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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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martedì 16 gennaio 2018

Miriadi

Risultato immagine per invecchiare
 Il termine "Miriade"
 si riferisce a una
quantità incalcolabile dalla mente umana.
 
 Miriadi di immagini turbinano
introducendo visi, pensieri, cose;
dentro me alberga il silenzio, da ieri,
ora ascolto il suono del tempo, le voci,
perplesse condizioni stracolmano
le mie idee di oggi, e invecchio...
 
Gujil
 
Nel sistema numerico greco la parola "Miriade"
equivaleva a 10.000 unità.
Si indicava con il simbolo "M".
Ha origine dal latino tardo
myrias -ădis,
dal greco μυριάς -άδος,
derivato di μύριοι,
che significa "diecimila".
In geometria piana il termine "Miriagono"
si riferisce ad un poligono avente 10.000 lati.
Diffusa, in astronomia, l'espressione miriadi di miriadi.
(da Wikipedia)

lunedì 15 gennaio 2018

Rifiuto


Il rifiuto
 
È molto più gradevole per me
Guardare le stelle
Che firmare
Una condanna a morte.
Ascoltare le voci dei fiori
Bisbiglianti: "È lui!" –
Mentre piegano la testolina,
Quando passo per il giardino,
È molto più gradevole per me
Che vedere i fucili scuri
Della guardia, che ammazza
Quelli che vogliono
Ammazzare me.
Ecco perché io mai,
No, mai sarò un Governante! 

                           Gennaio, aprile 1922


Velimir Chlebnikov
Sono il messaggero del tempo
 traduzione di Paolo Galvagni
 
 
Risultato immagine per rifiuto
rifiuto
 sostantivo maschile
 [der. di rifiutare] - TRECCANI -
 
1-. [il rifiutare qualcosa: opporre un r.; rispondere con un r.] ≈ (non com.) diniego, negazione, (non com.) ricusa, (non com.) ricusazione. ↑ ripulsa. ↔ accettazione, approvazione, assenso, consenso.
 
2.- (estens.) [spec. al plur., ciò che viene scartato, eliminato: r. solidi urbani; cassonetto dei r.] ≈ immondizia, pattume, spazzatura. ‖ avanzo, scarto, scoria.
 
● Espressioni: fig., rifiuto della società [persona emarginata per la sua condotta di vita] ≈ feccia, reietto, (non com.) ributto, scarto. 
▲ Locuz. prep.: di rifiuto [che è stato scartato, che non è più utilizzabile e sim.: materiali, merce di r.] ≈ di scarto, [di acque] di scolo.
 




dire no, a volte,difficile,
esprimere il proprio dissenso,
avere il coraggio del rifiuto;
poi, sentirsi sempre peggio...

domenica 14 gennaio 2018

Pensieri


penso che sia quasi il momento,
quello di comprendere, capire,
nelle ultime giornate di freddo ho visto,
uomini, donne, tutti passare rasente i corpi;
mi aspetterei di più, sempre,
cercherò comandi sbagliati per errare
e il mondo, il mio mondo,
non sembrerà così piccino.
 
Gujil 


Capire
 verbo transitivo
1. - comprendere, intendere, assimilare, concepire, conoscere, afferrare, penetrare
 CONTR fraintendere, travisare, stravolgere
2.-  giustificare, scusare, perdonare

Capire
verbo intransitivo
1.-  intuire, percepire, fiutare, captare, presentire, sentire,
fig. mangiare la foglia
2.-  fig. convincersi, persuadersi, capacitarsi, spiegarsi, raccapezzarsi, rassegnarsi. 
figg. capire fischi per fiaschi: equivocare, fraintendere.
 
capirsi
verbo pronominale
comprendersi, intendersi, accordarsi 
CONTR fraintendersi, litigare.

sempre, soltanto poi,
le distanze rallentano contatti,
i pensieri frenano amicizie;
si torna a giostrare la vita...

sabato 13 gennaio 2018

Dopo la terra?

