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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 25 marzo 2018

Passerotti


I passeri perduti
 
Amo i passeri perduti
che tornano dall'aldilà
a confondersi con un cielo
che mai più potrò recuperare.
 
Tornano di nuovo i ricordi,
le ore giovani che ho dato
e dal mare giunge un fantasma
fatto di cose che amai e persi.
 
Tutto fu un sogno, un sogno che perdemmo
come perdemmo gli uccelli ed il mare,
un sogno breve e antico come il tempo
che gli specchi non possono riflettere.
 
Dopo cercai di perderti in tante altre
e quell'altra e tutte eri tu;
infine riuscii a capire quando un addio è un addio,
la solitudine mi divorò e fummo due.
 
PasserottoTornano i passeri notturni
che volano ciechi sul mare,
la notte è uno specchio
che mi ridà la tua solitudine.
 
Sono solo un passero perduto
che torna dall'aldilà
a confondersi con un cielo
che mai più potrò recuperare.
 
Mario Trejo
 
 
Una volta i passerotti abitavano nei boschi; avevano un bel vestito di piume variopinte e cantavano meravigliosamente.
Venne una grossa nevicata. Il bosco restò sepolto; i campi attorno scomparvero sotto il coltrone bianco. I passerotti non avevano più da mangiare.
Morivano di fame. Allora pensarono di emigrare verso il paese dove abitavano gli uomini. I primi passerotti partirono così in direzione del fumo che usciva dai camini accesi.
Giunti in paese, si posarono sugli arpioni delle finestre, sulle grondaie dei tetti e si misero a cantare.
Gli uomini a vedere quegli uccelli così variopinti e a sentirli così cantare se ne invaghirono.
Dettero loro la caccia. Parte ne ammazzarono, parte ne fecero prigionieri.
Un solo passerotto riuscì a fuggire. Tornò nel bosco tutto spaventato e disse agli altri uccelli:
- Il nostro bel vestito e il nostro canto melodioso attirano troppo il desiderio degli uomini. Se si vuole vivere in paese bisogna essere più modesti.
Lì per lì i passerotti del bosco protestarono. Essi non avrebbero mai rinunciato al loro vestito variopinto e al loro bel canto.
Ma la fame si faceva sentire sempre più forte. O morire o rinunciare al bel vestito di piume colorate.
Fu così che i passerotti mutarono aspetto.
Si misero un povero vestito di piume grigie, senza coda, presero un becco tozzo, da mangiatori di cibi duri e si presentarono alla casa dell’uomo come tanti mendicanti, facendo un solo verso:
- Cip, cip! – che vuol dire: – Buon dì, buon dì!
Allora l’uomo si commosse alla vista di questi poveri uccelli affamati e dette loro da mangiare.
Da quel giorno i passerotti non abitarono più nel bosco, ma vissero attorno alle case degli uomini, vestiti modestamente e senza canto.
(dalla rete)
 
sul noce, sul balcone, ovunque,
cinguettii e scaramucce tra loro,
un po' di sole, qualche briciola;
gli uccellini che tornano, i miei...

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