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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 10 ottobre 2011

Vendemmia

Per vendemmia si intende la raccolta delle uve da vino, in quanto nel caso delle uve da tavola si usa semplicemente il termine raccolta.
Il periodo di vendemmia varia tra luglio e ottobre (nell'emisfero settentrionale), e dipende da molti fattori, anche se in maniera generica si identifica con il periodo in cui le uve hanno raggiunto il grado di maturazione desiderato, cioè quando nell'acino il rapporto tra la percentuale di zuccheri e quella di acidi ha raggiunto il valore ottimale per il tipo di vino che si vuole produrre.
Se questo parametro è genericamente valido per le uve da tavola, nel caso di uve destinate alla produzione del vino è necessario considerare ulteriori parametri per decidere quando e come vendemmiare.
Il momento della vendemmia può dipendere da:
condizioni climatiche: all'aumentare della latitudine le uve maturano più tardi;
zona di produzione: le uve delle vigne esposte a sud maturano prima di quelle esposte a nord; all'aumentare dell'altitudine le uve maturano prima;
tipo di uva: i vitigni a bacca bianca maturano in genere prima dei vitigni a bacca rossa;
tipo di vino che si vuole ottenere, determinato dalla maggiore o minore presenza di alcuni componenti, quali:
zuccheri, un maggior tenore di zucchero aumenterà il grado alcolico del vino prodotto; inoltre un giusto tenore zuccherino è indispensabile per avviare la fermentazione alcolica;
acidi, le sostanze acide sono necessarie sia per evitare la proliferazione di batteri (e quindi di malattie), sia per la successiva conservazione del vino;
componenti aromatici, variano durante la maturazione dell'uva, e contribuiscono a determinare le caratteristiche organolettiche del vino.
I metodi di raccolta delle uve sono due:
manuale: viene utilizzata per la produzione di vini di elevata qualità e degli spumanti metodo classico, in quanto è necessario operare una scelta selettiva dei grappoli; ciò comporta un inevitabile aumento dei costi di produzione;
meccanico: esistono agevolatrici, che velocizzano il lavoro manuale e vendemmiatrici, delle vere e proprie macchine dette vendemmiatrici: per appezzamenti inferiori ai 50 ha sono generalmente delle macchine trainate accoppiate ad un trattore, per vigneti di dimensioni maggiori sono macchine semoventi. La raccolta dell'uva avviene in due maniere: con scuotimento verticale nelle macchine di origine americana, che necessitano di un filare GDC (Geneva Double Curtain) e a scuotimento laterale per le macchine francesi. Il prodotto che si stacca dalla pianta viene raccolto prima che tocchi terra, pulito da eventuali impurità e messo in una tramoggia che poi successivamente viene svuotata in rimorchi appositi. La vendemmia meccanica rappresenta alcuni vantaggi, infatti è più economica di quella manuale. Per produzioni che soddisfino qualitativamente la cantina, è necessaria un'eliminazione manuale di quei grappoli che presentano malattie o non sono maturi.
Una pratica utilizzata è quella delle cosiddette vendemmie scalari, che consiste nel raccogliere le uve di una stessa vigna in momenti successivi, a seconda del grado di maturazione dei singoli grappoli.
Un'altra pratica utilizzata è quella della cosiddetta vendemmia tardiva, che consiste nel ritardare l'epoca della vendemmia al fine di aumentare il tenore zuccherino dell'uva; questo procedimento è utilizzato per la produzione dei vini passiti.
A prescindere dal metodo utilizzato, durante la fase di raccolta delle uve occorre comunque rispettare alcune regole; è necessario evitare di raccogliere l'uva bagnata (da pioggia, rugiada o nebbia), in quanto l'acqua potrebbe influire sulla qualità del mosto; inoltre vanno evitate le ore più calde della giornata, per impedire l'inizio di fermentazioni indesiderate; i grappoli andranno riposti in contenitori non troppo capienti, per evitare lo schiacciamento degli stessi; infine l'uva dovrà essere trasportata (conferita) nei locali in cui sarà effettuata la vinificazione nel più breve tempo possibile, per evitare fermentazioni o macerazioni indesiderate (da wikipedia).



VENDEMMIA

L'uva risplende
tra i pampini stanchi,
nell'atavica vigna:

Tumidi chicchi
di trionfanti grappoli
avidamente assaggio.

Vespe voraci
ubriache
di nettari dolci
saccheggiano
la fatica di un anno.

Finalmente
vendemmia.

Margherita Crasto

domenica 9 ottobre 2011

Poesia

I doni dell'autunno

Vien l'autunno sospirando,
sospirando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Qualche bacca porporina,
nidi vuoti, rame spoglie,.
e tre gocciole di brina,.
e un pugnel di morte foglie.

Angiolo Silvio Novaro

sabato 8 ottobre 2011

Anche la sua città


anche la mia città è suoni,
a volte mi sembra di sentirli, a volte urlano
e sferragliano dalle vie del centro
fino alle periferie.
Questa canzone di James Taylor
mi riporta indietro, molto indietro,
in un periodo denso di sensazioni e umori.
La trovo di una bellezza totale
e ancora oggi la ascolto sereno...