Dopo la terra

VII. Corropoli

 
Là il monte, laggiù è il mare:
il mare con le speranze strappate
a una barca che adagio s’avvicina.
Sui chioschi di benzina
cantano i tordi e volano nelle vallate
alle ragazze dal petto tremante
oh così dolcemente.
Quelle del mare, ardite fiere
contrastano, sono restie agli sguardi
maliziosi e azzannano
come i lupi di selva.
(Pace con voi, ragazze dell’Abruzzo,
una è sangue al mio cuore.)
A Corropoli fumano i camini,
gli alberi difendono le case
dove i topi imperversano e la razza
degli uomini passati consumò
nel rancore una vita vile.
Case per amori di monache,
per grida soffocate, per pugnali
cavati al frusciare di un uscio
o all’ombra di un cortile.

Ma strappa la tenda dal cielo
una donna accosciata nel vento,
canta un riso gentile;
palpita l’aria fatta azzurra
al lume dei suoi occhi
mentre con le mani in cui traluce l’osso
sceglie e vaglia il frumento.
 
Roberto Roversi
da “Dopo Campoformio”, 1962
 
come sarà la vita dopo la terra?
forse vagheremo galassie con l'anima

in cerca di un posto dove rifermarsi
per distruggere tutto di nuovo
Gujil
 
ricordi di adolescenza, musica,
nei dischi di allora le fughe
vinili prestati, consunti dall'uso
e sogni, sogni e ragazze...

venerdì 12 gennaio 2018

Lapislazzuli

Risultato immagine per lapislazzuli
Il lapislazzuli (meno comune lapislazuli o lapislazoli)
è una delle pietre preziose considerate tali da più tempo nella storia.
La storia di questa gemma risale al V millennio a.C.,
fu molto usata per la fabbricazione dei gioielli trovati
nelle tombe faraoniche in Egitto.
 
Oltremodo scomode le cose,
andate, risapute, vecchie,
eppure a me così care, vicine;
il claudicante pensiero emerge,
si stempera nel dolce disegno
arguto, come sono, a volte;
immerso in lapislazzuli festosi
mi accorgo di me, ancora, sempre...
 
Gujil
   
Risultato immagine per lapislazzuli
Deriva dal latino lapis, "pietra" e dal latino medievale lazulum, dall'arabo لازورد lāzuward che a sua volta deriva
dal persiano لاژورد zawarudo "azzurro".
Lo stesso termine azzurro deriva da läžwärd, passato all'arabo لازوردي lāzwardī "lapislazzuli" e al greco bizantino (λίθος) λαζούριος (líthos) lazúrios, con aferesi di l sentito come articolo, quindi (l') *azúrio; azzurro.  
È prevalentemente di colore azzurro intenso (ma ne esistono anche campioni di colore più vicino al celeste, a seconda della quantità di calcite).
Il lapislazzuli è costituito da una elevata concentrazione di lazurite con associati altri minerali accessori come calcite e inclusioni di pirite.
Il lapislazzuli si trova in giacimenti soprattutto in Afghanistan (Miniera di Sar-e-Sang, in Badakhshan, citata anche da Marco Polo), in Cina e Cile.
È presente anche in alcune effusioni dei vulcani campani e laziali.
Nel Buddhismo viene considerato uno dei sette tesori e equiparato alla coscienza di sé.
Con il lapislazzuli si creava attraverso la macinazione e altri procedimenti, il più pregiato blu degli affreschi medievali, dalla tonalità intensa ed estremamente resistente nel tempo.
Il costo di questa materia prima era paragonabile a quello dell'oro, se si pensa che le uniche miniere conosciute erano in Afghanistan.
La ricchezza del materiale aveva anche un significato devozionale: nell'arte sacra ritrarre la divinità con materiali preziosi era una sorta di offerta che si faceva nei loro confronti.
Il lapislazzuli, come nel passato, continua tuttora ad essere usato in gioielleria, nell'intaglio e nella scultura.
Famose sono le coppe e i vasi in lapislazzuli che appartennero ai Medici, famiglia regnante a Firenze nel XIV - XVIII secolo.
Michelangelo ne usa abbondantemente sia per affrescare la Cappella Sistina (in particolare nel Giudizio universale) che la Cappella Paolina (Conversione di Saulo e Crocifissione di san Pietro). Anche Giotto utilizzò il blu lapislazzuli negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova. A Roma nella Chiesa del Gesù, alla sommità dell'altare di Sant'Ignazio di Loyola, c'è una grande sfera ricoperta di lapislazzuli.
Il colore e le inclusioni di pirite, che danno l'idea del cielo stellato, hanno reso nell'immaginario umano il lapislazzuli una pietra poetica e legata al cielo. (da Wikipedia)

