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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 22 settembre 2014

Tamerici ed acqua

Parlammo sicuri tra belle acque
bagnate da tamerici
e accordammo parole, quiete le nostre mani
– ricche in oro estorto –
e le fronti alte e assolate
dalle molte ore trascorse.
Dicevamo quello che non volevamo dire
e tacevamo le intenzioni amare;
immensamente gentili,
noi – i mortali, i non amati –
vegliavamo su rispettabili leggi umane.
Cosí, vedevamo cavalcare Ciro il nobile,
l’eletto, prudente sin dall’infanzia.
E noi, corruttibili e accecati dalla
bellezza del suo aspetto, muti
e silenziosi
dietro lo scudo di suo fratello Artaserse.


Traduzione di Francesco Ardolino
Susanna Rafart
Pozzo di neve
 
 
acque...,
come quelle che mi mancano,
che non frequento da tempo...
 
 
La Tamerice comune (Tamarix gallica) è un albero o un arbusto a portamento cespuglioso a seconda dei casi, appartenente alla famiglia delle Tamaricaceae.
Raggiunge i 2-5 m di altezza di norma, anche se talvolta in condizioni favorevoli può toccare i 10 m.
Normalmente non ha un unico fusto bensì più fusti sinuosi e contorti, sottili, lisci e coperti da una corteccia bruno-rossiccia cosparsa di lenticelle che si sfuma di grigio nel tempo screpolandosi.
Dai fusti non troppo alti si dipartono i lunghi rami flessibili, eretti e sottili, che tendono a espandersi e allargarsi e infine a curvarsi in basso, a volte con un andamento decisamente pendulo, dando vita a una chioma sempre piuttosto ampia e irregolare, dal caratteristico colore grigio-azzurro, nell’insieme assai delicata anche quando è molto consistente.
Le foglie squamiformi e leggermente carnose sono lunghe 1-2 mm e sono semipersistenti o decidue a seconda del clima.
Formano fascetti inserendosi in modo alterno sui rametti verdastri della pianta e sono cosparse di ghiandole escretrici dette idatodi, deputate all’eliminazione dei sali minerali e dell’acqua in eccesso che vengono espulse dando vita, nelle piante che vegetano nelle zone più salmastre, in genere direttamente in riva al mare, a un fenomeno di “sudorazione”, con la produzione di un liquido chiaro e molto salato che cade come pioggerella sotto la sua chioma.
Proprio l’elevato contenuto di sali della pianta ha fatto sì, in passato, che la Tamerice venisse utilizzata come foraggio, dato che gli animali ne apprezzavano il sapore.
Le foglie hanno un colore grigiastro e apice e base acuti.
La fioritura avviene tra aprile e giugno, o da maggio a luglio sempre a seconda delle condizioni climatiche.
I fiori ermafroditi sono minuscoli, molto numerosi, rosa o biancastri sfumati di rosso, riuniti a formare racemi molto compatti tutto attorno ai ramuli.
Ogni fiore ha un calice formato da 5 lacinie di forma ovata e una corolla con cinque petali.
I cinque stami hanno le antere rosse e sono opposti ai cinque sepali del calice.
L’ovario è formato da tre carpelli che a livello dello stigma prendono una forma a clava.
I frutti sono piccole capsule a forma di piramide a base triangolare e contengono semi gialli provvisti di un pennacchio piumoso per la disseminazione anemocora (dalla rete).

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