Her town too

She's been afraid to go out. She's afraid of the knock on her door.
There's always a shade of a doubt. She can never be sure.
Who comes to call? Maybe the friend of a friend of a friend, anyone at all.
Anything but nothing again.

It used to be her town, it used to be her town, too.
It used to be her town, it used to be her town, too.

Seems like even her old girlfriends might be talking her down.
She's got her name on the grapevine running up and down the telephone line.
Talking about someone said, someone said something about,
something else someone might have said about her.
She always figured that they were her friends but maybe they can live without her.

It used to be her town, it used to be her town, too.
It used to be her town, it used to be her town, too.

Well, people got used to seeing them both together.
But now he's gone and life goes on, nothing lasts forever, oh no.
She gets the house and the garden, he gets the boys in the band.
Some of them his friends, some of them her friends, some of them understand.
Lord knows that this is just a small town city, yes, and everyone can see you fall.
It's got nothing to do with pity, I just wanted to give you a call.

It used to be your town, it used to be my town, too.
You never know till it all falls down, somebody loves you, somebody loves you.
Darling, somebody still loves you.
I can still remember her when it used to be her town, too.
It used to be your town, it used to be my town, too...


James Taylor

venerdì 7 ottobre 2011

Pampini

Le foglie della vite, i pampini, sono palmate, perché hanno la forma del palmo della mano.

ho nascosto i miei dubbi
di là dal grande mare
dove tutto è poesia
dove il cielo sconfina nel nulla;
ho creduto il pensare
un'unica ragione di vita
nella mente i ricordi
nel cosciente alberga un silenzio;
tra tanti vorrei anche un sò,
come un esile velo svolazza
tra pampini e grappoli...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

far tanti pampini e poca uva
Essere di grande apparenza ma di scarsa sostanza. Si dice di chi si dà molta importanza senza averla, di chi fa molte promesse senza poi mantenerle, oppure di un progetto che si rivela inferiore alle aspettative e osì via.
I pampini sono le foglie della vite, e l'immagine è quindi quella di una vigna che produce più foglie che frutti.

giovedì 6 ottobre 2011

Van Gogh e il mare


Van Gogh - Paesaggio marino a Les Saintes-Maries-de-la-Mer

Amsterdam Van Gogh Museum, Paulus Potterstraat 7.
Nella piccola esposizione in contemporanea ci sono lavori che Van Gogh eseguì a Ramsgate, sulla costa ingese, e numerosi schizzi e disegni della spiaggia e del villaggio di Scheveningen in Olanda assieme a ritratti di pescatori.
Tre dipinti che l’artista realizzò nel sud della Francia, a Les Saintes-Maries-de-la-Mer e a Saint-Rémy, nel 1888, rappresentano il cuore della mostra. Dopo aver a lungo desiderato di vedere il Mediterraneo, in questi luoghi Vincent Van Gogh trovò finalmente la luce che gli occorreva per dipingere. 
V. Van Gogh "Barche sulla spiaggia di Les Saintes-Maries-de-la-Mer"
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« … ora che ho visto il mare, qui,
capisco perfettamente l’importanza
di vivere nel sud della Francia, …
ed inoltre sono convinto che proprio
grazie ad un lungo soggiorno da queste parti,
riuscirò a sviluppare e a trasmettere
la mia personalità … »
Vincent van Gogh.

mercoledì 5 ottobre 2011

Poesia

L'estate è finita

Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch'io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.

E. Dickinson



martedì 4 ottobre 2011

Poesia

Ottobre

Un tempo, era d'estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all'autunno
dal colore che inebria;
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest'aria che odora
di mosto e di vino
di questo vecchio sole ottobrino
che splende nelle vigne saccheggiate.

V. Cardarelli





lunedì 3 ottobre 2011

Le essenze

Gli oli essenziali o oli eterici sono prodotti ottenuti per estrazione a partire da materiale vegetale aromatico, ricco cioè in "essenze" (da non confondere dunque con il termine aromatico usato in chimica organica per le strutture altamente insature). Le essenze vengono prodotte dalle piante per molteplici ragioni, e in alcuni casi forse anche come scarti. Le ipotesi più forti vogliono che le essenze svolgano funzione allelopatica, antibiotica, di attrazione degli impollinatori, e fungano da intermediari di reazioni energetiche.
Gli oli essenziali come li conosciamo oggi sono un prodotto relativamente moderno. Nonostante il concetto di estrazione in corrente di vapore sia abbastanza antico e probabilmente sia stato sviluppato dai tecnologi arabi più di mille anni fa, questa tecnologia non fu mai utilizzata per isolare gli oli essenziali, bensì per ottenere le acque aromatiche, che erano considerate le vere "essenze" delle piante. Soltanto con il progredire della tecnologia fu possibile isolare con sempre maggior efficienza gli oli essenziali ed iniziare ad utilizzarli.
Le metodologie di estrazione accettate nella definizione di olio essenziale sono la distillazione in corrente di vapore (che si distingue poi in distillazione nella quale il materiale è immerso in acqua e distillazione nella quale il materiale è sospeso sopra alla fonte di vapore), la spremitura a freddo (delle bucce o epicarpo dei frutti del genere Citrus), e per alcune autorità anche la distillazione a secco o distruttiva (usata ad esempio per ottenere l’olio di cade a partire da Juniperus oxycedrus).
L'olio essenziale è quindi un estratto fitochimico selettivo, nel senso che un particolare gruppo fitochimico è scelto e selettivamente rimosso dalla pianta. Vale la pena sottolineare che l'estratto è altamente selettivo, dato che isola una componente minoritaria della pianta (mediamente dallo 0,01% al 2%). Le essenze contenute nelle piante sono la fonte degli oli essenziali come prodotto, ma non sono completamente sovrapponibili ad essi dal punto di vista chimico, dato che gli oli essenziali contengono solo le molecole volatili alle condizioni di estrazione e idrofobiche (le molecole volatili ed idrofiliche si perdono nelle acque aromatiche) (da wikipedia).