giovedì 11 gennaio 2018

Ossimori

L'ossimoro è privo di senso logico quando vi sono predicati contraddittori (merito immeritato, movimento fermo = moto immoto) o contrari (oscura chiarezza, velocità lenta), ma acquista senso se la predicazione si riferisce ad aspetti diversi della locuzione o se vi è un senso traslato: un merito immeritato segnala la differenza tra il riconoscimento collettivo del merito e il giudizio personale del locutore, il movimento fermo indica una mossa decisa, l'oscura chiarezza del pensiero (per esempio) di Eraclito distingue la sostanza del pensiero e la sua forma espressiva, la velocità lenta introduce una nozione comparativa di velocità.
 
Neve in ufficio

 Una certa nostalgia di palme. Qui
è freddo, ma non soltanto. I tuoi baci
al mattino sono pochi, poi sto seduto
otto ore qui in ufficio. Anche tu sei
una reclusa e non possiamo
telefonarci. Alzare il ricevitore
e origliare? Telefono, perché il tuo
polso batte solo per altri? Qualcuno chiede:
"Come stai?", e senza attendere risposta
è già fuori dalla stanza.

 
Che cosa può muovere l'amore? Io calcolo
i prezzi e vengo calcolato. Tutti i pezzi di ricambio,
le parti di caldaia, i bruciatori a olio, tutti passano
per la mia testa come numeri, nient'altro.
E anch'io passo attraverso qualcuno
come un numero. Ma alla sera vengo da te
con tutto quello che sono. Scienziati
scrivono che anche l'amore è
una relazione produttiva. E dove sono
le palme? Le palme si mostrano sulla spiaggia
di una cartolina illustrata; e noi, supini,
le contempliamo. Al mattino ritorniamo
in ufficio, ognuno al suo posto.
Con un numero, come il telefono.

 Jürgen Theobaldy
da " La neve e le palme"
traduzione di Gio Battta Bucciol
  
L'ossimoro (dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς, «acuto» e μωρός, «ottuso») è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro.
Esempi: disgustoso piacere, illustre sconosciuta, silenzio assordante, lucida follia.
Dato l'etimo del termine, anche la stessa parola ossimoro è un ossimoro (da Wikipedia).
 
contrasti, differenze, ossimori,
così si vive nel quotidiano,
impegnati nella corsa dimentichiamo
le soste, così belle, così serene...

mercoledì 10 gennaio 2018

Io


Pieter Lastman, (1618), 
Era scopre Zeus con Io
National Gallery, Londra (Inghilterra)
Un giorno Io, sacerdotessa di Era, figlia di Inaco re di Argo e della ninfa Melia, mentre rientrava alla casa paterna, fu fermata da Zeus che le dichiarò il suo amore e le propose di vivere in una casa nel bosco dove nessuno l'avrebbe molestata dal momento che sarebbe stata sotto la sua protezione e dove lui sarebbe potuto andare a trovarla ogni qual volta lo desiderasse.
Io, spaventata da quelle parole, iniziò a fuggire ma Zeus, non volendo rinunciare a lei, la inseguì sotto forma di nube.

 
Io
 
Quella donna dal viso indifeso
un poco sfiorita -
che passa nello specchio
in una scolorita veste rossa,
Correggio (1489 -1534)
Io avvolta da Zeus sotto forma di nube
 
Museo del Louvre, Parigi (Francia)
senza fruscio, di fretta,

rialzando sul capo i capelli
con mano distratta:
quella donna dall'anima dimessa
dicono che son io.
 
