...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

giovedì 22 ottobre 2009

Babino lo Sciocco

Un giorno, uno sciocco di nome Babino si mise in cammino per vedere il mondo e per mostrare a tutti quant'egli fosse cortese. Ed ecco, cammina cammina, trovò sulla sua strada una casa disabitata. Guardò nella cantina e vide alcuni diavoli coi baffi irti, con gli occhi accesi e grossi còme bocce, con la testa a pera. I diavoli, con le loro lunghe dita ricurve, giocavano a carte e a dadi. Babino li salutò: Dio vi aiuti, buona gente! Non l'avesse mai detto! I diavoli, furibondi, afferrarono lo sciocco e lo percossero a sangue. Solo quando lo videro più morto che vivo, lo lasciarono andare. Allora Babino tornò a casa piangendo. La madre gli si fece incontro e, saputo ciò che era successo, gli disse: Babino, sei proprio uno sciocco. Lo vedi? Hai parlato a sproposito. Ai diavoli bisogna dire: «Dio vi sprofondi nell'inferno!». Se tu avessi parlato così, i diavoli sarebbero fuggiti, lasciando sul tavolo la posta del gioco, e tutto l'oro sarebbe stato tuo. Impara, Babino! Ho capito fece lo sciocco.
Ho sbagliato, ma un'altra volta starò attento. E Babino si mise di nuovo in cammino. Sulla strada trovò quattro fratelli che stavano trebbiando il grano. Babino si accostò e disse: Dio vi sprofondi nell'inferno! I quattro fratelli, a quell'insulto, gli saltarono addosso e gliene diedero tante e poi tante da lasciarlo a terra tramortito. Quando Babino rinvenne, se ne tornò a casa malconcio peggio dell'altra volta. Sua madre, saputo ciò che era successo, lo rimproverò aspramente: Sei uno sciocco, Babino: anche questa volta hai parlato a sproposito. Ai fratelli tu dovevi dire, indicando i sacchi di grano: «Possiate portarne cento ogni giorno di quei carichi, amici miei». Ho capito fece Babino. -Sono stato uno sciocco. ma non succederà più. E si mise nuovamente in cammino. Strada facendo, incontrò sette fratelli che gemevano e piangevano, portando a seppellire un loro caro, morto da poco.S alve, amici miei! gridò lo sciocco ai sette fratelli. Possiate portarne cento ogni giorno di quei carichi! All'udire quelle parole, i sette fratelli si asciugarono le lacrime, saltarono addosso allo sciocco, e giù botte da orbi! Babino, pesto e malconcio, se ne tornò a casa piangendo. Raccontò ogni cosa a sua madre, ed ella scosse la testa desolata. Quando mai riuscirò a farti capire che bisogna parlare a proposito? Sei uno sciocco, Babino. Tu avresti dovuto accostarti ai sette fratelli e dir loro: «Requiem aeternam nel paradiso di Dio...». Ho capito fece Babino. E si mise di nuovo in cammino. S'imbatté questa volta in un corteo nuziale. Tutti erano vestiti a festa e gli sposini erano seguiti da un gruppo di robusti giovanotti che cantavano in coro. Babino si accostò agli sposi e disse tutto contento: «Requiem aeternam» nel paradiso di Dio! Gli sposini si guardarono spaventati. Ma i giovanotti del corteo gli saltarono addosso e lo picchiarono di santa ragione. Anche lo sposo, riavutosi dalla sorpresa, non restò indietro, e gliene diede la sua parte... Babino, anche questa volta, tornò a casa in lacrime. Sei stato uno sciocco! gridò la madre spazientita. Agli sposi dovevi dire: « Il Signore vi conceda nozze felici e numerosi figli! ». Ho capito: fece Babino sono stato uno sciocco, ma non sbaglierò più. E si mise di nuovo in cammino. Giunse finalmente presso la grotta di un eremita. Salve, amico disse Babino. Il Signore ti conceda nozze felici e figli numerosi. L'eremita si rannuvolò. Per quanto egli fosse abituato ad avere pazienza, questa volta gli saltò la mosca al naso. E prendendo le parole di Babino come una beffa, afferrò il bastone che gli serviva per scacciare i diavoli e lo ruppe sul groppone di Babino. Sciocco che non sei altro! lo rimprovero la madre. All'eremita tu dovevi dire: Benedicimi, padre! Ho capito fece Babino. E si mise di nuovo in cammino. Questa volta incontrò un orso che stava divorando una mucca. Babino gli si avvicinò incuriosito e disse all'orso: Benedicimi, padre! L'orso, disturbato nel bel mezzo del suo pasto principale, afferrò Babino tra le sue zampe, lo gettò a terra, lo pestò ben bene e alla fine lo fece rotolare in un fosso. E' stato un orso anche tropo gentile! commentò la madre appena seppe la cosa. Sciocco di un Babino! All'orso tu dovevi dire: Fatti da parte, brutta bestiaccia! Ho capito fece Babino. Sono stato uno sciocco, ma un'altra volta non succederà: più. E si mise di nuovo in cammino. Mentre stava attraversando la pianura, Babino incontrò un capitano coi suoi soldati. Lo sciocco gli andò incontro e gli disse: Fatti da parte, brutta bestiaccia! Allora il capitano fece un cenno ai suoi uomini: questi afferrarono Babino e gliene diedero tante e poi tante da lasciarlo a terra più morto che vivo. Quando Babino si rialzò, aveva le ossa tutte rotte. Se ne tornò a casa piangendo e, da quel giorno, non ebbe più voglia di mettersi in cammino per vedere com'era fatto il mondo, né per mostrare a tutti la sua cortesia.

Lev Nikolajevic Tolstoi

Nessun commento:

Posta un commento