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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 20 marzo 2014

Suoni

suòno
(poet. o pop. sòno) s. m. [lat. sŏnus].

– 1. La causa delle sensazioni acustiche, consistente in vibrazioni di un mezzo (per lo più l’aria, ma anche mezzi elastici qualunque), che possono essere eccitate in esso o ad esso trasmesse dalle vibrazioni di un corpo (sorgente sonora), e che a loro volta eccitano l’orecchio (generalm. per azione diretta sul timpano attraverso l’aria presente nel condotto uditivo, raramente attraverso le ossa del cranio, la cosiddetta conduzione ossea); anche, la sensazione acustica stessa. Tali vibrazioni sono onde elastiche (onde sonore) longitudinali che si propagano nell’aria o in altro mezzo con determinate caratteristiche: l’intensità deve essere compresa tra la soglia di udibilità (al di sotto della quale non c’è sensazione di suono) e la soglia di dolore (al di sopra della quale la sensazione diventa dolorosa), mentre la frequenza, per un convenzionale orecchio normale, deve essere compresa tra 16 Hz e 20.000 Hz (al di sotto del primo valore e al di sopra del secondo si hanno, rispettivam., gli infrasuoni e gli ultrasuoni); le soglie di intensità e i limiti di frequenza, oltre a essere diversi da persona a persona, variano, rispettivam., al variare della frequenza e dell’intensità del suono. Propagazione del s., la trasmissione delle onde sonore dalla sorgente (per es., una corda o una membrana elastica in vibrazione) fino all’orecchio dell’ascoltatore (o fino al microfono di un dispositivo di registrazione o amplificazione sonora), determinata dal fatto che nell’aria circostante la sorgente si viene a creare una successione di strati compressi e rarefatti che si allarga tutto intorno: ciascuna delle particelle d’aria investite dalla perturbazione prende a vibrare in sincronismo con la sorgente, spostandosi al di qua e al di là della sua normale posizione di equilibrio lungo la direzione di propagazione; s. puro, quello nel quale lo spostamento della generica particella è una funzione sinusoidale del tempo; s. composto, un suono non puro, costituito dalla sovrapposizione di più s. armonici, cioè di suoni puri di opportuna ampiezza e fase iniziale e di frequenza multipla del suono puro di frequenza più bassa, detto s. fondamentale (o primo armonico); pressione del s., da non confondersi con la pressione sonora (v. sonoro, n. 1 a), la pressione esercitata dall’onda sonora contro un ostacolo su cui venga a battere, che ha carattere continuo nel tempo, determinando forze agenti sull’ostacolo in direzione e verso concordi con quelli di propagazione dell’onda; velocità del s., la velocità di propagazione delle onde sonore, che equivale, nell’aria secca in normali condizioni di temperatura e di pressione, a circa 340 m/s (tale valore aumenta notevolmente nei liquidi e nei solidi). Altezza di un s., la frequenza maggiore (s. alti, acuti) o minore (s. bassi, gravi) del suono stesso, se si tratta di un suono puro, oppure del suono fondamentale, se si tratta di un suono composto; intensità di un s., l’intensità della sensazione sonora da esso provocata, in base alla quale si distinguono, soggettivamente, s. forti, s. intensi, s. deboli; timbro di un s., carattere, assente nei suoni puri, che è difficilmente precisabile in termini generali: è legato alla composizione armonica dei suoni, e distingue, per es., una stessa nota musicale emessa da due diversi strumenti (s. metallici, lignei, sonori, risonanti, ecc.). Per muro o barriera del s., in aerodinamica, v. barriera, n. 3 d; per colonna del s., o colonna sonora, in cinematografia, v. colonna, n. 5 g. Registrazione e riproduzione del suono, l’insieme delle tecniche con le quali possono essere registrate (su supporti magnetici, dischi ottici, ecc.) e successivamente riprodotte le più diverse sorgenti sonore (musica, voce, ecc.); tecnico del s., tecnico addetto alla registrazione dei suoni su dischi, nastri magnetici, colonne sonore, ecc., o anche al funzionamento degli impianti di amplificazione sonora.
