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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 10 novembre 2024

Poesia e riflesso

Il calcio a volo

Ventidue figure incrostate di fango che
si battono su un campo fangoso.
Un acuto abbaiare di numeri,
Quelli della prima fila si stringono gli uni agli altri,
Quelli della seconda si rannicchiano per avventarsi
Sugli uomini che cercano di passare.
Il fradicio tonfo di una pelle di porco presa a calci,
E sale il pallone sempre più in alto nell’aria
Mentre, sporche e infangate,
le figurine schizzano via sul campo. 

Ernest Hemingway

Campi con erba scomposta
mi ricordano giochi di fanciullezza;
legato alle immagini televisive
ora non ho che rimpianto...


 

 

sabato 9 novembre 2024

Abbraccio

Virgo fragilis

Un languor di stanchezza io riconosco
nel volger delle tue pupille schive.
Fragil tu sei com'edera di bosco
che solo a un tronco avviticchiata vive.

Come l'acqua tu sei, che in ogni chiosco
verde si lagna e geme in fratte e in rive,
finchè tremando, giù pel greto fosco,
sposi al fiume le sue acque giulive.

Si porgono le tue docili mani,
sè stesse offrendo a una catena grave
con fervor d'umiltà nei gesti piani.

L'anima tua in fondo a' tuoi sfuggenti
occhi, saprà sorridere soave
sol quando per amare s'annienti. 

Amalia Guglielminetti

Non fu poi così bello e gioia,
ricordo il timore e il freddo;
ora resta il calore lontano
di quel tiepido abbraccio... 
 
Un abbraccio 
può variare da una breve stretta di un secondo, con le braccia non completamente attorno all'altra persona, a una presa estesa. La durata di un abbraccio in ogni situazione è socialmente e culturalmente determinata.
(dalla rete)

venerdì 8 novembre 2024

Un ricordo e la scighera

Ricordo

Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell’ora in cui l’aria s’arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l’arcata del cielo.
Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.
Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.

Giorgio Caproni

 
 La scighera 
(/sci-ghé-ra/, pronunciato [ʃi'ge:ra]) 
è il modo con cui tradizionalmente i milanesi chiamano la nebbia.
La parola ha una etimologia tutta sua e deriverebbe direttamente dal latino caecus (cieco) e indica proprio qualcosa che acceca, che impedisce di vedere oltre il naso.
 
 Dei mesi freddi è il buio
costante presente a luci fioche
diradanti le nebbie padane
baci come tiepidi messaggi...
 
Quella nebbiolina bassa bassa, che sale con lente volute dalle strade, dai marciapiedi, dai prati, che si insinua nei cantieri e nelle fabbriche abbandonate, confondendo il vecchio e il nuovo, il vicino e il lontano un tempo veniva chiamata scighera.
La scighera (ciamada anca gheba, nebia o borda se la visibilità l'è sotta de 1 km, ghiberinna o nebiètta quand che la visibilità a l'è pussee de 1 km ma de men de 10Km) (dalla rete).

giovedì 7 novembre 2024

Quando..?

Caspar David Friedrich


"Riva del mare al chiaro di luna"
Quando

Ripieghi indistinti affiorano
da queste nebbie autunnali,
quando il cuore geme rimane
quel senso di vuoto, di stanco.
 
Le rive del fiume, bagnate
di umidi sentori tracciano
percorsi indistinti, vaghi,
quando la luce li investe.

Orsono un contesto solo
come un manto impalpabile
velante i miei occhi spossati
quando resta rimasuglio di gioia.

Si scorge indistinta profilare la costa
al navigante sì cara e lontana
come una prece devota scontata 
quando cessa violenta burrasca.

Anonimo
del XX° Secolo
"Poesie ritrovate
"
 
 
quando /quàn·do/
avverbio e congiunzione
  1. avverbio
    Come avverbio interrogativo definisce il tempo come un punto sia in proposizioni interrogative dirette ( q. sei nato? ; q. ritornerai? ), sia in quelle indirette ( gli domandò q. era nato, q. sarebbe tornato ).
  2. congiunzione
    Come congiunzione può introdurre una proposizione relativa temporale ( proprio in questo giorno q. tutto sembrava andare per il meglio, nel quale tutto ecc.), oppure avere valore tipicamente temporale ( q. si faceva vedere, tutti tremavano).

mercoledì 6 novembre 2024

Paura (della paura)

Il cane nella casa bianca 

«Ti dico che è una vita da cani qui
Il mio padrone non tollera cani arroganti
Così cerco di adeguarmi e gli lecco le scarpe di tanto in tanto
proprio come fa ogni
scimmia quando vede un'altra scimmia farlo
e ho una certa posizione qui
sono un Cane da Guardia» 

Lawrence Ferlinghetti

La paura ha tante facce e tanti nomi, è un’emozione potente ed un sentimento che ci blocca ed ostacola il naturale sviluppo di ogni essere vivente. In un’epoca di crisi come quella in cui viviamo abbiamo necessità di sentirsi sicuri e forti, per questo abbiamo paura della paura... 

Il tempo delle sconfitte, nero
avanza la notte del cuore;
"mala tempora..." e sale
un senso di profonda paura... 
 