Fernanda Romagnoli
da "Berretto rosso"

 
Per sfortuna di Io in quel momento Era, moglie di Zeus, accortasi dall'Olimpo della strana nube che correva veloce e conoscendo bene le pulsioni erotiche del suo irrefrenabile sposo, dopo averlo cercato invano nell'Olimpo, capì subito che il prodigio della nube altro non era che Zeus trasformato e immediatamente intuì il tradimento (Zeus, dotato di uno smisurato senso dell'amore carnale, amava molto il sesso e la storia dell'arte è piena di testimonianze pittoriche di quelle che sono state le sue prede umane e non).              
Zeus, avendo avvertito la presenza di Era e sapendo che nulla di buono sarebbe accaduto se l'avesse trovato in quella situazione, trasformò la dolce Io in una candida giovenca.

Il sotterfugio però non ingannò la sua sposa Era che una volta giunta al cospetto del suo sposo, gli chiese di donargli l'animale.
Zeus era combattuto: negarle il dono significava ammettere il suo tradimento ma concedergliela significava condannare Io a un triste destino.
Alla fine Zeus preferì evitare l'ira della sua sposa e le consegnò la giovenca  (dalla rete). 
 
 
io, invece con me, solo,
un contrasto stridente,
le veggenti del tempo
loro, loro possono sapere...

martedì 9 gennaio 2018

Freddo

Il freddo è freddo per il mite fiore,
per la pazienza umana,
per il manto degli animali,
il resto, da raccontare,
per distrarci.


Cesare Viviani
da "La chiarezza del mistero"
 
 
il freddo, già, l'inverno
una stagione che non mi piace,
il buio, la notte lunga, le attese;
sonno profondo? morte? rinascita?


freddo
[fréd-do] aggettivo., sostantivo  - Sabatini Coletti -.
 agg.
1.- Di cosa, di corpo che ha temperatura molto bassa o comunque inferiore a quella circostante: animali a sangue f.; di cibo, cotto in precedenza e lasciato raffreddare o anche non cotto, crudo: cena f.
2.- fig. Privo di passione, di vivacità, di slancio SIN distaccato, indifferente: uno sguardo f., un'accoglienza f.; estens. non toccato dai sentimenti e quindi anche lucido, razionale, imperturbabile: mantenersi f. di fronte agli attacchi || a sangue f., senza essere spinto dall'impulso, premeditatamente: colpire, uccidere a sangue f. | a mente f., lucidamente, razionalmente | tinte f., colori, toni f., quelli che tendono al grigio, al verde e all'azzurro | non fare né caldo né freddo, lasciare del tutto indifferente
Anche in funzione di avv. nella loc. sudare f., avere, provare paura, sgomento
s.m.
Bassa temperatura: f. intenso, acre, secco, pungente; la sensazione che procura SIN gelo: avere f. || a f., senza usare il calore, senza un riscaldamento preventivo: metallo lavorato a f.; avviamento a f.; in senso fig., senza preavviso, proditoriamente: colpire a f.; in modo calcolato: insultare qlcu. a f. | fa un f. cane, molto freddo | i primi f., l'inizio dell'inverno
diminutivo. freddino || avv. freddamente, con indifferenza: accogliere freddamente; in modo spietato, a sangue freddo: uccidere freddamente.

 

lunedì 8 gennaio 2018

Jazz latino

Latino e Jazz
 
Leggo il mio Catullo e ascolto Louis Armstrong, lo riascolto
nell’improvvisazione del cielo, volano angeli
nel latino augusto di Roma con le trombe liberissime e lentissime,
in un accordo già senza tempo, in un brusio
di vene e di petali per condurmi nel torrente con le onde
che escono da questa sedia, da questo tavolo, da questa materia
che siamo io e il mio corpo in questo istante
in cui ormeggio la raffica di queste sillabe.
 
È il parto, l’apertura del sonoro, il bagliore
del movimento, impazzito il circolo dei sensi, l’improvviso
esplodere di questo aspro aroma di sangue sacrificale: Roma
e Africa, l’opulenza e il battito, il fascino
dell’ozio e il colpo amaro dei remi, la frenesia
e lo sfacelo degli imperi, vaticinio
o rantolo: questo è il jazz,
l’estasi
prima del crollo, Armstrong; questa è l’estasi,
Catullo mio,
Thanatos!
 
