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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 11 giugno 2016

Bravo


 
brà-vo:
- Abile; buono; coraggioso; sgherro
dallo spagnolo: bravo, forse a sua volta dal latino: pravus storto, malvagio, o da barbarus selvaggio, indomito.
 
Vedendo l'etimologia paradossale di una parola tanto certa e comune qualcosa proprio non torna.
Il bravo è l'esatto contrario del selvaggio e del malvagio.
Un bravo bambino, una brava persona... hanno qualità di posatezza ed onestà!
Non dobbiamo però scordare il cuore levantino in cui questa mediterranea parola ha ribollito per secoli, acuto nello scovare qualità positive nella canaglia.
Lo storto, fuori regola, è anche eccezionale, e così il selvaggio è indomito, valoroso, e non conosce paura. È vero, restano ancora in piedi i connotati più torbidi delle bravate, delle notti brave, dei bravi di Don Rodrigo, ma sono marginali: la radice di questa parola è esplosa nel mondo in un cristallino odore di apprezzamento, stima, nel vigore dell'abilità volta al bene.
Così possiamo pensare al coraggioso inglese, il "brave",
e pensiamo all'universale "bravó" che rimbomba acclamante nei teatri più eleganti di tutto il globo.
Da noi è una parola normale, fondamentale - in virtù della sua storia, forse quasi identitaria, per la nostra cultura. Da piccoli facciamo i bravi a modo nostro e poi diventiamo bravi nel nostro lavoro, tornando a casa ci gustiamo una brava cena - splendido rafforzativo - e portiamo fuori il cane, dicendogli bravo quando ringhia alla vicina bisbetica. Il bravo resta ciò che spicca senza frastuoni, armoniosamente, al suo posto, in un modo anche originale, ormai ripulito dalle passate depravazioni - di cui è però rimasto lo smalto allegro e capace (dalla rete). 

bravissimo,
quando intensamente cerco,
le pallide luci sono velate,
le gialle ali sempre qui;
nel padiglione ritorno...
 

Son tanto brava
 
Son tanto brava lungo il giorno.
Comprendo, accetto, non piango.
Quasi imparo ad aver orgoglio quasi fossi un uomo.
Ma, al primo brivido di viola in cielo
ogni diurno sostegno dispare.
Tu mi sospiri lontano: «Sera, sera dolce e mia!».
Sembrami d'aver fra le dita la stanchezza di tutta la terra.
Non son più che sguardo, sguardo perduto, e vene.
 

Sibilla Aleramo





 

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