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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 17 aprile 2017

Filadelfo Simi

Filadelfo Simi
(Levigliani 1849– Firenze 1923),
"Figura femminile di spalle"

Poesia della moglie

Ed è chiaro che, alla fine, lei è caduta giù
dalla luna, non come una
snella Cinzia a Delfi, dopotutto
non è diciassettenne, ma con la grazia
sensuale e l'implacabilità personale
di una dea dei nostri tempi; così lui dice a
se stesso di notte vedendo il bagliore
del sonno di lei nella metà (due-terzi a rigore)
del loro letto, il claire de lune della spalla
e della fronte dietro le nuvole scure
dei capelli. Lui beve il suo vino
e ingoia più pillole. Gli uccelli
cantano la loro prima mattinata, piccoli cinguettii e
frinire di insetti, e fuori la prima luce
vela la finestra. Il giorno sarà orribile,
nervoso, cupo e pieno di tensione. L'ultima
sigaretta, il sorso finale di chardonnay,
e si stringe contro il caldo bagliore di lei,

pensando a quando dodicenne
"Autoritratto"
 
nuotava nel caldo laghetto oltre
gli olmi e gli alberi di noce al limite
del prato. Si rigirava come una carpa assonnata
tra le ninfee, sotto le libellule
e le nuvole roventi dei vecchi giorni d'estate.


Hayden Carruth
Il primato dell'etica
Traduzione di Fiorenza Mormile

 
 
Filadelfo Simi
(Levigliani 1849 - Firenze 1923)
 

Filadelfo Simi nasce a Levigliani nel 1849 e si diploma presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 1873. 
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 1874 Simi si recò a Parigi dove frequentò lo studio di Jean-Léon Gérôme assieme ad artisti come Bastien Lepage e Dagnan Bouveret.
Nel 1878 si reca in Umbria nel paese di Papigno dove realizza alcuni capolavori in una sorta di ritiro spirituale prima del definitivo ritorno in Toscana.
In seguito vive tra Firenze, ove insegna alla Scuola di Nudo dell’Accademia, e Stazzema Capoluogo dove compone le sue opere di maggior rilievo, acquisendo fama internazionale.
"Donna con cappello rosso"
Il fraterno sodalizio con i fratelli Giorgini, industriali del marmo, lo impongono anche come scultore: degna di ricordo è la statua di Garibaldi ed Anita a Porto Alegre.
Nel 1878 espone al Salon la tela Sera d’inverno nella foresta di Fontainebleau con la quale parteciperà anche, nel 1880, alla Prima Esposizione Internazionale di Firenze.
Nel capoluogo toscano diventa uno dei membri più attivi del Circolo Artistico cittadino, partecipa a diverse Promotrici e nel 1882 propone ventisei opere in una personale all’Accademia Regia.
La consacrazione definitiva avviene nel 1887 in occasione dell’Esposizione Nazionale a Venezia, con la tela Un riflesso acquistata dal Governo italiano per la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma. 
Nel 1888 si sposa con Adelaide Beani di Seravezza, da cui avrà due figli, Renzo, pittore e critico d’arte nonché insegnante di lettere classiche, e Nerina – in arte Nera – la più importante allieva e seguace dell’arte paterna.
Ottiene varie onorificenze all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 e nel 1905 è di nuovo alla Promotrice di Firenze per una personale.
"Un attimo di riposo"
Con dedizione si impegna anche nell’insegnamento, raccogliendo intorno a sé un selezionato gruppo di studenti.
La sua Scuola in via Tripoli, angolo piazza Piave, a Firenze, raccoglieva allievi internazionali e colleghi quali Telemaco Signorini e Giovanni Fattori.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1923, la Scuola proseguirà con grande successo grazie all’impegno e alla perizia dell’artista e della figlia, Nera Simi
Partecipa a innumerevoli e importanti mostre nazionali e internazionali.
Filadelfo Simi muore a Firenze nel 1923.


e mi sta vicino, appresso,
malgrado tutto, sebbene il carattere,
mi accompagna e mi vuol bene
mi è fedele e mi consola...

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