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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 4 maggio 2016

Luis Garcìa Montero

Luis García Montero nacque a Granada nel 1958, figlio di Luis García López ed Elisa Montero Peña e frequentò il collegio dei padri Scolopi. Durante l'adolescenza si appassionò all'ippica e conobbe Blas de Otero. Studiò filosofia e lettere all'Università di Granada, dove ebbe per professore Juan Carlos Rodríguez Gómez, teorico di letteratura sociale. Si laureò nel 1980 e, cinque anni dopo, ottenne il dottorato con una tesi su Rafael Alberti, La norma y los estilos en la poesía de Rafael Alberti. Sostenne con il poeta una grande relazione di amicizia e preparò l'edizione della Poesía Completa. Inizia a lavorare come professore all'Università di Granada nel 1981. Riceve il Premio Adonáis nel 1982 per l'opera El jardín extranjero. Partecipò al gruppo poetico de La otra sentimentalidad, corrente che prende il nome dal suo primo libro, pubblicato nel 1983, al quale parteciparono anche i poeti Javier Egea e Álvaro Salvador; la poetica del gruppo è riflessa soprattutto nell'opuscolo Manifiesto albertista (1982) di Luis García Montero e Javier Egea.
La sua tecnica personale si ampliò in quella che più tardi prese in nome di Poesía de la experiencia (poesia dell'esperienza) ed è caratterizzata dalla tendenza generale a diluire l'io specifico con l'esperienza collettiva ed allontanandosi dall'individualità stilistica. García Montero ed il suo gruppo si relazionarono con la tradizione poetica precedente, basandosi sui postulati di Luis Cernuda e Jaime Gil de Biedma e provarono ad unire l'estetica di Antonio Machado, senza dimenticare il surrealismo e le migliori immagini dei poeti del barocco spagnolo o di Juan Ramón Jiménez. La caratteristica di Luis García Montero che più risalta è la narrazione storico-biografica dei suoi poemi, la struttura quasi teatrale, con un personaggio che racconta o vive la sua storia.
La sua poesia è caratterizzata da un linguaggio colloquiale e dalla riflessione su situazioni quotidiane, senza arrivare al limite del “realismo sucio” (realismo sporco) di autori quali Roger Wolfe. Attualmente detiene una cattedra al dipartimento di Letteratura spagnola della Universidad de Granada e ha pubblicato le Rimas di Bécquer, tra gli altri lavori teorici. Scrive inoltre saggi e articoli di opinione. Tra i riconoscimenti poetici che ha ottenuto, spiccano il premio Premio Federico García Lorca, il Premio Loewe, il Premio Adonáis di poesía ed il Premio Nacional de Poesía del quale fu insignito nel 1995, ed il Premio Nacional de la Crítica nel 2003. Dal 1994 vive con la scrittrice Almudena Grandes. L'8 giugno 2007 fece da padrino alla IX Promoción de Licenciados en Humanidades de la Facultad de Humanidades di Albacete all'Università di Castilla-La Mancha ( da Wikipedia).
 
 
Larra
Primavera del 1836
 
 Lasciami, pensiero, lasciami,
 domani sarò tuo,
 tornerò ad essere la tua preda.
          Ma oggi,
 mentre la luce graffia sugli alberi e chiede
 un’opportunità,
 voglio che mi accolga l’inutile primavera.

Alla casa del freddo
 ritornerò domani, quando il tempo
 esponga le sue ragioni
 e il cuore domandi
 ciò che manca da vedere,
 quanti battiti ancora
 gli restano prima d’arrestarsi.

Luis García Montero
Traduzione di Gabriele Morelli
La poesia complice
 
 

Primavera e ansia,
ansia e sole,
sole e solo;
così oggi mi sento...

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