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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 23 gennaio 2013

Amor che vince

Com più vi fere amor

Com più vi fere Amor co' suoi vincastri,
più li vi fate in ubidirlo presto,
ch'altro consiglio, ben lo vi protesto,
non vi si può già dar: chi vuol, l'incastri.
Poi, quando fie stagion, coi dolci impiastri
farà stornarvi ogni tormento agresto,
ché 'l mal d'Amor non è pesante il sesto
ver ch'è dolce lo ben. Dunque ormai lastri
vostro cor lo cammin per seguitare
lo suo sommo poder, se v'ha sì punto
come dimostra 'l vostro buon trovare;
e non vi disviate da lui punto,
ch'ellil sol può tutt'allegrezza dare
è suoi serventi meritare a punto.

Dante Alighieri

Caravaggio, Amor vincitor, 1602-1603

e ancora amore, amore,
nei passi lenti,
in quelli svelti,
ancora amore in me...


Questo quadro - il cui titolo è derivato dalla locuzione latina Amor vincit omnia, L'amore trionfa su ogni cosa - è stato eseguito su commissione di Vincenzo Giustiniani che lo pagò 300 scudi. Il quadro, da un punto di vista iconologico, rappresenta la vittoria dell'amore sulle arti, qui riconoscibili nello spartito, nei libri e negli strumenti musicali ai piedi del fanciullo. Come modello, posò il garzone preferito di Caravaggio, Cecco Boneri, col quale si dice che il pittore avesse una relazione. D'altro canto, i sostenitori dell'omosessualità di Caravaggio ritengono che il fanciullo "inviti" chi guarda, con un gesto della mano destra, a raggiungerlo sul letto dove posa a gambe divaricate con compiaciuta licenziosità. Questa tesi può essere a priori smentita: Caravaggio era un grande ammiratore dell'opera di Michelangelo, e per quest'ultimo la posa a gambe sollevate o divaricate sottintendeva resurrezione, vittoria, trionfo.
Il quadro divenne subito, insieme al Suonatore di liuto, il quadro più bello e più celebre della collezione Giustiniani, tant'è vero che Giovanni Baglione, rivale del Caravaggio, tenterà inutilmente di dipingerne una copia (dalla rete).

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