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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 27 gennaio 2017

Pensieri confusi dall'assenzio


Un pensiero

Come un’antica belva in suo riparo,
Dentro l’anima mia,
Dov’e piu fitto bujo e piu silenzio,
Si nasconde un pensiero,
Piu della morte angustioso, amaro
Piu dell’assenzio.
 
Non vide il mondo mai cosa si scura,
Che a voler dir qual sia
Mi sento in capo brulicar le chiome
Orrido mostro e fiero,
Spettro pien di terror, senza figura
E senza nome!
 
Arturo Graf
 
 
Edgard Degas
"L'assenzio"
Come possiamo vedere da tutta la sua vita artistica Degas non ama i paesaggi, e conseguentemente, non ama nemmeno la loro rappresentazione; al contrario le sue ambientazioni fanno sempre riferimento a caratteristici interni parigini.
Ne è un esempio eccellente L' Assenzio, realizzato tra il 1875 e il 1876 la tela doveva originariamente chiamarsi "In un caffè", e fu esposta alla seconda mostra degli impressionisti nel 1876.
Ambientato all'interno di Café Nouvelle-Athènes, uno dei luoghi di ritrovo prediletti dagli impressionisti.
Il soggetto illustra un episodio cittadino, dando un'interpretazione appartata e solitaria della vita all'interno dei cafès assai ben distante da quella di  E. Manet, il quale amava ritrarre sguaiate protagoniste del mondo dei piaceri notturni.
La composizione è caratterizzata da una inquadratura squilibrata verso destra, per dare il senso di una visione improvvisa, ma come ben possiamo immaginare Degas costruisce l'immagine in modo rigoroso e quasi scientifico.
Con questa prospettiva obliqua data dalla disposizione dei tavolini, colloca il punto di vista di un osservatore "invisibile" in un punto alto e decentrato, in modo che si possa cogliere la naturalezza di ogni movimento e gesto.
Degas nell' Assenzio dipinge due personaggi seduti uno accanto all'altro, raccolti nella loro solitudine ed emarginazione, accentuando il tutto, lasciando lo spazio centrale vuoto, rappresentato da un tavolo scorciato su cui è abbandonata una bottiglia vuota.
I due soggetti recitano il ruolo di due poveracci: una prostituta e un tipico barbone parigino dall'aria trasandata e burbera.
La solitaria bevitrice ha davanti a se un bicchiere pieno di assenzio, un liquore verdastro, aromatizzato con menta e anice, oggi proibito, ma molto comune intorno alla metà dell'Ottocento.
Davanti al barbone sta invece un calice di vino.
Entrambi hanno lo sguardo perso nel vuoto, per sottolineare ancora di più il senso di solitudine.
Degas, attento ai giochi di colore e di luce, ritrae alle spalle dei personaggi, uno specchio appannato e squallido che ne riflette le sagome in modo confuso ed evanescente.
(T. Gardini - dalla rete)
 
affogare i dispiaceri e le brutture,
riempirsi la gola di fuoco e inghiottire;
famelico di vita, di amore,
ritrovo me stesso quando me ne vado...
 
 

L’assenzio (Artemisia absinthium)  è una pianta amara conosciuta fin dall’antichità e utilizzata soprattutto sotto forma di liquore per le sue doti inebrianti e allucinogene.
In realtà questo rimedio naturale vanta diverse altre proprietà e usi.
Come la maggior parte delle sostanze naturali, però, non è esente da controindicazioni che bisogna tenere bene a mente.
L'assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica all'aroma di anice derivato da erbe quali i fiori e le foglie dell'assenzio maggiore (Artemisia absinthium), dal quale prende il nome.
È classificato come distillato; i liquori invece sono, generalmente, una soluzione alcolica zuccherina a base di componenti vegetali.
Nel corso del XIX secolo si diffusero in Francia e Svizzera molte distillerie di assenzio con vari marchi, ma il liquore divenne particolarmente noto alla fine del secolo, grazie alla fama che ebbe tra gli artisti e gli scrittori di Parigi.

L'assenzio, consumato da molti artisti famosi con rituali elaborati
 e accessori stravaganti, divenne un'ispirazione dello stile di vita bohémien.
La bevanda ebbe enorme successo in Europa, ma declinò nel giro di poco più di un decennio, a causa di vari fattori: il movimento contro l'alcolismo che si diffuse all'inizio del XX secolo, gli studi scientifici dell'epoca che individuarono la pericolosità del tujone contenuto, e le pressioni dei produttori di vino francesi che ne temevano la concorrenza.
Il liquore a base di Artemisia absinthium spopolò soprattutto in Francia a fine '800 creando non pochi problemi visto che, soprattutto gli artisti, tendevano ad abusarne.
Questo prodotto conteneva oltre all’alcool anche un olio essenziale estremamente attivo e tossico ad alte dosi: il tuione.
In passato, l’uso medico dell’assenzio era molto diffuso e la pianta, dopo essere stata diluita in acqua, veniva utilizzata soprattutto per le sue proprità antisettiche e vermifughe.
A scopo terapeutico, l’assenzio può essere preparato come infuso o decotto oppure diluendo in acqua alcune gocce dell’estratto liquido o tintura madre. Essenziale però non superare mai le dosi consigliate. Si tratta infatti di una pianta dai principi attivi tossici che può addirittura portare a convulsioni se assunta in maniera scorretta ma molto stimolante invece a piccole dosi. (dalla rete).

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