Le essenze

Ora io mi dico : — Per ciascuna goccia
d'essenza una fiorita di corolle
offre la sua bellezza appena sboccia.
Carne di fiori d'un pallor sì molle
da sembrar carne di delizia, nata
in tepori di serra o in cima a un colle,
uccisa a sommo della sua giornata
e con lungo martirio, perchè tutta
si doni, all'ombra e al sole macerata !
Freschezza che si spreme e che si butta
poi che stillò l'umor di cui viveva.
Pura bellezza vegetai distrutta
per far più impura la bellezza d'Eva !

Amalia Guglielminetti

domenica 2 ottobre 2011

Un giorno speciale

è un giorno speciale,
un giorno del ricordo
(definizione presa a prestito);
anni fa correvo in auto verso un sogno
che si stava avverando
ed ora è qui con me...
 
 
Annunci d'autunno

E' strano come il mondo si trasforma
senza parere, con l'autunno lento.
Il vento è pigro e porta solo suoni
da due passi, isolati; di una donna
che maltratta la secchia andando al
pozzo,
di brevi giochi urlati di bambini,
di raffiche di passere e di foglie
che battono le case dei sobborghi,
e del cane da punta che la nebbia
fiuta come uno stormo sconosciuto.
Anche il sole è slenato, e, col sereno
la luna è piena d'ombre anche più
forti.
Le mele non son più quei dolci frutti
cercati come uccelli tra le fronde:
come incantate guardando negli orti
con gote di bambole bionde.
E benché vaghi il triste odor dei morti
che hanno i fiori...
giunge il tempo ch'è caro,
a cena, il lume come un commensale

Corrado Govoni

sabato 1 ottobre 2011

Danza slava

Adoro questo brano
(Dvorak comunque è uno dei miei compositori preferiti)
e quando ho visto il film di Bruno Bozzetto (Allegro non troppo) sono rimasto stupito di come è stato rappresentato...
ma mi è piaciuto.
La poesia del cartone animato ha un fascino indiscutibile
nel rappresentare la musica
e solo animi di una sensibilità unica
sono in grado di completare nel giusto modo questo connubio.
Buon ascolto.
...


Le Danze Slave sono una serie di 16 pezzi per orchestra composti da Antonín Dvořák nel 1878 e pubblicati in due parti come Opus 46 ed Opus 72, rispettivamente. Inizialmente scritte per pianoforte a quattro mani, l'ispirazione delle Danze Slave gli venne dalle Danze ungheresi di Johannes Brahms, e furono orchestrate sotto la richiesta dell'editore di Dvořák subito dopo la loro composizione. I pezzi, fortemente nazionalisti, furono ben accolti a quel tempo, ed oggi sono tra i pezzi più famosi del compositore Ceco.
Prima della pubblicazione delle Danze Slave, Op. 46, Dvořák era relativamente sconosciuto come compositore.
A causa di ciò, aveva fatto richiesta di prendere parte alla Austrian State Music Prize per finanziare le proprie composizioni.
Dopo aver vinto il premio 3 volte in 4 anni (1874, 1876 e 1877), Johannes Brahms, uno dei membri responsabili dell'organizzazione, consiglio Dvořák al proprio editore, Fritz Simrock.
I primi pezzi di Dvořák ad essere pubblicati da Simrock furono i Duetti Moraviani, che ottennero molto successo; incoraggiato, Simrock chiese al compositore di scrivere qualche pezzo a mo' di danza.
Incerto su come iniziare, Dvořák usò le Danze Ungheresi di Brahms come modello - ma solo come modello; ci sono numerose ed importanti differenze tra i due lavori. Simrock venne immediatamente colpito dalla musica che Dvořák produsse (inizialmente per pianoforte a quattro mani), e gli chiese di comporne anche una versione orchestrale.
Entrambe le versioni furono pubblicate durante quell'anno, e subito Dvořák acquistò notorietà internazionale.
L'enorme successo che ebbe l'Opus 46 condusse Simrock a richiedere un altro set di Danze Slave nel 1886; le successive Danze Opus 72 ottennero un'accoglienza simile alle prime (da wikipedia).