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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 30 gennaio 2016

Stagioni ed umori

 
 Sguardo indietro
 
 Con i suoi sguardi
 lei mi ritaglia
 una finestra
 
 Dentro fioccano nastri di neve
 brandelli di vento discorsi di uccelli
 
 Rullare di treni
 Poi in primavera
 e ancora nell’autunno della scuola
 grida di legno
 sotto la sega
 
 Le estati da solo nel cortile
 Il vuoto nel petto
 
 L’amaro debole
 primo essere innamorato
 
Christoph Wilhelm Aigner
Traduzione di Riccarda Novello

 
quanti sguardi indietro,
li lancio spesso, con gli occhi del cuore;
quello che vedono è un velo sottile,
un niente che confina figure passate...
 
 
Che per la maggior parte di noi le belle giornate facciano stare bene, mentre i periodi freddi e uggiosi mettano un po’ di tristezza è qualcosa di assodato.
Ma ci sono delle situazioni in cui le stagioni presentano un notevole impatto sul nostro stato d’animo.
Cosa succede in questi casi e perché avviene?

La Meteoropatia
La meteoropatia è un insieme di particolari disturbi che compare nelle persone quando si verificano variazioni meteorologiche.
I sintomi più frequenti che si possono presentare, oltre alle variazioni dell’umore, sono insonnia, emicrania e ipereccitabilità.
Si stima che circa il 25% della popolazione, con i cambiamenti stagionali, vada incontro a una serie di modificazioni delle loro abitudini soprattutto nel ritmo sonno-veglia (quanto si dorme e in che orari), del peso e delle attività sociali e lavorative, tutti questi aspetti influirebbero assieme a caratteristiche individuali, proprie di ognuno di noi, a influenzare il tono dell’umore.
 
Il Disturbo Affettivo Stagionale
Nella stagione invernale per alcune persone si può presentare un vero e proprio disturbo affettivo stagionale che si manifesta con ricorrenti stati depressivi, associati ad irritabilità, ansia, sonnolenza, aumento dell’appetito, aumento di peso, difficoltà lavorative ed interpersonali, diminuzione del piacere sessuale, irregolarità mestruali.
Si stima che in Italia la diffusione del disturbo con manifestazioni conclamate è del 3,5% e con una  sintomatologia lieve dell’11,5%; per oltre l’80% si tratta di donne che sono più soggette ai ritmi psicobiologici.
L’età d’insorgenza è tipicamente nella terza decade di vita, e sia l’incidenza che la durata del disturbo aumenta con la latitudine (più si è vicini ai poli, più si è soggetti al disturbo).
C’è quindi uno lo stretto legame tra la diminuzione della luce solare, che si verifica durante l’inverno, e l’insorgenza della sintomatologia.

I Ritmi dell’Organismo
Dobbiamo considerare che in tutti gli esseri viventi numerose funzioni dell’organismo hanno un andamento periodico.
Variazioni ritmiche sono state osservate sia nelle funzioni dei neurotrasmettitori del cervello (ad esempio la serotonina), sia nella produzione di diversi ormoni (messaggeri chimici che regolano le attività dell’organismo, es. melatonina).
La maggior parte di questi ritmi biologici è influenzata da orologi interni regolati dalle cadenze di alcune situazioni ambientali quali luce/buio, caldo/freddo, stagioni.

I Meccanismiche Stanno alla Base
La particolare ciclicità dei disturbi meteoropatici in generale e del disturbo affettivo stagionale in particolare, ha permesso agli studiosi di approfondire i processi che ne stanno alla base evidenziando modificazioni di tipo neurotrasmettitoriale e ormonale.
Nello specifico la quantità, intensità e il periodo (nelle 24 ore) della luce, presente in una determinata stagione, agisce attraverso le connessioni tra retina e cervello.
Si modifica la quantità di serotonina nel cervello e di melatonina in circolo nell’organismo: durante l’inverno c’è una minore disponibilità di serotonina e una maggiore produzione di melatonina che possono comportare umore negativo, stanchezza e sonnolenza.
Sul versante delle caratteristiche di personalità sappiamo che, gli individui più soggetti a modificare il loro umore in conseguenza delle stagioni, presentano una cronica percezione di stress negativo per la loro situazione di vita e una marcata tendenza a vivere le loro emozioni intensamente.
Fattori dell’organismo e fattori di personalità, quindi, si combinerebbero producendo una spiccata “sensibilità” 
(Psicosalute, dalla rete)
 

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