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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 19 febbraio 2016

Due torri

Collocate strategicamente nel punto d’ingresso in città dell'antica via Emilia, le due Torri sono l'immagine simbolo di Bologna "la turrita", così chiamata per le oltre 100 torri e case-torri costruire nel Medioevo, di questa "selva" oggi rimangono solo poco più di 20 torri.
L'attuale isolamento in cui ci appaiono oggi al centro dello slargo di piazza di Porta Ravegnana non corrisponde ovviamente all'originaria sistemazione con costruzioni lignee intorno e passaggi sospesi di collegamento.
Realizzate in muratura come poche altre costruzioni, svolgevano importanti funzioni militari (di segnalazione e di difesa) oltre a rappresentare con la loro imponenza il prestigio sociale della famiglia.
Alla fine del XII secolo se ne contavano in città un centinaio di cui solo una ventina, sopravvissute ad incendi, guerre e fulmini, sono oggi ancora visibili.
Recente è la ricollocazione dinanzi alle torri della statua di S. Petronio di Gabriele Brunelli del 1670, in precedenza rimossa nel 1871 per motivi di traffico.

TORRE DEGLI ASINELLI
La Torre è costruita tra 1109 - 19 dalla famiglia omonima e passa al Comune già nel secolo successivo.
Alta 97,20 m presenta uno strapiombo di 2,23 metri e una scalinata interna di 498 gradini terminata nel 1684.
Il basamento è circondato da una rocchetta realizzata nel 1488 per ospitare i soldati di guardia.
Oggi sotto il portico sono state ricollocate alcune botteghe di artigianato a ricordo della funzione commerciale svolta dal medievale mercato di mezzo.
 
TORRE GARISENDA
La vicina Torre Garisenda, coeva alla precedente, si differenzia visivamente per la minore altezza di soli 47 metri e il forte strapiombo (3,22 m) dovuto ad un precoce e maggiore cedimento del terreno e delle fondamenta.
Dante che la vide ancora integra la paragona ad Anteo chinato nel XXXI Canto dell'Inferno.
A metà del XIV secolo si rende necessario l'abbassamento.
Il rivestimento in bugne di selenite alla base risale invece alla fine del XIX secolo.
 
Fonte: redazione locale Bologna (dalla rete)

 
Le due torri

ASINELLA
Io d'Italia dal cuor tra impeti d'inni balzai
quando l'Alpi di barbari snebbiarono
e su 'l populeo Po pe 'l verde paese i carrocci
tutte le trombe reduci suonavano.

GARISENDA
Memore sospirai sorgendo e la fronte io piegai
su le ruine e su le tombe. Irnerio
curvo tra i gran volumi sedeva e di Roma la grande
lento parlava al palvesato popolo.

ASINELLA
Bello di maggio il dí ch'io vidi su 'l ponte di Reno
passar la gloria libera del popolo,
sangue di Svevia, e te chinare la bionda cervice
a l'ondeggiante rossa croce italica.

GARISENDA
Triste mese di maggio, che intorno al bel corpo d'Imelda
cozzâr le spade de i fratelli e corsero
lunghi quaranta giorni le furie civili crollando
tra 'l vasto sangue l'ardue torri in polvere.

ASINELLA
Dante vid'io levar la giovine fronte a guardarci,
e, come su noi passano le nuvole,
vidi su lui passar fantasmi e fantasmi ed intorno
premergli tutti i secoli d'Italia.

GARISENDA
Sotto vidimi il papa venir con l'imperatore
l'un a l'altro impalmati; ed oh me misera,
in suo giudicio Dio non volle che io ruinassi
su Carlo quinto e su Clemente settimo!
 
Giosué  Carducci
"odi barbare"
  
due torri come due persone,
di fronte, di spalle,
vicine e lontane;
nel crollo un mancato abbraccio...

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