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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 12 novembre 2015

Finestre di dolore

Finestre di dolore è un susseguirsi di immagini di solitudine e di umana impotenza dinnanzi al destino che annienta. Ragazzi soli malgrado il branco che perdono le proprie menti in una bottiglia o che si aggrappano ad uno spinello attendendo un cambiamento qualsiasi nella loro vita senza saper cosa fare per incidere sul cambiamento stesso, attoniti davanti al mondo ed alla fatica di crescere; uomini in trincea che attendono lo scontro con uomini diversi, in preda ad un terrore talmente vasto da rendere bianco il cervello, assolutamente incapace di pensare.
Devastazioni diverse dell'animo umano con sempre la morte alla fine della strada.
Unica soluzione possibile, ed è una soluzione che deve arrivare da sola, è aprire al pianto le finestre del dolore, riappropriarsi del proprio essere accettando e calandosi nella propria umanità (dalla rete).
 
 
 
 
Finestre di dolore
 
La luce della luna
ci trovò sopra un tetto
e Pietro non parlava,
e niente che rompeva la noia dell'attesa,
solo il suono della pioggia che cadeva.
E lui, con la mano alla bottiglia,
faceva i suoi discorsi da pazzo
e un gallo si mise a suonare la sveglia,
per quanto la notte fosse ancora ubriaca
e Giuda fosse ancora un ragazzo.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri.
E due angeli vestiti di bianco
scescero con aria stupita
e il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
Seduti nella stanza
con la bocca socchiusa,
aggrappati alle nostre sigarette,
aspettavamo l'alba senza troppo interesse,
soltanto per avere una scusa.
E Anna, perduta sul divano,
sembrava un bambino sconfitto
e la sua amica giovane le dava la mano
ma Anna era troppo occupata
a contare ricordi sul soffitto.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri.
E due angeli vestiti di bianco
scescero con aria stupita e il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
In fondo alla pianura una linea più buia,
l'esercito degli uomini diversi,
con gli occhi e la bocca pieni di sonno,
aspettava in una buca di due metri.
E noi, dall'altra parte del concetto,
con l'anima in fondo alle gavette,
cacciavamo i pensieri come mosche mortali
e il nostro cervello era bianco.
L'attacco era fissato per le sette.
E credo che fu in quel preciso momento
che venne da molto lontano un ricordo,
qualcosa di simile a un pianto di madri.
E due angeli vestiti di bianco
scescero con aria stupita
e il vuoto nel cuore.
E aprimmo al pianto le finestre del dolore.
 
Francesco De Gregori

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