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| Danae accoglie la pioggia d'oro | 
Lamento di Danae
Quando nell'arca regale l'impeto del vento       
e l'acqua agitata la trascinarono al largo,
Danae con sgomento, piangendo, distese amorosa
le mani su Perseo e disse: "O figlio,
qual pena soffro! Il tuo cuore non sa;
e profondamente tu dormi
così raccolto in questa notte senza luce di cielo,
nel buio del legno serrato da chiodi di rame.
E l'onda lunga dell'acqua che passa
sul tuo capo, non odi; né il rombo
dell'aria: nella rossa
vestina di lana, giaci; reclinato
al sonno del tuo bel viso.
Se tu sapessi ciò che è da temere,
il tuo piccolo orecchio sveglieresti alla mia voce.
Ma io prego: tu riposa, o figlio, e quiete
abbia il mare; ed il male senza fine,
riposi. Un mutamento
avvenga ad un tuo gesto, Zeus padre;
e qualunque parola temeraria
io urli, perdonami,
la ragione m'abbandona.
e l'acqua agitata la trascinarono al largo,
Danae con sgomento, piangendo, distese amorosa
le mani su Perseo e disse: "O figlio,
qual pena soffro! Il tuo cuore non sa;
e profondamente tu dormi
così raccolto in questa notte senza luce di cielo,
nel buio del legno serrato da chiodi di rame.
E l'onda lunga dell'acqua che passa
sul tuo capo, non odi; né il rombo
dell'aria: nella rossa
vestina di lana, giaci; reclinato
al sonno del tuo bel viso.
Se tu sapessi ciò che è da temere,
il tuo piccolo orecchio sveglieresti alla mia voce.
Ma io prego: tu riposa, o figlio, e quiete
abbia il mare; ed il male senza fine,
riposi. Un mutamento
avvenga ad un tuo gesto, Zeus padre;
e qualunque parola temeraria
io urli, perdonami,
la ragione m'abbandona.
Simonide di Ceo 
Traduzione di Salvatore Quasimodo  
 
Danae, secondo la mitologia greca, era una principessa,  figlia del re 
Acrisio di Argo. Il sovrano, contrariato dal fatto che non aveva figli 
maschi, chiese a un oracolo di esprimersi sul futuro. L’oracolo gli 
disse che non avrebbe avuto discendenza maschile diretta, ma che sarebbe
 stato ucciso dal nipote, il figlio della figlia. Pertanto avrebbe 
potuto sperare di salvarsi, raggiungendo il punto più lontano del mondo.
 Il re, anzichè attenersi alla necessità di abbandono del regno, cercò 
allora di evitare che Danae entrasse in contatto con qualsiasi uomo e, 
per questo, la rinchiuse in una torre. 
Ma Giove, attratto dalla 
bellissima giovane e contrariato dal fatto che un un semplice re terreno
 cercasse di agire sul destino, si trasformò in una pioggia d’oro, 
giungendo nella torre inespugnabile e fecondando Danana. Nacque così 
Perseo. Il nonno venne a a sapere di quanto era accaduto e, non potendo 
uccidere direttamente il nipote. che era un suo discendente – e ciò 
avrebbe provocato l’ira degli Dei – prese Danae e Perseo; li fece 
abbandonare in mare in una cassa di legno. Poseidone, il re delle acque,
 calmò i flutti e consentì ai due di giungere a terra.    Arrivarono 
sull’isola di Serifo, dove vennero raccolti da Ditti, fratello di Re 
Polidette, che allevò il ragazzo fino all’età adulta. Frattanto il destino lavorava inesorabilmente. Ai giochi funebri che il 
re Acrisio, nonno del ragazzo, aveva indetto in onore del fratello 
Polidette, giunse anche Perseo, che non venne riconosciuto. Il giovane 
partecipò alle gare della festa funebre e lanciò un disco (o una lancia)
 con tale potenza che colpì accidentalmente il nonno, il quale morì (dalla rete).
 
un lamento nell'aria silente,
pianto intimo che non si vede;
pianto intimo che non si vede;
la tristezza adombra gli sguardi miei
di quando sono riflesso in me stesso...
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| Orazio Gentileschi,  "Danae" 1623, Cleveland Museum of Art  | 



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