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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 29 febbraio 2024

Barche amorrate

Barche amorrate 
 
Barche amorrate è un breve componimento poetico e assai lirico di Dino Campana (poeta di Marradi, un borgo della romagna) e fa parte della sezione "Varie e frammenti" dei Canti Orfici, nella pubblicazione del 1914.  
Il poeta toscano evoca, nel testo, in versi che si inseguono con musicalità data dalla reiterazione delle parole adoperate, il movimento delle vele che schioccano e frustano al vento, talvolta producendo un lamento volubile quale un'onda che si infranga nella risacca, fino a giungere ad un ultimo schianto crudele.
Il termine amorrate che compare nel titolo originale del componimento fu mutato e sostituito, soltanto nella seconda edizione pubblicata (effettuata da Vallecchi del 1928), in amarrate cioè ormeggiate.
(dalla rete)

Barche amorrate

Le vele le vele le vele
Che schioccano e frustano al vento
Che gonfia di vane sequele
Le vele le vele le vele!
Che tesson e tesson: lamento
Volubil che l'onda che ammorza
Ne l'onda volubile smorza .....

Ne l'ultimo schianto crudele .....

Le vele le vele le vele

Dino Campana

Vele strappate, consunte, vecchie,
ancora per mare con scafi provati;
gli anni marcano stretto le cose,
tempo ingrigisce luce e occhi...
  
La dicitura iniziale fu poi ripresa nelle stampe successive a cura di Enrico Falqui; lo stesso Falqui segnala in proposito l'esistenza di amurra, che in genovese significa arenare.

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