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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 24 gennaio 2015

Vittoria Aganòor Pompili

Aganòor Pompilj... -li⟩, Vittoria.
Poetessa (Padova 1855 - Roma 1910);

di famiglia d'origine armena, sposò nel 1901 il deputato e giurista umbro Guido Pompilj, che alla morte di lei si uccise.
Ebbe a maestro G. Zanella, e poi, a guida letteraria, E. Nencioni, cui fu carissima.
La sua poesia, di uno spiritualismo che, pur risentendo di una certa atmosfera decadente, è testimonianza di un'autentica ansia di ricerca, toccò le sue note più alte nei toni elegiaco-amorosi della prima raccolta, Leggenda eterna (1900), che comprende anche i versi ispirati all'Aganòor dall'amicizia con D. Gnoli (v.).
Accenti poeticamente meno validi sono invece in Nuove Liriche (1908), che riflettono uno stato di vaga, e tardi conseguita, serenità (cfr. Poesie complete, post., a cura di L. Grilli, 1912, 3a ed. 1927; e Lettere a Domenico Gnoli, a cura di B. Marniti, 1967) (enciclopedia TRECCANI). 
 

E' nel mio sogno...
 
E' nel mio sogno un prato tutto verde
solitario, tra due
spalle di monte, e l'erba trema al soffio
dell'ombra.
Di là, nel sole, cantano,
ma il canto va lontano e poi si perde.

Più solitario resta
e più silenzioso,

nel mio sogno, quel prato tutto verde.
 
Vittoria Aganoor Pompili 

 

invece di venire penso,
risogno, risolvo, risiedo;
ecco un attimo pensato
e reso vivo e vero...

 
 
Nata a Padova da una nobile famiglia di origine armena, fu la settima figlia del conte Edoardo Aganoor e di Giuseppina Pacini.
Cresciuta in un ambiente familiare duro, dato il carattere mutevole e introverso del padre, Vittoria soffrì per tutta la sua vita di crisi depressive.
Istruita, per volere della madre, dal poeta Giacomo Zanella, manifestò fin da giovane una particolare propensione per le scrittura e per la poesia.

Troppo chiusa e timida, però, mantenne i suoi scritti segreti per lungo tempo. Estremamente garbata e piacevole all'esterno, nascose sempre il suo carattere tormentato e depressivo, che le causò una lunga dipendenza emotiva dalla sua famiglia. 
Dopo aver sacrificato gran parte della sua vita, nella cura della madre e della sorella invalide, alla morte della prima, si sposò con il nobile Guido Pompilj, uomo misantropo e difficile, che amò perdutamente Vittoria, che egli vedeva come il suo unico conforto in un mondo di debolezza e corruzione.

Dopo le nozze, Vittoria cambiò il suo atteggiamento verso la vita, e pubblicò il suo primo libro di poesie, Leggenda eterna (1900), che fu accolto con grande entusiasmo dalla critica.
Il successo incoraggiò la scrittrice a dare luce ad un secondo libro di poesie, questa volta dedicate al marito, Nuove liriche (1908).
Il 9 Aprile del 1910, però, mentre la vita stava sorridendo al massimo a Vittoria, poco più che cinquantenne, ella si spense di cancro.

Il dolore provocato dalla sua scomparsa portò il marito a togliersi immediatamente la vita; egli si sparò poche ore dopo.
Il gesto di Guido Pompilj conferì un'aura romantica al loro matrimonio e pose le poesie di Vittoria in ottica del tutto nuova, favorendone la divulgazione.
Vittoria Aganoor, che per tutta la vita aveva sfuggito la notorietà, era destinata a diventare famosa a causa della sua tragica morte (dalla rete).

Discendente da una nobile famiglia di origini armene trasferitasi in Persia e poi in Europa, Vittoria Aganoor nasce a Padova il 26 maggio 1855.
Da Padova la famiglia Aganoor si trasferisce a Venezia in un palazzo gotico al Ponte dei Greci.
Vittoria, insieme alle quattro sorelle, cresce nell’agiatezza tra le magiche atmosfere della città dei dogi.
Dai suoi maestri, Andrea Maffei e Giacomo Zanella, riceve una formazione letteraria di impronta classicista.
La rivista "La Donna” [5 novembre 1905] ci descrive Vittoria come una fanciulla dai grandi occhi scuri e dalla figura piena di grazia, che riunisce in sé i doni più preziosi delle due razze: l’orientale e l’occidentale.
Nel 1876 gli Aganoor si trasferiscono a Napoli.
Qui Vittoria conosce il letterato Enrico Nencioni grazie al quale si apre alla grande poesia moderna, italiana e straniera.
La sua fama di poetessa incomincia a diffondersi e le sue liriche sono sempre più spesso pubblicate dalle maggiori riviste dell’epoca. Ritornata a Venezia nel 1890, per anni la vita di Vittoria scorre tranquilla, divisa tra l’amore per la poesia e l’assistenza alla madre malata.
Frequenti sono i soggiorni nella villa di Basalghelle, vicino Treviso, e a Tarcento nel castello della sorella Elena.
Solo nel 1900, poco dopo la morte della madre, Vittoria pubblica la sua prima raccolta "Leggenda eterna”.
Nel 1901, dopo un breve fidanzamento, sposa a Napoli il deputato Guido Pompilj e si trasferisce a Perugia presso il palazzo Conestabile, in piazza Danti.
La signorilità di Vittoria, quel suo fascino così particolare, retaggio forse delle sue origini orientali, conquistano subito l’ambiente provinciale perugino.
Agli impegni mondani e salottieri della città, spesso, la poetessa dimostra di gradire maggiormente la quiete della casa di Monte del Lago.
La notte del 7 maggio 1910, Vittoria Aganoor muore dopo un intervento nella clinica "Villa Pampersi” a Roma.
Dalle numerose dediche riportate sui libri appartenuti a Vittoria Aganoor, si ha la misura della sua intensa partecipazione alla vita letteraria dell’epoca e dell’alta considerazione di cui godeva tra i maggiori scrittori italiani (dalla rete).

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