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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 7 gennaio 2015

Prudenza

Felice Boscaratti “la Prudenza”,
Ci vorrebbe prudenza
                 

Cosa ti spinge a scrivere versi?
Perché non vendi sale,
case, fucili o tabacco?

Ci vorrebbe prudenza, sai, perché presto
caleranno di nuovo i corvi –
neri predicatori
dalla stridente voce – per gridare ai quattro venti
la tua miseria, mentre sereno in giro te ne vai.

Quando il ghiaccio penderà dalle fontane,
non avrai altra dimora che una sala d'attesa,
dove echeggiando in molte lingue
un'unica cosa sono arrivare e dirsi addio.



Rainer Brambach
Traduzione di Annarosa Zweifel Azzone
 
 
Piero del Pollaiolo,
"Prudenza" (1470)
frette spassionate e passionali,
rischi corsi e reiterati,
ci vorrebbe prudenza,
ci vorrebbe accortezza...

 

La prudenza
è una delle quattro virtù cardinali
della morale occidentale,
sin dall'antichità romana.
 

La prudenza è la virtù che dispone l'intelletto all'analisi accorta e circostanziata del mondo reale circostante e esorta la ragione a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene, scegliendo i mezzi adeguati per compierlo.
 
La prudenza è la «retta norma dell'azione», scrive San Tommaso D'Aquino sulla scia di Aristotele.

Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione.
 
È detta «auriga virtutum – cocchiere delle virtù»: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura.
 
È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza.

L'uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio.
Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare.
Nella filosofia platonica è detta "saggezza", ed è la virtù propria dell'anima razionale (da Wikipedia).

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