La paura ha una grande utilità, che ci costringe ad uscire dalla nostra zona di confort, oltre che fuggire da tutte quelle situazioni di tensione che possono agire sul benessere psico-fisico. Quando la paura c’è e si fa sentire è bene agire con il coraggio, ovvero agire con il cuore, senza abbandonarsi ad un senso di solitudine e di insoddisfazione. Gestire la paura significa saper seguire il cuore e seguire quella voce interiore che ci dice cosa è meglio per noi.
(Rossella Panigatti - La paura della paura)

martedì 5 novembre 2024

Chiesuola

Chiesa abbandonata

Din, dan, don, dan, o la piccola voce,
Santa Maria de la Concezione,
o, sapiente lunga orazione
sotto immobili cieli, ferrea croce;

altari bianchi come anime, buone,
o santi lieti nel martoro atroce,
o Gabriel, sotto il piè, feroce
ghigna il ribelle con le luci prone;

corone d’oro, manti di broccato,
cuori trafitti, bocche dolorose,
occhi con occhi in adorazione,

oh nulla, nulla sopravvisse al fato
ne la tetra rovina de le cose,
Santa Maria de la Concezione.

Sergio Corazzini 

L’Oratorio di Sant’Eurosia a Triuggio è la cosiddetta “chiesuola” di Canonica, anche se purtroppo oggi è in stato di disastroso e completo abbandono.        

Santi fissi e stantii sulle pareti
invitano a pensare ai malanni;
da qualunque luogo provenga
rimane qui, nel mio pensare...

Realizzato nel  diciottesiomo secolo (1735) in stile barocco, questo edificio è noto anche con il nome di “chiesuola”: purtroppo attualmente è in stato di degrado e totale abbandono, pur conservando ancora oggi un fascino straordinario.
L’oratorio un tempo faceva parte del complesso di Villa Taverna, a cui era collegato da un viale prospettico, oggi interrotto da una strada asfaltata.
A commissionare la costruzione della chiesa all’architetto Giacomo Antonio Quadrio fu il conte Costanzo Taverna.
(dalla rete)

lunedì 4 novembre 2024

La beata riva

 La beata riva

Quegli che sazio della vita grigia
navigò verso l'isole custodi
una levarsi intese fra melodi
voce più dolce della canna frigia:

«Uomo! Ritorna sulle tue vestigia
al dolce mondo! Pel tuo bene m'odi!
Ché l'acqua stessa dei canori approdi
quella è che nutre la palude stigia».

«Con un fiore il passato si cancella!»
«Cancellerai la faccia della Madre
e della Sposa?» – «Tu sola mi piaci!»

«L'amarsi è bello!» – «Ma tu sei più bella!»
«Fra queste braccia soffrirai!» – «Leggiadre!»
«Verrà la Morte.» – «Pur che tu mi baci!» 

Guido Gozzano

 La Beata Riva è un manuale di letteratuta e di estetica scritto da Giovanni Piazzi.

Guardo le sponde del dubbio,
lo so, perpetro ancora pazzie;
 verso congiunti lidi rivolgo prua
e più non solco violenti flutti ...

domenica 3 novembre 2024

Occhi neri

 
A te

Donna, che gli occhi hai di color di notte,
È cupa come il mar l’anima tua,
Come l’arcano e invitto mar che inghiotte
Nel muto grembo la smarrita prua.

Veggo le buje chiome e il vagabondo
Lampo degli occhi tuoi; nel bianco viso
Veggo il purpureo fior del dolce riso;
Ma nell’anima tua non veggo il fondo.

Odo la voce che i tuoi labbri a modo
Versan di musicale onda profusa;
Ma nell’anima tua velata e chiusa,
Per quanto ascolti, la voce io non odo.

Fata, che gli occhi hai di color di notte,
È cupa come il mar l’anima tua,
Come l’arcano e invitto mar che inghiotte
Nel muto grembo la smarrita prua.

Arturo Graf

La tempesta dei miei occhi
trascende il viso a lacrime
vecchie di lustri, i neri capelli
ora color di grano maturo...

Gli occhi neri sono forse uno dei tratti più distintivi della tipica bellezza mediterranea. Ma questo non è sufficiente a spiegare il grande fascino che il colore è in grado di esercitare.
Chi possiede gli occhi neri è molto coraggioso e sicuro di sè. La sicurezza non è l’unico elemento degli occhi neri. Le persone con gli occhi di questo colore sono coraggiose, non hanno paura di rischiare o di mettersi alla prova. Allo stesso tempo, danno sempre prova di grande forza, che può essere sia fisica sia interiore, e non mancano mai di metterla in mostra. 
Gli occhi neri hanno un significato molto profondo e sfaccettato. 
Si tratta solitamente di persone molto determinate. Persone che possono quindi rivelare durezza d’animo, o freddezza nei confronti delle altre persone (dalla rete).                  

sabato 2 novembre 2024

Protocollo cittadino #146 (Clamore)

Clamore
 
Dissidi interiori colmano
distese di silenzi, ora,
il rumore diventa clamore,
aspettiamo impavidi il tempo...
 
Gujil  
 
Clamore è il grido confuso che esprime lo stato d'animo della folla, (senso figurato) scalpore nell'opinione pubblica (dalla rete).

venerdì 1 novembre 2024

Perplessità

Perplessità
 
Nascoste tra le pieghe
di sogni, di pensieri vaghi,
in una malinconica serie
di eventi, di scene, di volti.
Perpetrare un attimo sbagliato
come di disegni abbozzati,
come in istanti sfuocati;
fotografo il senso, ogni tanto
ritorna un rimpianto, solitario.
 
Anonimo
del XX° Secolo
 "Poesie ritrovate"
 
Possiamo definire perplessità
(incertezza, esitazione, titubanza, timidezza, irresolutezza, imbarazzo, dubbio, indecisione, confusione, tergiversazione, indeterminatezza) quell'indecisione aggravata dal persistere di motivi di incertezza o di dubbio.