sérieusement, et rien ne se fait.


Le marié a le vent qui le floue
Pendant son absence, ici, tout le temps.

Même des esprits des eaux, malfaisants
Entrent vaguer aux sphères de l'alcôve.

 
La nuit, l'amie oh ! la lune de miel
Cueillera leur sourire et remplira
De mille bandeaux de cuivre le ciel.

Puis ils auront affaire au malin rat.

- S'il n'arrive pas un feu follet blême,
Comme un coup de fusil, après des vêpres.
- O spectres saints et blancs de Bethléem,
Charmez plutôt le bleu de leur fenêtre !


27 juin 1872
Artur Rimbaud 
 

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