Se non ti dispiace troppo, ti prego, dimmi in quali tenebre ti nascondi. Ti ho cercato al piccolo Campo Marzio, al Circo, in tutti i buchi dei librai, nel tempio consacrato a Giove Massimo. E poi sotto i portici di Pompeo ho fermato, amico, tutte le femmine che vedevo col volto soddisfatto. Urlavo cosí, chiedendo di te: 'Ridatemi Camerio, malefemmine'. 'Scoprimi il petto,' mi risponde una 'l'ho qui fra le rose dei miei capezzoli.' Certo trovarti è una fatica d'Ercole. Nemmeno se diventassi il custode di Creta, l'alato Perseo o Ladas, nemmeno se fossi portato in volo da Pegaso o dai candidi cavalli di Reso e tu, Camerio, mi offrissi in aiuto chiunque abbia ali, gli uccelli o l'impeto stesso dei venti, riuscirei a non essere distrutto di stanchezza, sfinito di fatica a furia di cercarti, amico mio. Perché ti nascondi con tanto sdegno? Avanti, amico, dove sei finito? Coraggio, rischia, esci allo scoperto. Ti attira il latte di bambina, ora? Ma se tieni la bocca suggellata perdi tutti i piaceri dell'amore. Venere ama chi non sa tacere. Se vuoi però, serra pure la bocca, purché anch'io divida il vostro amore.
Publio Valerio Catullo
La ricerca, quella continua, costante
per trovare il nesso, la logica, il senso;
resto incredulo e tacito nel sospetto
di cose passate, credute, vissute...
Catullo
non è solo il conto dei baci,
il resoconto di un amore bello come
un naufragio dipinto.
Dietro le raffinatezze, la dissoluzione,
i
sentimenti contrastanti e lo sprezzo,
stanno precise motivazioni e
altrettante risposte:
le scelte poetiche corrispondono a precise scelte
di vita.
Due grandi pugni rossi che pestano l’aria Un volto teso, macchiato di sudore, Ciocche di biondi capelli che spuntano da un casco giallo, Protese, lunghe braccia da gorilla, Un petto che, affannoso, va su e giù, Gambe agili, mobili, inzaccherate di fango. Una corsa veloce, uno scatto, un tuffo a capofitto Verso una selva di gambe in movimento. Uno scontro duro e fragoroso, E la folla che urla: «Ah! Gli ha fatto perdere due metri!»
Ernest Hemingway
Placcato da situazioni pervase
di molti dubbi e sospiri di cuore;
rimango spesso solitario nascosto,
come un residuo malinconico...
Il
placcaggio
(in inglese tackle),
sia nel rugby a 13 che in quello a 15,
consiste in un'azione, effettuata da uno o più giocatori,
volta a
fermare l'avanzamento dell'avversario
che in quel momento è in possesso
di palla. (dalla rete)
Mi sono risolto.
Mi sono voltato indietro.
Ho scorto
uno per uno negli occhi
i miei assassini.
Hanno
– tutti quanti – il mio volto.
Giorgio Caproni
Introspezione assoluta riporta
dentro me costanti e variabili;
ci si sente impotenti di fronte
agli immensi carteggi con Dio...
La Rivelazione è l'azione o il fatto di rivelare, di rendere noto o osservabile
qualcosa. Il termine ha diversi usi in ambiti religioso, giuridico,
scientifico e linguistico. E' il rendere noto ciò che è nascosto o segreto, o la scoperta che illumina sulla vera natura di qualcosa -TRECCANI-.
Come avvisaron suora Benedetta che la sua dolce alunna era partita, senza un addio a chi nella sfiorita ombra, materno cuor, l'ebbe diletta,
ella restò a fissar la finestretta graticolata e a torcer fra le dita il suo rosario, un poco impallidita, quasi in un cerchio di stupor costretta.
L'oratorio era vuoto. Fuori un volo di rondini saliva ed ella rise un riso bianco come il suo soggolo.
– La mia bambina volò via stamani, sapete? – rise fievole, e s'assise: – Ora l'aspetto, tornerà domani.
Amalia Guglielminetti
Per ciò che amiamo e nostro non è
ma frutto di altri amori eppure
nel cuore si radica e spesso rode
di un amore che a volte allontana...
Il soggólo(contrazione da "sotto la gola") è, nell'abbigliamento femminile medievale e rinascimentale europeo (ancora lo usano le suore), una benda, o fascia a largo nastro che passando sotto il mento avvolge il viso e il collo congiungendosi sommità del capo (da wikipedia).
Broke an early promise Put trust in an unknown Fell headlong into the arms Of the first that stirred me
Non ho mantenuto una promessa fatta in anticipo Riponi la fiducia in uno sconosciuto Caduto a capofitto tra le braccia Del primo che mi ha emozionato
Unsteadied a steady heart And took me to a place I’ve never been A place I’ve never been since
Instabile un cuore fermo E mi ha portato in un posto dove non sono mai stato Un posto in cui non sono mai stato da allora
Stopped hoping at an early age Stopped guessing at an early age Start accepting things from day one And then things can’t go too wrong
Ho smesso di sperare in tenera età Ho smesso di indovinare in tenera età Inizia ad accettare le cose dal primo giorno E poi le cose non possono andare troppo male
Just let them walk all over you Laugh through the punches and the pain Let the life-blood drain away from you They’re right, you’re wrong
Lascia che ti camminino addosso Ridere nonostante i pugni e il dolore Lascia che la linfa vitale defluisca via da te Loro hanno ragione, tu hai torto
And you can see it in the way they look at you Feel it in the way they treat you Always the last to know Always the first to leave
E puoi vederlo dal modo in cui ti guardano Sentirlo nel modo in cui ti trattano Sempre l’ultimo a saperlo Sempre il primo ad andarsene
And when the sky begins to fall The blame – all along in you – is yours Wakes you with a fever at five Your guardian angel gives up the ghost
E quando il cielo comincia a cadere La colpa, che è sempre dentro di te, è tua Ti sveglia con la febbre alle cinque Il tuo angelo custode rende il fantasma
And you can see it in the way they look at you Feel it in the way they treat you Always the last to know Always the first to leave
E puoi vederlo dal modo in cui ti guardano Sentirlo nel modo in cui ti trattano Sempre l’ultimo a saperlo Sempre il primo ad andarsene
Just let them walk all over you Laugh through the punches and the pain Let the life-blood drain away from you They’re right, you’re wrong
Lascia che ti camminino addosso Ridere nonostante i pugni e il dolore Lascia che la linfa vitale defluisca via da te Loro hanno ragione, tu hai torto
Vi parrà qualche nuova baggianata Da far mettere un uomo alla berlina; Eppur, signora, è una cosa provata: Signora, io sono un morto che cammina.
Me ne ricordo come fosse jeri: Ero vivo e spavaldo e malaccorto: Un dì, mentre ne gìa sopra pensieri, Mi colse freddo e da quel dì son morto.
Morii solo, da me, senza nojose Querele e a guisa d’un antico saggio; Morii nel mese in cui nascon le rose; Morii un mattino del mese di maggio.
Da quel dì mangio e bevo e vesto panni, E discorro, e talor vado a diporto; Ma voi non ci credete a quest’inganni; Ma voi tenete a mente ch’io son morto.
E però, se vi guardo, e se talora Vi parlo delle mie pene secrete, E se dico d’amarvi, — oh, mia signora, Per carità di voi, non mi credete.