Gonzalo Rojas
da "Oscuro, 1977
 

Latin jazz
(jazz latino-americano) da wikipedia
è il termine dato generalmente a quella musica che unisce i ritmi dell'America Latina (di provenienza africana), con le melodie jazz del Sud America, dei Caraibi, degli USA e dell'Europa.
Il latin jazz è il contributo dato da molti dei musicisti latino-americani alla musica jazz.
Divenne popolare nel 1940, quando Dizzy Gillespie e Stan Kenton iniziarono a suonare brani di musica afro-cubana con strumenti jazz, assemblando la parte melodica, suonata come gli standard, con la parte ritmica, suonata al modo latino-americano, enfatizzando poi il ritmo negli assolo.Stan Kenton realizzò un arrangiamento del brano afro-cubano "The Peanut Vendor", che viene considerato come il primo brano di latin jazz registrato negli USA. 
Il latin jazz, così come gli altri stili di jazz, può essere suonato sia da piccoli complessi che da grandi orchestre, che di solito lasciano l'improvvisazione degli assolo alla sezione ritmica. Il latin jazz si divide in due categorie principali: il brasiliano e l'afro-cubano.

 latin jazz brasiliano: comprende la bossa nova, il samba e la sua evoluzione jazz samba.
latin jazz afro cubano: comprende la salsa, il merengue, il mambo, il bolero, il cha-cha-cha, ed altri.

la musica è in sordina,
dentro di me sopita, silente,
da tempo immemore
da troppe deluse cose...
 
 

domenica 7 gennaio 2018

Spartiacque

crinale
sostantivo maschile (pl: crinali)
(geografia) linea immaginaria che unisce tutti i punti di maggior altezza di un rilievo montuoso e che funge da spartiacque tra un versante e l'altro del rilievo montuoso (da Wikipedia).

Spartiacque
 
Frettolosamente avvicino
il crinale spartiacque del mese,
impongo restrizioni e doveri,
ripeto frasi sconnesse e usuali.
 
Nel funambolico vivere aspetto
quiete, calma, sereno incedere,
le vie, quelle precluse, difficili,
i viali percorsi dai molti, affollati.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 

In idrologia una linea spartiacque (o displuvio) è un limite geografico che divide il territorio in diversi bacini idrografici (linea immaginaria.
In ogni territorio ai lati di questa linea di separazione, l'acqua fluisce in una diversa direzione, riversandosi e alimentando diversi corsi d'acqua o addirittura diversi bacini marini.
Mentre in genere nelle regioni montagnose e collinari le linee divisorie tra i bacini idrografici passano per creste e vette agevolmente identificabili, l'individuazione di una precisa linea spartiacque in zone di pianura, specialmente se paludose, può risultare piuttosto difficoltosa; in casi estremi può inoltre accadere che in una zona molto pianeggiante ed estesa un fiume si biforchi rendendo impossibile disegnare lo spartiacque sotto forma di linea.
Talvolta una linea spartiacque può coincidere con la linea di confine di una nazione, di una regione o di una provincia, com'è il caso, ad esempio, del confine italo-francese.
Questo coincide per una gran parte con lo spartiacque tra il bacino del Po e quello del Rodano.
Un altro esempio può essere trovato nel confine franco-spagnolo, per buona parte definito dallo spartiacque pirenaico.
Simili considerazioni possono valere per i confini linguistici; ad esempio, sempre nel caso italiano, lo spartiacque alpino a Nord della Lombardia passa per il Passo del San Gottardo, stabilendo per quel tratto, pur non esistendo un confine tra Stati, il limite tra le zone di lingua italiana e quelle lingua tedesca. In particolare, l'Italia è interessata principalmente da due spartiacque: lo spartiacque alpino, che percorre tutte le Alpi che contornano la pianura padana, e lo spartiacque appenninico, che percorre tutta la penisola dalla Liguria fino alla Calabria (da Wikipedia).