Il fonte Fuor della rupe livida zampilla
Dardeggiando la fonte, e il fuggitivo
Umor frangendo giù pel verde clivo,
All’oriente sol smaglia e sfavilla.
Di qua, di là, silenzïoso e fosco,
Su per le balze rovinose e brulle,
Il bosco sale e s’avviluppa, il bosco
D’antichi abeti e d’ispide betulle.
Precipitando sulle nude selci,
Sfolgora l’onda sgominata e franta;
Umili fior di campo e incise felci
Intorno a sé, fuggendo, irrora e canta.
E par che dica: È tal qual io mi sono
L’umana vita: un fuggitivo errore,
Una mobil parvenza, un debil suono;
Onda che passa e si ringorga e muore.
Fugge travolto il rivo, e, giunto al piano,
In un muto padule entra e si perde;
Ma, fuggendo, di accese iridi il vano
Aere dipinge ed il quïeto verde.
Arturo Graf
Argentino rio, prati montani,
come dire giovane fanciullo;
poi ridenti cascate a formare
torrenti, fiumi, fino al mare...
La forma maschile "il fonte" (come nel latino) si alterna a quella femminile "la fonte",
quando il termine è in senso proprio, mentre prevale quando è in senso
figurato.
In senso proprio, nel preciso significato di "sorgente", vena d'acqua che sgorga in modo continuo -TRECCANI-. La parola è oggi usata sempre e solo al femminile, tanto nel
significato di "sorgente" quanto nei diversi usi figurati (‘principio’,
‘testimonianza’, ecc.).
Il maschile resta solo in qualche toponimo (Fontebuono, presso Camaldoli in provincia di Arezzo e in una via di Roma nel quartiere Montagnola; il santuario di Santa Maria del Fonte, in provincia di Cremona) e nell’espressione fonte battesimale, che indica (così come sacro fonte o anche, semplicemente, fonte,
sempre al maschile) la vasca contenente l’acqua lustrale per il
battesimo che si trova nelle chiese e nei battisteri (e anche, per
metonimia, il battesimo stesso).
(dalla rete)
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