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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 6 maggio 2016

Musica da camera


Brezze di maggio, danzanti sul mare!
 Via che danzate di solco in solco
 il girotondo esultante, mentre in alto
 vola la spuma a farsi ghirlanda
 d’argentei archi gettati sull’aria,
 vedete l’amor mio da qualche parte?
 Ahimè! Ahi!
 Brezze di maggio!
 Amore è misero se il suo amore è assente.

James Joyce
da "Musica da camera"
 
 
Musica da Camera
(titolo originale:
Chamber Music)
è la prima opera di James Joyce. È una raccolta di poesie, che l'autore compose in gioventù. Il titolo è il risultato della forte ricerca artistico musicale che Joyce attua nel campo artistico iraniano. Molti brani infatti riprendono completamente testi di canzoni di origini subasiatiche come "Alehmen sei so" o la celeberrima "Siki Siki baba".
Dal travaglio intellettuale (e religioso) del primo compiuto romanzo autobiografico nasce l’artista nella figura del poeta (non del narratore), un poeta giovane – il Joyce di qualche anno prima – che crea limpidi versi, perfettamente ritmati, rimati, musicalmente duttili, e ispirati da una “tentatrice” con gli “occhi scuri e sfiorati di languore”. Le “fluide lettere del linguaggio”, assieme ai “simboli dell’elemento del mistero”, della sua composizione riempiono il neoautore di un temporaneo appagamento. Siamo più o meno nel 1902 e Stephen/James sta ormai meditando sulla scelta dell’esilio (un esilio politico): «Non voglio
servire» (dalla rete).
  
Maggio è duopo,
verso la fine i fatti,
nel sole, col caldo,
primavera vicino all'estate.

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