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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 20 giugno 2015

Le lacrime


Non dovresti conoscere la disperazione
se le stelle scintillano ogni notte;
se la rugiada scende silenziosa a sera
e il sole indora il mattino.
Non dovresti conoscere la disperazione - seppure
le lacrime scorrano a fiumi:
non sono gli anni più amati
per sempre presso il tuo cuore?
Piangono, tu piangi, così deve essere;
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall'inverno cadono lacrime di neve
là dove giacciono le foglie d'autunno;
pure, presto rinascono, e il tuo destino
dal loro non può separarsi:
continua il tuo viaggio, se non con gioia,
pure, mai con disperazione

Emily Brontë
 
 
 làcrima
(o làgrima)
– sostantivo femminile [latino lacrĭma, cfr. greco δάκρυμα] –
 
1.
a. Stilla di umore, secreto da apposite ghiandole dell’occhio (ghiandole lacrimali), che fuoriesce dalla rima palpebrale in determinate condizioni (pianto; stati infiammatorî della congiuntiva o delle vie lacrimali, ecc.). In partic., spec. al plurale, quelle che sgorgano più abbondanti per viva commozione, per dolore fisico o morale, o anche nel moto convulso del ridere: lacrime di dolore, di gioia, di pentimento, di pietà, di tenerezza; l. sincere, finte; una l. furtiva; avere le l. agli occhi; gli spuntò una l.; gli occhi mi si riempirono di lacrime; qualche l. gli scende lungo il viso, lava la guancia un po’ sporca e si sporca, finisce in bocca con un sapore salato (Claudio Magris); gli vennero le l. dal gran ridere. Lacrime di sangue, raro fenomeno, osservato in individui isterici, consistente nella presenza di sangue nel secreto lacrimale.
b. In molte locuz., e quando non siano altrimenti determinate, s’intende in genere lacrime provocate da dolore o commozione: spargere lacrime; versare amare l.; piangere a calde l., disperatamente (spesso enfatico); iperb., piangere a lacrime di sangue, essere tutto in lacrime, in un mare di lacrime; pregare, supplicare con le l. agli occhi; bagnare (iperb. inondare) di lacrime; asciugarsi, tergersi le l.; asciugare le l., fig., consolare; dolore che spreme le l.; commuoversi fino alle l.; era uno spettacolo che strappava le l., che commuoveva profondamente; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante (Manzoni); ingoiare le l., trattenere il pianto per nascondere il proprio dolore; ha le l. in tasca, di chi piange per un nonnulla o si commuove assai facilmente; non ha più lacrime, di chi ha pianto tanto. Quindi spesso sinon. di pianto: trattenere, frenare le l.; prorompere, scoppiare in lacrime; sciogliersi, struggersi in lacrime, piangere dirottamente; non avere il dono delle l., non poter piangere. E con valore generico di dolore, patimento: gli è costato molte l.; valle di lacrime (locuz. biblica), il mondo, la vita umana; lacrime di coccodrillo, tardo pentimento, e talora solo apparente, di chi si rammarica del male da lui stesso voluto (v. anche coccodrillo).
 
2. estens.
a. Stilla, goccia d’un liquido, e spec. l’umore che stilla da alcune piante rapprendendosi in forma di gocce: le l. del pino. Anche, ciascuna delle gocce di grasso che trasudano dal taglio di alcuni formaggi stagionati: pecorino con la lacrima.
b. Piccolissima quantità di un liquido: non c’è più una l. d’olio nel fiasco.
c. Nome di cose che ricordano la forma di una lacrima (per es., la perla di forma oblunga pendente da un orecchino o da un ciondolo, e in genere qualsiasi pendente di forma simile); lacrime d’incenso, incenso confezionato per il commercio in forma di chicchi; lacrime di Batavia (o bataviche o olandesi), piccole masse di vetro a forma di goccia o di lacrima che si formano facendo cadere una goccia di vetro fuso in acqua fredda, e che esplodono se se ne spezza la punta.
d. Al plur., non com., pallini da caccia, di grana piuttosto grossa.
 
3.
a. Lacrime di san Lorenzo: denominazione popolare delle stelle cadenti appartenenti allo sciame delle Perseidi, di cui la Terra incontra la parte più intensa dal 9 all’11 agosto.
b. Nome di numerosi vitigni, coltivati soprattutto nelle regioni centromeridionali, e del vino che se ne ricava: lacrima di Chieti o di Aquila, delle Marche, di Napoli, di Puglia, ecc.; lacrima di Maria, uva da tavola siciliana, con acini ovali, grandi, dorati; lacrime di santa Maddalena, vino bianco dell’Alto Adige. V. anche lacrima christi.
 
c. Lacrime di Giobbe, erba annua delle graminacee (Coix lacryma-jobi), alta fino a 1 m, con foglie larghe, fiori monoici, in spighette, cinte da una brattea che a maturità diviene lapidea e lucida, grigio-cenerognola o nerastra, e racchiude il frutto; è originaria dell’India e viene coltivata nelle regioni tropicali come foraggio e come cereale. È anche nome region. di una pianta delle stafileacee (Staphylea pinnata), più nota come naso mozzo.
 
◆ Diminutivo lacrimétta (e lagrimétta), lacrimina (e lagrimina), lacrimùccia (e lagrimùccia), talora ironico: asciugati quelle lacrimucce; con due lacrimucce ottiene tutto ciò che vuole;
 
◆ accrescitivo lacrimóna o lacrimóne mascile (e lagrimóna, lagrimóne), nel maschile anche per indicare un pendente alquanto grosso: due massicci orecchini a lagrimoni (Pirandello).

- Vocabolario TRECCANI -
 

il pianto notturno, la veglia,
nascoste tra i lembi di cotone,
lacrime scorrono piano,
è amore..? dolore..? che altro..?

2 commenti:

  1. forse solitudini di volti racchiusi in spirali d'esistenza
    o ancora antiche laceranti memorie in esiti senza confimi?
    Non capisco ancora il perche' di questo antico soffrire
    giunge a me solo lievemente l'effluvio dell'aria..... (poesieinsmalt)

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  2. o forse siamo solo noi...
    grazie Annamaria

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