...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

giovedì 17 novembre 2011

Candle

La candela è una sorgente luminosa tipicamente costituita da uno stoppino immerso in una colonna di combustibile solido, in genere un qualche tipo di cera. La paraffina è oggi quella più comune, ma sono o erano usate anche cere animali (cera d'api) o vegetali (soia, palma e altre) o loro miscele anche con coloranti, profumi o additivi. Tra questi il più comune è la stearina, di origine animale o vegetale, che aumenta il punto di fusione ma soprattutto rende più rigido il materiale.
La cera che è sullo stoppino vaporizza per il calore della fiamma. Una volta allo stato gassoso, essa si combina con l'ossigeno dell'atmosfera formando la fiamma. Questa fiamma produce calore sufficiente a mantenere accesa la candela tramite la seguente catena di eventi: il calore della fiamma scioglie la parte superiore della massa di combustibile, che sale lungo lo stoppino per capillarità, ed infine il combustibile liquefatto viene vaporizzato e brucia all'interno della fiamma.
La cera posta sul bordo della candela è raffreddata dalla corrente ascensionale dell'aria richiamata dalla fiamma, in questo modo si forma uno scodellino di cera liquida contornato da una sottile parete di cera solida. Nel caso di candele dentro un contenitore (tealight, lumini votivi, bicchieri) non si forma uno scodellino di cera liquida ma si liquefa un intero strato di cera (anche 2/3 cm) quindi in questo tipo di candele è presente un bottone metallico al fondo dello stoppino per evitare che lo stoppino stesso cada una volta che la liquefazione della cera giunga al fondo del contenitore.
La combustione avviene in varie regioni (come si evince dai diversi colori visibili all'interno della fiamma). Nelle regioni blu, che sono quelle più calde, l'idrogeno si separa dal combustibile e brucia producendo vapore acqueo. La parte gialla, più luminosa è costituita dalle rimanenti particelle di carbonio che si ossidano formando anidride carbonica.
Via via che la massa di combustibile si scioglie e si consuma, la candela si accorcia. Lo stoppino è studiato perché si pieghi nella fiamma toccandone la superficie a metà altezza dove la fiamma è più calda e dove il cotone può bruciare senza lasciare residui.
Le candele vengono prodotte in varie forme, colori e dimensioni.
Lumino, piccolo e basso, usato negli scaldavivande, nei brucia essenze, nel fojòt, nei lumi.
Cero, candela votiva di grosse dimensioni, vedi cero pasquale.
Candelina da torta, da mettere sulla torta di compleanno o sull'albero di Natale, oggi in tutte le forme e colori.
Moccolo o candelotto candela di forma tozza, non ha bisogno di un supporto per stare in piedi
Cerone, candela in contenitore trasparente per uso votivo (wikipedia).


fili sottili intrecciano i giorni,
le dimenticanze e i rammenti
sono solo rammendi dell'anima
mentre il giorno riduce la luce,
mentre il sonno vorrebbe e non può;
salvifiche immagini informi
si levano al cielo dal cero
che odora di acre ed espande
una flebile luce che squarcia,
come dita artigliate,
il denso mio oscuro...



Nessun commento:

Posta un commento