- 2. Con sign. e uso più generale, fenomeno sonoro, in quanto prodotto e percepito. In partic.: a. Fenomeno sonoro prodotto da strumenti musicali (s. musicali) o da apparecchi di segnalazione acustica: l’arte, la tecnica dei s., la musica; nell’esecuzione musicale (dove per lo più è sinon. di nota), s. armonici, v. armonico, n. 2; s. flautati (o note flautate), v. flautato; il s. del pianoforte, del violino, della chitarra; il s. dolce dell’arpa, il s. melodioso del flauto, il s. grave del violoncello; il s. della tromba (e suoni di tromba, come segnali militari); il s. delle campane; il s. del campanello, del clacson, della sveglia; Viene il vento recando il suon dell’ora Dalla torre del borgo (Leopardi); il s. lacerante o assordante delle sirene. Nell’uso letter., ant. e raro, la capacità e l’attività di suonare strumenti musicali: di canto divenne maestro e di suono (Boccaccio); o anche motivo, aria musicale: e più danze si fecero e sonarono diversi suoni (Boccaccio). b. Con riferimento alla voce umana: una voce dal s. grave, caldo, dolce o acuto, stridulo; riconoscere uno dal s. della voce o riconoscere il s. della voce; ci deve essere qualcuno: ho sentito un s. di voci. In linguistica, s. articolato o assol. suono, unità fonico-acustica del linguaggio orale (termine generico, ormai raro e sostituito dai termini specifici fono in fonetica e fonema in fonologia: v. le due voci): i s. dell’italiano, del greco; i s. nasali del francese, i s. fortemente gutturali del neerlandese; s. vocalici, consonantici; gli scilinguati pur cantando mandano fuori i suoni articolati di difficil pronunzia (Vico). c. Riferito a fenomeni sonori diversi da quelli prodotti da strumenti musicali o di segnalazione e dalla voce umana (per lo più come sinon. letter. o più elevato e raro di rumore): Voci alte e fioche, e suon di man con elle (Dante); parendogli che di quindi venisse il suono dello starnuto (Boccaccio); di tanto in tanto arrivava suono di acque lontane (Buzzati); il s. della risacca, delle onde che si frangono sugli scogli, del ruscello, del vento; il s. minaccioso delle cannonate; questo vaso di porcellana ha un s. falso, deve essere incrinato. d. In semeiotica medica, suoni di percussione, le vibrazioni provocate con la manovra della percussione (soprattutto del torace) e apprezzate dall’esaminatore come un suono o un rumore (s. alto, s. chiaro, s. polmonare). e. In tutte le precedenti accezioni, la parola sottolinea spesso il fatto soggettivo della percezione di un fenomeno sonoro, in relazione alle azioni e al comportamento da essa provocati o condizionati: sentendo il s. di quella voce nota, si voltò all’improvviso, o ebbe un tuffo al cuore; la popolazione accorreva richiamata dal s. delle campane a stormo; spec. nella locuz. avv. al s. di o a suon di, in espressioni proprie: ballare al s. di una fisarmonica, di un’orchestrina, della musicassetta; pattinare a suon di musica, marciare a suon di tamburi; i bersaglieri sfilarono al s. della fanfara; e fig.: l’oratore fu accolto a suon di fischi; li buttarono fuori a suon di pugni e schiaffi; la rivolta fu domata a suon di cannonate.
- 3. a. La caratteristica di maggiore o minore armonia e musicalità di elementi fonici e di parole, frasi, realizzazioni linguistiche, e l’impressione che ne risulta: un incontro di consonanti, o di vocali, di s. sgradevole (v. cacofonia); una parola, un nome di suono o dal s. armonioso, suggestivo.
b. estens. Il senso stesso, in sé, di parole, frasi, discorsi: Va in mezzo Argante e parla in cotal suono (T. Tasso); il s. delle sue parole è amichevole, ma il tono è ostile; in usi letter., rari, il discorso stesso: qui puose fine al lagrimabil suono (Dante).
- 4. fig., letter. Fama, risonanza: Li accorgimenti e le coperte vie Io seppi tutte, e sì menai lor arte, Ch’al fine de la terra il s. uscìe (Dante); Or dov’è il suono Di que’ popoli antichi? (Leopardi).


Suoni

Gioie senza limiti accalcano
le lente stazioni dl tempo,
un povero sogno si infrange,
un altro si staglia nel cielo.
Uno spicchio di blu comporta
pensieri di sole e calore,
quando l'alba confonde
si cerca un motivo per gli occhi.
Colori diffusi, sventagli,
di lunghi sospirati doveri;
in un angolo angusto ripone
il cuore, l'affetto, le croci.
Dove vanno gli assoli
si scompongono i suoni;
rimane e perdura
un'eco soltanto.

Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate

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