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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 13 luglio 2017

Sorriso

Antonello da Messina
"Ritratto d’ignoto marinaio” 
particolare 
Il sorriso
 
Le lucide immagini compongono
scaduti attimi di sole parole,
mi inseguo da sempre, comunque:
ora che il pensiero corre
mi sento perduto, stremato, eppure
un consueto richiamo mi scuote,
torno ad essere io, con me,
si riaccende un sorriso di lato, sul viso...
 
Anonimo
del XX° Secolo, poesie ritrovate 
 

Ritratto d'ignoto marinaio di Antonello da MessinaNé chi lo commissionò né perché.
Non si sa quasi nulla sulla storia del “Ritratto d’ignoto marinaio” che Antonello da Messina dipinse nella seconda metà del Quattrocento. Misteriosa l’origine così come è misteriosa l’espressione del soggetto ripreso.
Una tavola di piccole dimensioni (31×24,5 cm) dipinta a olio riesce ad avere una carica espressiva irripetibile. Al centro dell’opera un uomo, ripreso di tre quarti che si staglia contro uno sfondo scuro, nero. Gli abiti che indossa sarebbero quelli di un marinaio dell’epoca. I dettagli della giacca e del berretto si mescolano con lo sfondo, confondendosi. Il volto è il vero centro del quadro.
Le influenze della pittura fiamminga su Antonello da Messina si fanno sentire sui lineamenti dall’incarnato rossiccio. L’uso dei colori è essenziale. Il bianco e il nero risaltano la luce che radente segna il volto.
Quando capita di ammirare “Ritratto d’ignoto marinaio” si è immediatamente colpiti dall’espressione del soggetto. Il suo sorriso è enigmatico. Gli occhi sono puntati verso lo spettatore. L’osservatore entra in un grado di empatia con l’uomo del dipinto, la cui espressione pare assumere un’aria di complicità con chi lo guarda. Più che un sorriso, appena accennato, quello del marinaio è un ghigno, quasi a voler dire “so cosa hai fatto”.
La profondità psicologica dei ritratti di Antonello da Messina è una delle sue doti principali. E così che, anche in quest’opera, il soggetto non è ripreso in maniera asettica con l’unico obiettivo quello di poter semplicemente “registrare” che un dato personaggio sia esistito storicamente in un determinato periodo. Il marinaio, nel pennello di Antonello da Messina, si anima, prende vita. Molto di più.
“Ritratto d’ignoto marinaio” fu realizzato tra il 1465 e il 1476 ed è conservato nel Museo Mandralisca di Cefalù. Restaurata più volte, perché danneggiata, l’opera ha subìto tre interventi: nel XIX secolo a Firenze, negli anni Cinquanta a Roma grazie all’Istituto Centrale del Restauro e, l’ultima in ordine di tempo, nel 1981 (Patrizia Capoccia).
 

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