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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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martedì 5 luglio 2016

Notturno

Notturno
 (...)
 
Eccoli qui prossimi a maturare, questi frutti
d'un altra riva. "Sole dell'essere, nascondimi"
– parola del fuggiasco. E dirà chi l'avrà visto
passare: chi fu quest'uomo e quale la sua casa?
Andava solo nel fuoco del giorno delle notti
la porpora a mostrare?... Sole dell'essere, Principe
e Maestro! le opere nostre sono sparse, i compiti
senza onore, le messi senza mietitura: la legatrice
di covoni attende al fondo della sera. Eccoli qui
tinti del nostro sangue, questi frutti di tempestosa
sorte.
Con il suo passo di legatrice di covoni la vita se
ne va, senza odio e senza ricompensa.

Saint-John Perse
Traduzione di Giorgio Cittadini
I Poemi Provenzali
 
Un notturno (dal francese nocturne) è una composizione musicale ispirata alla notte.
La dicitura «notturno» fu per la prima volta impiegata nel XVIII secolo, quando stava ad indicare un'opera in vari movimenti, scritto in forma libera e tipico dell'epoca romantica, con un tempo dolce e moderato.
Nel Settecento (periodo di composizione della Serenata) il termine non era necessariamente evocativo della notte, ma poteva essere pensato per l'esecuzione notturna, similmente a una serenata. Nella sua forma più familiare di brano composto da un unico movimento scritto solitamente per pianoforte solista, il notturno divenne popolare soprattutto nel XIX secolo.
Tra le opere di questo genere, vi sono quelle di Felice Blangini che, pubblicate nel 1801, ebbero un notevole successo, pur senza essere dei capolavori. Ciò è dovuto in primo luogo al fatto che i tempi erano propizi al nuovo genere: le melodie facilmente orecchiabili, di carattere lirico ispirato all'opera teatrale, ma anche con una componente di sogno, ne favorirono la diffusione presso la borghesia e i salotti dell'epoca. Inoltre il pianoforte era lo strumento più presente nei salotti borghesi dell'epoca, ed era dunque necessario avere composizioni che non impegnassero eccessivamente le mani di pianisti poco esperti, o spesso dilettanti, come molti dei nobili ottocenteschi.
Il primo grande compositore di Notturni fu John Field, irlandese, vissuto fra Settecento e Ottocento, nonché allievo di Clementi. Egli si può considerare il padre dei Notturni: composizioni per pianoforte di carattere cantabile, con melodie ispirate al belcanto italiano e di andamento tranquillo. Esse sono per lo più opere in un'unica sezione monotematica, in forma di una monodia accompagnata.
In ogni caso, l'esponente più famoso di questa forma musicale fu Fryderyk Chopin, che ne scrisse 21. Le sue opere, in parte ispirate al melodramma italiano del tempo, sono il regno del bel suono e dell'espressione; divise in più sezioni tematiche contrastanti, alternano a sentimenti dolci e sognanti momenti cupi o di profondo sconforto.
Notturni per pianoforte sono stati scritti anche in epoca successiva da compositori quali Gabriel Fauré ed Erik Satie.
Uno dei pezzi più famosi della musica del XIX secolo fu il Notturno n. 5 di Ignace Leybach, che è al giorno d'oggi praticamente dimenticato.
Altri esempi di notturni comprendono quello per orchestra dalla musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate composto da Felix Mendelssohn e i tre per orchestra e coro femminile di Claude Debussy, che ne compose anche uno per pianoforte.
Il primo movimento della sonata "Chiaro di luna" di Beethoven è anche stato considerato un notturno (certamente Ludwig Rellstab, che le diede quel nome, lo percepiva come evocativo della notte), anche se Beethoven non lo definiva come tale.
I notturni sono generalmente percepiti come tranquilli, spesso espressivi e lirici, alcune volte piuttosto pessimisti, ma in pratica pezzi che rientrano sotto la definizione di notturni comunicano svariate sensazioni e stati d'animo: il secondo tra i notturni per orchestra di Debussy, Fêtes, è ad esempio molto vivace.
 
La parola venne successivamente usata da James McNeill Whistler nel titolo di alcuni suoi quadri: numerosi altri artisti seguirono questa strada.
Come molti termini della musica classica, "notturno" ha trovato applicazioni anche nella musica moderna. Ad esempio, Nocturne è il titolo di un disco di Siouxsie and the Banshees. Nocturne è anche il titolo della canzone con cui i Secret Garden hanno partecipato e vinto nel 1995 l'Eurovision Song Contest.
"Notturno" è il titolo di un album jazz di successo del Claudio Ottaviano Trio.
Nella musica leggera italiana famoso il "Notturno" di Riccardo Cocciante, quello delle Orme, del Maestro Giovanni Fenati, mentre Mia Martini incise due brani diversi con questo titolo.
"Notturni" è anche il titolo di numerose opere letterarie.
La più celebre è quella del grande scrittore e musicista tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1766-1822), pubblicata nel 1817 (fonte: La Nuova Enciclopedia della Letteratura Garzanti, 1985) (da Wikipedia).
 

 composizioni assolute, i notturni,
anche quelli nostri,
quelli passati in ore buie,
quelli senza sonno...

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