Sole invernale
Candida e lieve le indurate ajuole
Copre la neve e il nudo poggio e i prati:
Rosseggiando, fra gli alberi sfrondati
Traluce l’occhio del cadente sole.
Il sanguigno fulgor, che incerto e breve
Tra i negri rami intirizziti splende,
Falde d’accesa porpora distende
E lembi d’oro sulla bianca neve.
Terra, il novo saluto e le promesse
Del sol ricevi: ancor rinverdirai;
Ancor, sciolta dal gel, ti coprirai
Di vaghi fiori e di gioconda messe.
Ma tu, mio cor, tu dall’antico lutto
Mai più mai più non ti sciorrai. Che giova
Il sole a te? mio cor, chi ti rinnova?
Tu non darai mai più fiore nè frutto.
Arturo Graf
non scalda il sole d'inverno,
rischiara di luce radente
ma non riesce a dare calore
eppure a febbraio pare
già quasi primaverile...
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