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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 21 dicembre 2011

Una fiaba

Gioia

Dormiva su un giaciglio fatto di erba, mescolata a foglie verdi, che provvedeva a cambiare, ogni volta che iniziavano a farsi secche, in mezzo ad un immenso prato, contornata da alte querce ombrose.
Era una bimba minutina ma proporzionata, con delle belle guanciotte rosse e un po' ruvide, occhi grandi e dolci come quelli di un cerbiatto, capelli lunghi, ordinatamente legati da un fiocco rosso.
Si chiamava Gioia. Contrariamente al suo nome, che avrebbe dovuto identificarla come una persona gaia, serena e contenta, Gioia, era una bimba molto triste. Quando la sera si stendeva sul suo giaciglio e si trovava di fronte quell'immenso cielo stellato, rischiarato a volte dalla brillantezza della luna, era naturale per lei, sentirsi sola, piccola e indifesa, immersa in tutto quel blu che la circondava. 
E pensava, che i bimbi sono coloro che devono imparare a vedere le cose e a capirle durante e solo con la crescita, che non devono essere costretti a crescere, dalle situazioni che si verificano loro intorno.
E quanti bimbi, come lei, erano infelici, in quello stesso momento!
Tutto ad un tratto, vide una stella cadente sfrecciare nel cielo e attraversarlo completamente, da sinistra verso destra. Immediato, arrivò il suo desiderio, che poi era sempre lo stesso, per tutte le volte che aveva assistito a tali avvenimenti: lei non voleva niente di materiale, nè vestiti, nè giocattoli, nè cose superflue. Desiderava solo che tutti i bimbi del mondo, potessero avere ciò che a lei più mancava: amore e tenerezza, serenità e pace, tranquillità e compagnia.
Il Vento, che aveva accompagnato la stella cadente nella sua discesa, ascoltò senza volere le sue parole, ed intenerito dalle sue nobili intenzioni, decise di aiutarla, nell'unico modo che gli era possibile. Si alzò forte nel cielo, fino a toccare le nuvole e a spostarle con un lieve movimento della sua bocca, arrivando fino alla Luna, che splendeva in tutta la sua maestosità: Ella, sempre così attenta al Vento, che con la sua forza tutto riusciva a muovere e cambiare, che le offriva, ogni qualvolta ne fosse in grado, la possibilità di illuminare le notti più oscure, vedendolo andare presso di lei, gli chiese:
"Caro amico, quale motivo hai tu stasera, per avvicinarti a me, in assenza di nubi?"
Egli, con voce decisa, rispose:
"Mi sei debitrice cara Luna, lo sai quante volte ho soffiato fino allo stremo solo per mostrarti al mondo e farti arrivare fino agli angoli più bui? Beh, adesso sono io ad aver bisogno di te: dammi un tuo frammento, affinchè possa donarlo ad una bimba infelice, che deve trovare la sua strada ben illuminata. Solo così potrà sentirsi meno sola e trovare quello che le manca".
La luna ascoltò con attenzione, tutte le sue parole e la sua risposta, non si fece attendere oltre:
"Soffia adesso contro di me, con tutta la tua forza e nello stesso istante corri al lato opposto e raccogli quel frammento che si staccherà! E quando le arriverà, dille che ogni volta che lo stringerà a sè, si illuminerà, indicandole la strada giusta….Corri, non farla aspettare ancora ! "
Il vento si affrettò a compiere la sua missione, ma si accorse che mancava ancora qualcosa. E allora raggiunse velocemente quel punto in cui era caduta quella stella, che anche Gioia aveva visto, e che le aveva chiesto di esprimere quel preciso desiderio. Lì la trovò, ancora brillante, ancora accesa, anche se un po' malconcia.
"Stellina, vuoi continuare a brillare per me? " le chiese il Vento "Ho già un piccolo frammento di Luna, così non sarai mai sola; vi porterò in un posto, in cui ti sentirai a tuo agio, perchè continuerai ad esplicare al massimo il tuo antico compito: indicherai la strada come quando lo facevi per i marinai, ad una piccola bimba, che si è perduta."
Così la raccolse ed insieme alla Luna, le racchiuse in un'ampolla di vetro, non senza però averla prima riempita dell'aria pura presente nel cielo quella sera.
Quando Gioia si svegliò, il mattino dopo, trovò accanto a sè la magica ampolla consegnatale dal Vento, con dentro quanto le serviva per continuare il suo percorso. Un minerale bianco ed uno rosso, contenuti, a loro volta, in una bolla d'aria sana, che riempiva l'ampolla.
Tutte le volte che la guardò, da quel giorno in poi, si sentì felice, serena, gioiosa e non più sola e quando ne aveva bisogno, la stringeva a sè e si sentiva la bimba più sicura del mondo. La tenne sempre con sè, e dovunque andò, da quel momento in poi, si sentì sempre come a casa sua.
Ancora oggi, se guardiamo il cielo in una notte di luna piena, possiamo vedere che nel suo contorno c'è una piccola imperfezione: come se qualcuno, ne avesse tolto un pezzetto. E ogni volta che vediamo cadere una stella ed esprimiamo un desiderio, cerchiamo di pensare alle persone che soffrono e che hanno bisogno di tutto quello, che a volte noi abbiamo e di cui non ci rendiamo conto.
E il vento, che ruolo ha? Il vento è colui che tutto muove e tutto cambia, in un attimo che dura da un'eternità…
E quella bimba, sapete dove sia? Beh, dopo quella notte, è cambiata molto, è cresciuta ed è riuscita a portare a tutti i bambini che ha incontrato sul suo cammino, una caratteristica molto, molto particolare…… Il suo nome….è GIOIA,
e non scordarla mai !

Leonardo da Vinci

2 commenti:

  1. Bellissimo racconto.Ti auguro un sereno Natale e Anno nuovo.OLGA

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  2. Grazie Olga Stella,

    mi fa piacere sapere che mi segui con tanta assiduità, se riesco a non annoiarti è già un grande risultato.
    Ricambio di cuore le strenne augurali!

    Gujil

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