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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 8 novembre 2024

Un ricordo e la scighera

Ricordo

Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell’ora in cui l’aria s’arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l’arcata del cielo.
Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.
Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.

Giorgio Caproni

 
 La scighera 
(/sci-ghé-ra/, pronunciato [ʃi'ge:ra]) 
è il modo con cui tradizionalmente i milanesi chiamano la nebbia.
La parola ha una etimologia tutta sua e deriverebbe direttamente dal latino caecus (cieco) e indica proprio qualcosa che acceca, che impedisce di vedere oltre il naso.
 
 Dei mesi freddi è il buio
costante presente a luci fioche
diradanti le nebbie padane
baci come tiepidi messaggi...
 
Quella nebbiolina bassa bassa, che sale con lente volute dalle strade, dai marciapiedi, dai prati, che si insinua nei cantieri e nelle fabbriche abbandonate, confondendo il vecchio e il nuovo, il vicino e il lontano un tempo veniva chiamata scighera.
La scighera (ciamada anca gheba, nebia o borda se la visibilità l'è sotta de 1 km, ghiberinna o nebiètta quand che la visibilità a l'è pussee de 1 km ma de men de 10Km) (dalla rete).

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