
Le lettere di Keats, conservate da Fanny Brawne, sono una testimonianza di un amore profondo e appassionato, ma segnato anche dalla sofferenza e dalla consapevolezza della precarietà della vita.
Mia cara ragazza,
In questo momento mi sono messo a copiare dei bei versi.
Non riesco a
proseguire con una certa soddisfazione.
Ti devo dunque scrivere una
riga o due per vedere se questo mi assiste nell’allontanarti dalla mia
mente anche per un breve momento.
Sulla mia anima non riesco a pensare a
nient’altro.
È passato il tempo in cui avevo il potere di ammonirti
contro la poco promettente mattina della mia vita.
Il mio amore mi ha
reso egoista.
Non posso esistere senza di te.
Mi scordo di tutto salvo
che di vederti ancora la mia vita sembra fermarsi lì non vedo oltre.
Mi
hai assorbito.
In questo preciso momento ho la sensazione di essermi
dissolto – sarei profondamente infelice senza la speranza di vederti
presto.
Sarei spaventato di dovermi allontanare da te.
Mia dolce Fanny,
cambierà mai il tuo cuore?
Amore mio, cambierà?
Non ho limiti ora al mio
amore…
Non posso essere felice
lontano da te.
È più ricco di una nave di perle.
Non mi trattare male
neanche per scherzo.
Mi sono meravigliato che gli uomini possano morire
martiri per la loro Religione – Ho avuto un brivido.
Ora non
rabbrividisco più.
Potrei essere un martire per la mia religione – la
mia religione è l’amore – potrei morire per questo.
Potrei morire per
te.
Il mio credo è l’amore e tu sei il mio unico dogma.
Mi hai incantato
con un potere al quale non posso resistere; eppure potevo resistere
fino a quando ti vidi; e perfino dopo averti visto ho tentato spesso “di
ragionare contro le ragioni del mio amore”.
Non posso farlo più – il
dolore sarebbe troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare
senza di te.
Tuo per sempre,
John Keats
Le lettere mostrano l'estasi, la
devozione e il desiderio di Keats per Brawne, ma riflettono anche la sua
sofferenza per la lontananza e la sua crescente malattia, la
tubercolosi, che alla fine lo porterà alla morte e segnerà la fine della
loro storia d'amore.
La malattia di Keats si aggravò nel 1820, costringendolo a trasferirsi in Italia.
Morì a Roma nel 1820, pochi mesi dopo il suo arrivo.
(dalla rete)
Potrei... potrei... sempre potrei...
le sciocchezze dell'amore su carta
sono impresse a marchio sul cuore
macerare in situazioni perdute e sole...
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