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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 9 aprile 2008

Lontano dagli Occhi




Dall'alto della sua collina Tony avrebbe potuto abbracciare tutto il paesaggio sottostante.
Lo fece.
Aprì le braccia in un ampio gesto e, senza dire una parola, lo fece.
Seguì con lo sguardo il percorso tortuoso del fiume, giù, fino alla casupola di tronchi e sassi che lo stava ospitando ormai da alcuni giorni.
Si accese una sigaretta bestemmiando contro il vento poi si concentrò ad assaporare l'acre aroma del tabacco che si andava infiltrando, calmandogli l'ansia, tra i suoi polmoni.
Ritto, in cima alla collina, ripassò mentalmente la lunga lezione della vita senza riuscire a trarne alcuna valida conclusione.
Cominciò la discesa che già il sole si andava velando dei caldi colori del crepuscolo, rialzò con gesto consumato il bavero del giubbotto e, scrollando le spalle, si avviò.

- Vuoi farmi fumare? -
Il ricordo di quelle poche parole ancora gli ronzava per la testa in modo quasi fastidioso.
Aveva appena avuto il tempo di ingollare un mezzo bicchiere di birra scura che quella domanda gli era improvvisamente rocambolata tra i pensieri distogliendolo dai suoi processi mentali.
- Perchè no? - le rispose e portò istintivamente la mano al taschino della sua camicia scozzese per estrarre il pacchetto stropicciato delle sigarette.
...quanto tempo era passato da allora?..


Il rumore di un tuono lontano riuscì a riportarlo al suo presente di discesa solitaria lungo il ripido sentiero che costeggiava il fianco ovest della collina.
Imprecò scivolando su un sasso umido ma non rallentò l'andatura temendo di essere sorpreso dall'imminente arrivo del temporale.
Tra un passo e l'altro lanciò rapide occhiate al cielo per tenere sotto controllo la situazione ma non sembrò essere eccessivamente preoccupato per ciò che sarebbe inevitabilmente accaduto.
Il buio e la pioggia lo sorpresero poco prima del guado al piccolo ruscello.
Si fermò per un attimo a guardare il fondersi leggero dei cerchi sull'acqua.

L'odore aromatico del caffè pervadeva il locale debolmente illuminato dai riverberi rossastri provenienti dal camino.
Fuori da quell'ambiente tiepido ed accogliente il temporale si era mutato in tempesta e lunghe raffiche di vento costringevano le chiome dei larici secolari in una folle danza spettrale.
Ogni tanto, ad intervalli regolari, Tony credette di riuscire a percepire il suono lontano della campana del paese che, imperturbabile, continuava a scandire lo scorrere delle ore.

- Stai aspettando che si accenda da sola?
- Scusami, - le rispose - stavo pensando ad altro...questa birra è uno schifo...
Già.., quanto tempo era passato da allora...

- Strano modo di destreggiarmi. - riflettè poco convinto mentre, seduto con i piedi appoggiati sul vecchio ceppo posto di fianco al camino, stava religiosamente sorseggianndo una tazza stracolma di caffè.
- Sarei anche potuto rimanere: in fondo cosa avrei avuto da perdere?
L'orgoglio forse?
A quella parola il peso dei suoi pensieri gli fece vacillare il ricordo.
Per un istante perse la cognizione delle cose.
Fu solo un attimo.
Poco dopo si rialzò scacciando faticosamente dalla mente la lunga lista dei fantasmi e delle situazioni.
Lo infastidiva ricordare, si sentiva vecchio e questo non gli andava per niente.
- Dopo questa pioggia le acque del fiume si intorbidiranno, - pensò - sarà utile che mi conceda qualche ora di sonno...domani le trote saranno sicuramente in caccia!
Riordinò l'attrezzatura da pesca adagiandola vicino alla porta di casa e la passò minuziosamente in rassegna.
Non avrebbe lasciato niente al caso.
Sciacquò con noncuranza la tazza ormai vuota, si tolse le scarpe infangate e ancora umide e si infilò completamente vestito nel sacco a pelo vicino al fuoco.
L'ultima cosa che sentì prima di prendere sonno fu il tichettio ormai fattosi rado della pioggia sui vetri sporchi della piccola finestra ed intravide di sfuggita le ultime gocce scivolare rapide verso il terreno.
I primi chiarori dell'alba lo scoprirono su un'ansa tranquilla e profonda del fiume intento a respirare a pieni polmoni l'aria ancora satura di umidità.
Col passare dei minuti intorno a lui le sagome indistinte della notte ripresero le loro forme consuete.
Il rumore improvviso provocato dal salto di una grossa trota scosse il silenzio quasi irreale del bosco e diede il segnale d'avvio alla battuta...

- Fuori da una bar dentro in un altro, ti ricordi Mark?
- Si, - annuì l'amico - ricordo perfettamente. - e si rimise di nuovo a leggere.
- Probabilmente ci faceva anche comodo buttarci via lungo le strade.
Trovavamo un senso per ogni cosa ed era divertente.
Si, era proprio divertente. - continuò Tony vuotando il posacenere traboccante di mozziconi mentre nella via il rumore delle auto si andava diradando in fretta.
- Ne vuoi un altro goccetto? - intervenne Mark che, senza attendere una risposta, riempì quasi meccanicamente di nuovo i bicchieri.
Insieme ripresero a bere in silenzio...

...Tony, dopo averle accuratamente eviscerate e pulite cucinò due belle trote direttamente sul luogo di pesca servendosi di due grosse pietre precedentemente arroventate.
Non che avesse particolarmente fame ma ciò che stava facendo gli trasmetteva una gradevole sensazione.
Ormai il sole era alto sul mondo.
- Tutto è relativo! - gridò a squarciagola ed un coniglio selvatico, spaventatosi per il suono inconsueto della voce umana, si dileguò come un fulmine nell'abbraccio sicuro della macchia di rovi.
- Si, tutto è relativo!
Sulla scia persistente dell'eco di quelle ultime parole Tony riprese allegramente la via di casa lasciando gli avanzi delle trote alle formiche.
Nella quiete della foresta niente sembrava perdere importanza, ogni cosa al suo posto, intaccata solo dal leggero velo del tempo.
Nel cielo le lente spirali dell'aquila.

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