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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 4 aprile 2008

Quadri nella mia Vita



La primavera secondo Monet non è che una deflagrante esplosione di toni chiari ed irregolari; è suadente ma mai invadente. Riesce con calma ad insinuarsi nei sensi e mostra cieli tersi traboccanti di tepore, luminosi come non mai; è la natura che prende posto di protagonista ed anche dove compare la figura umana è sempre vissuta come un aggettivo necessario ma non fondamentale. Esseri umani ed animali giocano con la stagione a cercarne i colori ed assaporarne i profumi. E' bella Giverny (piccolo villaggio non lontano da Parigi) con i suoi pioppi ed i fiori variopinti, è bella nei sensi di Monet che la vive e si inebria di lei, l'artista non è mai succube del posto in cui ha scelto di vivere gli ultimi anni della sua vita.
La positività dei suoi pensieri la si ritrova nei suoi dipinti e, per fortuna, la sua lunga vita ci ha dato la possibilità di osservare l'evoluzione della sua pittura fino alle impressioni più intime e personali, quelle impercetibili sottigliezze che colgono perfino l'impalpabilità del vento e ne fanno colore e luce.


nasce a Parigi il 14 novembre 1840.
A cinque anni si trasferisce con la famiglia a Le Havre, è qui che studia disegno, manifestando una grande passione per la caricatura in generale.
Sotto la guida di Boudin, suo primo vero maestro, che incontra nel '58, impara ad amare la pittura 'en plein air'.
Nel 1859 si reca a Parigi, frequenta l'Académie Suisse, dove conosce Pissarro, ma più proficue per il suo futuro svolgimento artistico sono le discussioni alla Brasserie des Martyrs e la conoscenza delle opere di Delacroix.
Dopo due anni di vita militare in Algeria, nel '62 ritorna a Le Havre dove passa l'estate dipingendo in compagnia di artisti del calibro di Boudin e di Jongkind. Ritorna a Parigi, frequenta l'atelier Gleyre, dove ben presto, insieme a Renoir, Bazille e Sisley, forma un gruppo di pittori indipendenti e ribelli all'insegnamento del maestro, troppo vincolato ai canoni tradizionali.

Sono anni di dure difficoltà e di miseria.
Lavora accanitamente nella foresta di Fontainebleau, lungo la Senna e in Normandia.
Nel 1866 il suo ritratto di Camille Doncieux ottiene al Salon un discreto successo.
Nel 1874, alla prima mostra degli impressionisti, di cui è uno degli organizzatori, espone quella sua tela ' Impression: soleil levant ' che darà il nome a tutto il gruppo.
Queste mostre si ripeteranno nel '76, '77, '79, '80, '81, '82 e '86; Monet però non parteciperà né alla sesta e ottava edizione, in polemica con le scelte operate da alcuni promotori. Ancora mille difficoltà, malattie, povertà, perdita di persone amate, disprezzo del pubblico e della critica, angustieranno la sua vita.
Raggiunti finalmente onori e lodi, trascorre gli ultimi decenni, lavorando intensamente, a Giverny, ove muore il 5 dicembre del 1926.

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