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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 17 maggio 2014

Le rive dei salici

Salice, nome generico delle varie specie di piante del genere Salix e dei vimini ottenuti dai rami di alcune di queste (Salix alba, Salix viminalis, Salix purpurea ecc.). Il genere Salix, della famiglia Salicacee, comprende numerose specie di alberi o arbusti diffusi quasi esclusivamente nell’emisfero boreale, frequenti nei luoghi umidi, come le rive dei corsi d’acqua, suoli torbosi ecc.
I s. hanno foglie alterne, stipolate, per lo più allungate; i fiori dioici sono riuniti in amenti, quelli maschili hanno 1, 2 o 3-6 stami, mentre i femminili hanno un pistillo bicarpellare uniloculare, che dà una capsula deiscente in due valve con numerosi semi provvisti alla loro base di un ciuffo di peli. Sono note varie centinaia di ibridi, naturali e artificiali, spesso coltivati come piante ornamentali. Particolarmente diffuso nei giardini è Salix babylonica, detto s. piangente, originario della Cina, distinto per i rami molto lunghi e pendenti; si moltiplica soltanto per talee, sicché tutte le piante coltivate in Europa provengono in definitiva da rami di piante femminili, introdotte dal Medio Oriente.
Il legno di s. è bianco, facilmente lavorabile ma poco durevole. In passato veniva utilizzato per sedie, mastelli, botti o per farne un carbone particolarmente usato nella fabbricazione delle polveri da sparo. La corteccia dei rami giovani di varie specie di s., ridotta in strisce sottili è utilizzata in erboristeria come antireumatico, antitermico e astringente. Ha sapore amaro e contiene salicina (0,5-4%) e tannino (10-12%). In passato veniva anche usata per la concia delle pelli e dava un cuoio chiaro, morbido, dall’odore caratteristico, detto cuoio di Russia.
Le Salicacee sono una famiglia di piante Dicotiledoni, ordine Malpighiali, comprendenti alberi o arbusti chiaramente monofiletici sulla base di caratteri sinapomorfi (cladismo) relativi ai fiori nudi, dioici, disposti in amenti eretti o penduli, i sepali più o meno vestigiali e i semi con ciuffo basale di peli per la disseminazione anemocora. Alcuni sistematici in passato hanno considerato le Salicacee come una famiglia primitiva per l’infiorescenza ad amento e le hanno poste tra le Amentifere, un gruppo polifiletico comprendente anche Betulacee, Fagacee, Iuglandacee e Platanacee. Al contrario, sembra che i fiori altamente ridotti delle Salicacee non siano affatto primitivi e che l’impollinazione anemofila si sia evoluta numerose volte all’interno delle Angiosperme. Le Salicacee sono diffuse in prevalenza nell’emisfero boreale, e vengono ascritte ai generi Populus (pioppo) e Salix.
La salicina è un glicoside, di formula C6H11O5OC6H4CH2OH, contenuto nella corteccia del s. e del pioppo: si presenta in prismi o lamelle romboidali, bianchi, splendenti, inodori, di sapore molto amaro, solubili in acqua e in alcol, insolubili in etere. È dotata di azione antireumatica e antipiretica (Enciclopedia TRECCANI).

Le rive dei salici

Le rive dei salici
omdeggiano fronde
sul fiume tranquillo
proiettano giochi di ombre;
seduto in disparte respiro
questo alito lieve, profumo
di intenso vivere continuo.
Frastagliano luci tra i rami
raggi di un tiepido sole;
mi sono assopito nell'erba
tra rumori di grilli e cicale.
Mi è dolce il pensare
tra le rive dei salici
il peso mortale è leggro
e il petto non ansima
la bocca non cerca
il sapore dell'aria tra i denti
e il cuore finalmente tranquillo.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate



Il termine salice ha origini celtiche, significa "vicino all'acqua".
Per molti popoli antichi i fiumi presso cui i salici crescevano non erano altro che le lacrime emesse da questi alberi dalle lunghe e argentate foglie.
Il salice è un albero sia simbolicamente che naturalmente in stretta correlazione con l'elemento acquatico, in particolare con la magia delle acque.
Da sempre il salice è considerato una divinità femminile, legato alla fecondità e ai cicli lunari e muliebri, secondo le leggende evocatore di pioggia e nebbie.
Nella tradizione celtica il culto del salice era molto sentito, nel calendario veniva considerato il quinto albero dell'anno ( periodo che andava dal 12 aprile al 15 Maggio cioè le Calendimaggio).
I druidi celebravano i sacri riti ponendo le offerte in ceste di salice, gli strumenti musicali che utilizzavano per incantare il popolo con suadenti melodie erano costruiti con il flessuoso legno di salice, capace di far risuonare la voce del vento e della natura tra le sue fronde.

Il salice è un arbusto che cresce bene nei luoghi umidi, poiché ama la facile provvista di acqua naturale sorgiva, suo elemento vitale, i torrenti e i fiumi sono la sua “terra”. Il suo nome significa “alba” ed è forse legato alla chiarezza e bellezza delle sue foglie, così delicate.
Molto utile in campagna per intrecciare cesti, fare scope e per legare le viti, grazie ai suoi rami ben flessibili.
Anticamente sacro per Demetra e alla Luna, è usanza ancora oggi, nel giorno della Candelora il 2 febbraio, prendere un ramo di salice e metterlo in casa come protezione dalle inondazioni. Ippocrate, il Padre della Medicina, curava febbre e dolori con la corteccia di questa pianta, che infatti è ricca di tannini e ha proprietà febbrifughe, inoltre può sciogliere le contrazioni muscolari e curare in generale i sintomi del raffreddore.
Si parla del salice anche tra gli  antichi scritti dei Sumeri, nel Papiro Ebers egiziano del 1500 a.C., in cui si elencano circa 800 rimedi a base di erbe.

Le preparazioni naturali a base di salice, che si possono trovare in commercio soprattutto nelle erboristerie, possono rappresentare un’ottima alternativa all’acido salicilico di tipo sintetico.
Per il raffreddore è particolarmente indicato un estratto di salice unito ad estratti naturali di piante ricche di vitamina C, come ad esempio la rosa canina, adatto per dare nuova forza al sistema immunitario, ad esso si potrà unire il
propoli
.
La natura non finirà mai di stupirmi: il salice, come detto in apertura, cresce spontaneamente lungo i corsi d’acqua piccoli o medi o anche grandi, e chi vive in zone come queste spesso soffre proprio di mali legati all’eccessiva umidità, ecco la soluzione a portata di mano offerta dalla Madre Terra, senza acquistare medicine sintetiche basta conoscere le pianete e le loro proprietà e sapersi curare in modo sano, unito a una buona alimentazione, che in questo caso dovrà essere ricca di frutta e verdura, vitamina C e fibre e soprattutto di acqua per essere sempre idratati.
Ideale il salice bianco anche per combattere il male alle articolazioni, durante la menopausa può migliorare le vampate di calore, le cefalee o ancora gastroenteriti e diarree provocate dal caldo eccessivo.

SaliceLa corteccia è possibile raccoglierla durante tutto l’anno (anche se il periodo migliore è la primavera), ma solo da alberi di almeno 2 o 5 anni, e va raccolta in pezzi abbastanza grossi, per poi essere polverizzata prima dell’uso.
Ma quanta corteccia si può usare per i problemi di raffreddore e gli altri sopra citati? Si deve prima di tutto dire che il rimedio è sottoforma d’infuso, in cui si usa un cucchiaino di corteccia in circa 200 ml di acqua bollente da bere per 3 volte al giorno, per le dosi per i bambini consultarsi con il medico
(dalla rete).

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